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Newsletter del 26 Luglio 2002
sommario
Quasi 91 anni fa nasceva a Le Havre Jean Dubuffet, uno degli artisti più importanti e influenti dell'arte del dopoguerra.
Dubuffet è oggi uno degli autori più rappresentati nei grandi musei d'arte moderna e contemporanea del mondo. Un riconoscimento senz'altro meritato, ma che presenta anche un lato ironico. Dubuffet infatti manifestò sempre scarso interesse per l'arte cosiddetta "colta", l'arte dei musei e delle gallerie. Ad essa preferì di gran lunga la freschezza e spontaneità di una creatività "minore": quella dei bambini, dei primitivi, dei malati di mente.
Dubuffet dette libero sfogo alla sua energia coprendo ogni genere di superficie con i suoi personaggi e i suoi caratteristici universi. Grandi sculture in resina o metallo sono spuntate come funghi in alcuni dei luoghi più congestionati del mondo: Parigi, New York, Chicago, San Francisco. Alla fine, il suo ardente desiderio di dare vita ad un mondo che corrispondesse alla sua immaginazione sfociò nell'incredibile realizzazione de La Closerie Falbala, la grande ambientazione visitabile presso la Fondation Jean Dubuffet, a Périgny-sur-Yerres, appena fuori Parigi.
Per ricordarlo dedichiamo un piccolo spazio alla sua opera e alla sua influenza. Ma da questo traiamo lo spunto per parlare di una delle forme d'arte che risultano più in linea con il lavoro di Dubuffet e con i suoi interessi: i graffiti.

Si è discusso a non finire se si possa parlare di arte nei riguardi dei graffiti. Qui non intendiamo affrontare questo problema. Lo spazio non è sufficiente e la stagione non agevola la riflessione. Ci interessa, invece, presentare alcune iniziative incentrate sulla "Graffiti Art", che non mancheranno di suscitare curiosità o stupore. Approfittiamo inoltre dell'occasione per documentare la presenza del fenomeno "graffiti" su internet.
Coloro che avranno la curiosità di visitare qualcuno dei siti segnalati rimarranno senz'altro colpiti dal livello di ambiguità che circonda il fragile confine tra "legal" e "illegal", cioè tra graffiti buoni e graffiti vandalici. Prenderanno atto della classificazione tra "Muri", "Treni" e "Bombs", a seconda della superficie e della circostanza in cui la pittura è stata eseguita. Cominceranno a prendere confidenza con termini, quali "Old School", "New School", "Crew", "Bombing". E alla fine si domanderanno quale rapporto possa esistere tra l'atteggiamento mentale di molti "writers", da una parte, e le iniziative volte ad arginare gli effetti del loro lavoro.
Buone vacanze a tutti. A chi le fa e a chi non le fa.
Il 31 Luglio 1901, più o meno 91 anni fa, a Le Havre (Francia) nasceva Jean Dubuffet.
Con quel suo volto fanciullesco, che ricorda i personaggi dei suoi quadri, Dubuffet ha lasciato una traccia importantissima nell'arte del nostro tempo. Glielo riconoscono i critici, che a lui dedicano mostre in ogni angolo del pianeta. Glielo riconoscono i musei, che, a prescindere dalla propria localizzazione geografica, espongono in permanenza le sue opere. Glielo riconosce il mercato, che attribuisce alle sue opere le quotazioni più alte tra tutti gli artisti europei dell'immediato dopoguerra. Ma, a ben vedere, glielo riconoscono anche molti artisti, specie tra i più giovani.

Alla pagina di Artdreamguide dedicata a Jean Dubuffet puoi trovare la biografia, una sintetica descrizione del suo lavoro e l'elenco dei luoghi in cui sono conservate le sue opere.
Jean Dubuffet non amava l'arte da museo. Ad attrarlo erano invece le immagini dei bambini, dei malati di mente, dei primitivi. Di questi apprezzava in particolare la freschezza e spontaneità.
Il suo modo di concepire il fare arte sfociò in una sorta di atteggiamento "anti-artistico", che si può rintracciare in alcune correnti di oggi: i graffitisti, per esempio. Ma la comunanza con questi va ancora oltre. Tocca aspetti prettamente formali, come quel modo particolare di stipare l'immagine di figure e segni in maniera inverosimile, proprio sia delle ultime opere di Dubuffet, che dei "pezzi" tipici dei graffitisti.

