|
Il frutto più significativo dell'esigenza di Rauschenberg di portare la realtà quotidiana nell'opera sono i cosiddetti combine-paintings (o combines).
La tendenza di Rauschenberg a combinare elementi diversi è testimoniata già dai primi collages, opere ancora non del tutto mature.
Attorno al 1955, realizza alcune grandi tele in cui applica pezzi di giornale e di tessuto, su cui poi interviene con energiche pennellate di colore (Rebus, 1955). Dalla fine del 1955 comincia ad applicare sulla tela elementi sempre più grandi e in quantità sempre maggiore.
Gli elementi impiegati vanno da oggetti di uso quotidiano a semplici frammenti, raccolti nelle case di amici, per le strade o nelle discariche. La gamma comprende: scatole di cartone, pezzi di legno, tessuto, materassi, lamiere, vetro, specchi, barattoli, fili elettrici, componenti di elettrodomestici, perfino animali imbalsamati.
Inizialmente, come supporto Rauschenberg si serve di normali tele. Con il complicarsi del procedimento, però, deve adoperare pannelli di legno, basamenti, vere e proprie intelaiature. Su di esse combina i vari elementi, da cui il termine "combine". Interviene, quindi, con il colore, che gli serve da legante.
L'esecuzione in rari casi è semplice e rapida. In genere richiede tempi lunghi. A volte perfino anni, come nel caso di Odalisque (1955-58). Ciò che risulta non sono "quadri" in senso tradizionale, ma specie di quadri-sculture, o di strani assemblaggi.
L'accostamento eclettico di oggetti e l'effetto di spiazzamento che ne deriva presentano analogie con il Dadaismo, in particolare con i "ready-made" di Marcel Duchamp e i "Merz" di Kurt Schwitters. Questo legame di parentela ha indotto a definire il lavoro di Rauschenberg e del collega Johns "New Dada".
In effetti, l'esempio di Duchamp è stato importante per l'evoluzione di Rauschenberg. Nonostante questo la sua impostazione di fondo è diversa da quella di Duchamp. Il prelievo di oggetti comuni non è strumento di negazione dell'arte o di riflessione sul concetto di arte, come per i dadaisti. Alla base dell'assemblaggio di oggetti e immagini compiuto da Rauschenberg non vi sono teorie particolari, ma il bisogno di lavorare con una superficie e materiali nuovi. Il desiderio di vedere il quadro uscire all'infuori, a invadere lo spazio. |
|
La rottura della bidimensionalità e l'invasione dello spazio da parte dell'opera sono elementi basilari nel lavoro di Rauschenberg. Hanno l'effetto di scombussolare gli schemi percettivi usuali.
In definitiva, i combine-paintings, con la loro presenza ingombrante e spiazzante, portano l'osservatore a riflettere sulle forme della realtà, sull'estetica del quotidiano.
Bastano due esempi.
- Monogram (1955-59) consiste in una sorta di piattaforma con immagini e frammenti di vario tipo. Su di essa è collocata una capra con lunghe corna e pelo lungo, imbalsamata. Attorno al corpo reca un copertone d'autocarro, dipinto.
- Bed (1955) risulta più riconoscibile. L'opera presenta il carattere del quadro. In realtà consiste in un materasso appeso alla parete, completo di coperte, lenzuola e cuscino. Le tracce di pittura gli aggiungono però qualcosa di vissuto, a tratti drammatico. Nel suo caso, questa presenza così realistica e disorientante assume una valenza emblematica, persino epica. |