|
Come molti coetanei, Robert Rauschenberg si è sempre occupato di tecniche fotografiche.
Già nel 1950 realizza, assieme a Susan Weil, le cosiddette "blueprints". Sono immagini ottenute collocando vari oggetti su fogli di carta sensibile, che poi venivano esposti alla luce.
Nel corso degli anni '50 si dedica a un'applicazione particolare della fotografia: la tecnica del riporto fotografico. Attorno al 1960 la sfrutta ampiamente per i suoi quadri. Utilizza immagini tratte da giornali e riviste: volti di Kennedy, foto delle prime missioni nello spazio, reportage di guerra.
L'interesse di queste immagini non è dato dal loro valore simbolico o dalla bellezza delle figure rappresentate. Invece, è il loro modo di essere proiezione del mondo quotidiano e di combinarsi efficacemente nel quadro, per dare luogo a una nuova immagine, del tutto autonoma.
Questo modo di utilizzare le immagini dei media avvicina Rauschenberg agli artisti Pop.
A metà degli anni '60 Rauschenberg inizia a interessarsi alla tecnologia.
Nel suo lavoro introduce il movimento. Nascono le opere girevoli su plexiglass (Revolvers, Soundings, 1968).
Negli anni '70 si dedica allo studio dei fenomeni percettivi (Scritture, 1974; Brine, 1975).
Robert Rauschenberg nel corso della sua carriera si è dimostrato sempre estremamente versatile.
Dagli anni '60 in avanti si è dedicato anche alla scultura e alla litografia. Famose le litografie degli anni '60 e '70, realizzate per la Universal Limited Art Edition (ULAE).
Già all'inizio degli anni '50 realizza scenografie e allestimenti. Attorno al 1954, in collaborazione con Merce Cunningham e John Cage, partecipa a happening e performance improntate sulla contaminazione delle arti. |