Al rapporto tra Jean Dubuffet e i graffitisti è dedicata la mostra "Dubuffet e l'arte dei graffiti", che si tiene in questi giorni a Brescia.
Su Artdreamguide puoi trovare una sintetica presentazione della mostra.
Il crescente interesse per graffiti e murales ha spinto il Settore Giovani del Comune di Milano a un aggiornamento dei suoi "archivi". Così l'Archivio Giovani Artisti ha deciso di aprire una nuova sezione dedicata alla "Spray Art".
L'idea di per sé presenta innumerevoli aspetti positivi. Come il fatto di considerare l'arte di "strada" allo stesso livello dell'arte di "galleria". O anche l'attenzione al problema della conservazione dei prodotti di questa arte (perlomeno a livello di memoria fotografica).
Ma al tempo stesso la cosa suscita non poche perplessità, per non dire veri e propri spunti paradossali.
Come conciliare, per esempio, il rispetto del decoro pubblico e privato con l'atteggiamento "selvaggio" di molti sprayer? Per assurdo, si potrebbe giungere ad immaginare un'amministrazione comunale che, da un lato, si impegna a proteggere treni ed edifici dall'aggressione degli sprayers, e che, dall'altro, si adopera per proteggerne le creazioni.
D'accordo. Non tutti i graffitisti agiscono in maniera illegale. Ma allora poniamoci un'altra domanda: in cosa consiste la presunta artisticità della cosiddetta "Spray Art"? Nei manufatti? Nel loro atteggiamento individuale? Nel complesso di tutta l'operazione di "fare graffiti"?...
Ebbene. L'iniziativa è senz'altro meritoria. L'istituzione che se ne occupa è quanto mai seria. Ma alla fine gli artisti... ci staranno?

Su Artdreamguide puoi trovare maggiori dettagli sull'iniziativa
I problemi con la "Graffiti art" sono principalmente 2: la ricerca di spazi per nuovi lavori e l'invenzione di un sistema per conservare i vecchi.
La soluzione al primo problema è per alcuni la progettazione di spazi appositi. Ma per gran parte dei "writers" (i graffitisti) sembra essere, piuttosto, la conquista dei muri degli edifici o l'assalto alle fiancate dei treni. Atti di per sé illegali.
Il secondo problema risulta all'apparenza più complesso. I graffiti vengono cancellati dalle imprese di pulizia, vengono coperti da altri graffiti, si degradano per conto loro. Per conservarne la memoria non ci sono libri o schedari che tengano.
La soluzione però c'è, e semplicissima: internet!
Internet, in effetti, è diventato il miglior strumento di confronto tra graffitisti, ma anche l'archivio ideale di tutta la loro produzione, passata, presente e futura.

Quale sito Web potrebbe essere considerato la "Bibbia" dei graffiti?
Uno solo non c'è. Ma al suo posto ne possiamo indicare 3, che riescono assieme a coprire tutti gli aspetti.

- Art Crimes: il più famoso sito al mondo dedicato ai graffiti. Con i personaggi, i lavori, i gruppi, le storie, le rappresentanze di oltre 200 città del mondo.

- Graffitinet: il più grande data-base di graffiti, con oltre 12000 lavori, sui treni e sui muri di 35 Paesi. Elegante e facile da navigare.

- @149st: graffiti a New York City oggi e ieri. Per conoscere la grande epopea dei graffiti, dai miti delle origini ai gruppi di oggi. Per comprendere espressioni come "Old School", "New School", "Crew", "Bombs". E altro ancora...
Gli autori di graffiti non si lasciano facilmente ingabbiare. E nemmeno coloro che intendono documentarne il lavoro sul Web, che generalmente sono poi gli autori stessi.
Così, per generazione spontanea, in tutto il mondo hanno preso vita migliaia di siti Web dedicati a singoli autori, a gruppi, o a realtà locali.
In essi le immagini dei lavori si possono intrecciare a contenuti poetici e letterari, o ad elementi della cultura Hip Hop.
Sappiamo tutti che fare graffiti sugli edifici e sui treni è un atto illegale. Così, visitare questi siti, pieni di queste immagini, genera lo strano effetto di sentirsi testimoni di azioni, in qualche caso, di fatto illegali. E ciò a dispetto del dichiarato rifiuto dell'incitamento all'atto illegale, vandalico, comune a quasi tutti.
Presentiamo una piccola selezione di siti che hanno la caratteristica di documentare una parte di quello che succede in alcune città o nazioni del mondo.
Tra essi spiccano i due siti tedeschi per la cura dei dettagli e per la spettacolarità di alcune soluzioni grafiche. Basta provare a visitare la pagina di Berlin Graffiti Sux, dedicata ai graffiti sui treni...

- Bristolgraffiti, graffiti a Bristol (UK)
- Berlin Graffiti Sux, graffiti a Berlino e in Germania
- GraffitiHamburg, graffiti ad Amburgo
- Melbournegraffiti, graffiti a Melbourne (AUS)
- Spanish Graffiare, graffiti a Madrid e Barcellona
- Slovakia Graf, graffiti e cultura hip hop in Slovacchia
- TwinCities Graffiti, graffiti a Minneapolis-Saint Paul (USA)
- Göteborg, graffiti a Göteborg e Svezia
- Varsavia Representative, graffiti a Varsavia
I graffitisti trovano il loro territorio ideale di espressione nelle grandi città. Qui possono lavorare in spazi permessi, ma spesso vanno a colpire spazi illegali.
Tra gli interventi cosiddetti "legali" tipica è la decorazione di edicole, saracinesche di negozi. In alcune città l'intervento dei graffitisti si dimostra perfino utile nella valorizzazione di muri e facciate di edifici.
Questa particolare funzione, in grandi città come Berlino, un tempo era assolta in altri modi. Tipica l'abitudine di far decorare gli edifici con veri e propri dipinti murali. Gli abitanti di un caseggiato che intendevano migliorarne l'aspetto affidavano il progetto e l'esecuzione del murale ad artisti locali o a specialisti (il quartiere di Kreuzberg ne abbondava). I progetti venivano sottoposti al consiglio di quartiere, che li esaminava e approvava. Dopodiché la città interveniva con il suo supporto finanziario e l'opera poteva avere inizio.
Murali di questo tipo a Berlino esistevano soprattutto nella prima metà degli anni '90. Oggi, purtroppo, molti sono scomparsi, ricoperti o degradati.

Puoi vederne alcuni alla pagina di Artdreamguide dedicata ai Dipinti murali a Berlino degli anni '80 e primi anni '90.
Agosto, si sa, è fatto per perdere le "buone abitudini" e acquistarne altre. Oltre ai bagni, alle gite in montagna, alle grandi mangiate, ai meritati pisolini, c'è spazio anche per rigenerare la mente e l'occhio. Può essere l'occasione, ad esempio, per dedicare 2 o 3 orette alla visita di qualche mostra d'arte in una località nelle vicinanze. La penisola ne è un pullulare.

Di seguito forniamo un sintetico elenco di alcuni luoghi, con le rispettive mostre. Per maggiori informazioni rimandiamo alla pagina di Artdreamguide dedicata alle mostre in Italia.

- Aosta, "Carlo Carrà: il Realismo lirico degli anni '20"
- Carrara, "Biennale internazionale di scultura"
- Castiglioncello, "I Macchiaioli. Opere e protagonisti
di una rivoluzione artistica 1861-1869"
- Castrocaro, "Rocche e scultori contemporanei: Luigi Mainolfi"
- Castrovillari, "Andrea Alfano (1879-1967)"
- Imola, "Rocche e scultori contemporanei: Giuseppe Maraniello"
- Matera, "Leoncillo. Sculture 1938-1968"
- Merano, "DNArt"
- Monfalcone, "Ouverture... arte dall'Italia"
- Orvieto, "Allen Jones. Believe it or not"
- Pietrasanta, "Pietrasanta: sculture e scultori"
- Predappio, "Sportarte. Mito e gesto nell'arte e nello sport in Italia 1900-1950"
- San Marino, "Donald Baechler"
- Santomato, "Magnete: artisti stranieri in Toscana"
- Teramo, "Exempla 2. Arte italiana nella vicenda europea
1960-2000"
- Trento, "Everest. L'orizzonte curvo della fantasia"
- Firenze dedica alcuni muri alla "Spray Art" nella speranza di limitare i danni alle proprietà pubbliche e private del centro storico. Oltre a vincoli di spazio ha però imposto anche vincoli tematici. Le pitture dei "writers", infatti, non dovranno incitare all'illegalità, né offendere la morale civile e religiosa o le minoranze.

- Come donare sangue ed entrare gratis al museo. Non si tratta di una nuova forma di "Body Art", ma di un progetto del sindaco di Roma Walter Veltroni. L'assessorato alle politiche sociali del Comune regalerà un biglietto d'ingresso gratuito a un museo a chi donerà il sangue nel mese di agosto. L'omaggio, valido per dieci musei cittadini, potrà essere utilizzato fino alla fine di settembre.

- Novità in vista per gli appassionati di fotografia. Nel 2003 a Parigi verrà inaugurata una fondazione dedicata al fotografo Henri Cartier-Bresson. La sede sarà un'atelier di Montparnasse, e il direttore Robert Delpire.

- Roma ha un nuovo "museo d'arte contemporanea". La Farnesina, sede del Ministero degli Esteri, ha deciso di presentare al pubblico la sua collezione di arte italiana del '900. In mostra opere di Chia, Plessi, Balla, Guttuso, de Chirico, Sironi, Burri, Kounellis, Vedova ecc.
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