Pierre-Auguste Renoir
Attività artistica di Pierre-Auguste Renoir.
Fasi principali dell'evoluzione artistica di Renoir
Gli inizi di Renoir si svolgono nel segno della pittura accademica e del realismo.
Èl'incontro con Bazille, Sisley e Monet, nello studio di Charles Gleyre, a segnare una svolta fondamentale. La comune aspirazione ad un’arte viva e spontanea, in antitesi con quella insegnata nelle accademie, e l'ammirazione per la figura di Manet, offrono ai quattro giovani lo spunto per nuove ricerche e soluzioni formali.
A partire dal 1863 pratica assiduamente la pittura "en plein air" a Fontainebleau, a Marlotte. Nel corso delle sue sedute di pittura ha modo di incontrare Narcisse Diaz de la Peña, grande maestro nel paesaggio. Da lui trae il proposito di adottare tonalità più chiare, luminose e naturali.
Dopo la guerra franco-prussiana Monet torna dall'Inghilterra. È allora che Renoir e Monet imboccano con decisione la strada che di fatto sancisce la nascita dell'Impressionismo. Assieme si recano spesso a dipingere ad Argenteuil. Nella tensione di rendere gli effetti luminosi e lo scintillio dei riflessi dell'acqua, Renoir sostituisce le pennellate spesse del passato con piccoli tocchi di colore puro.
Ma Renoir non dipinge solo paesaggi e vedute della Senna. Nelle sue tele ricorre spesso la figura umana. Pensiamo a capolavori come La promenade (1870) o Cavallerizze al Bois de Boulogne) (1873). Col tempo, è proprio la figura umana a prevalere, sostituendo del tutto la natura o relegandola a semplice fondale: Bal au Moulin-de-la-Galette, L'altalena, del 1876.
A partire dal 1878 Renoir si stacca dal gruppo impressionista. Diventa un assiduo del Salon e comincia a ottenere un certo successo di pubblico.
Parallelamente si dedica quasi completamente al ritratto. I soggetti sono perlopiù bambini e giovani donne. Li rappresentate nella spensieratezza di un'atmosfera felice e gioiosa. Qualità principale di queste opere è la straordinaria capacità di Renoir di rendere con pochi tocchi di pennello l'incarnato delicato dei volti, lo splendore delle vesti, la ricchezza degli ornamenti: Sur la terrasse (1881), Ragazza con ventaglio (ca 1881).
Nei primi anni '80 Renoir va incontro ad un periodo di crisi creativa. Avverte la sensazione di non saper più dipingere e disegnare.
Decide quindi di mettersi in viaggio, alla ricerca di nuovi stimoli. L'Algeria, l'Italia, Napoli. Ad impressionarlo sono soprattutto gli affreschi pompeiani e la pittura di Raffaello.
Da queste esperienze trae l'impulso per un maggior rigore nel disegno e nella composizione. Ne scaturisce un tipo di pittura particolare, che l'artista definisce "aspra". Attenzione al disegno, modellati ben definiti, tonalità più chiare e delicate, caratterizzano questa fase, di cui l'opera più significativa è costituita da Le grandi bagnanti, del 1887.
Intorno al 1888 Renoir ritorna in parte sui suoi passi, giudicando queste posizioni eccessivamente severe. Elabora un nuovo stile, definito "madreperlaceo". In esso si combinano caratteristiche della maniera "aspra" con una maggior flessibilità delle forme e una rinnovata freschezza del colore. Le tinte risultano più calde, la luce dorata, la pennellata più leggera.
Quanto ai soggetti, a dominare sono ormai i ritratti di fanciulle, tanto apprezzati dalla borghesia francese. Tra i capolavori di questa fase si possono ricordare le varie versioni di Due ragazze al pianoforte (1892).
All'inizio del '900 Renoir è colpito da una grave malattia reumatica. Continua però a dipingere imperterrito. Anzi, riscopre il gusto del colore. Un colore vivo, carnoso, sontuoso, in cui predominano tonalità rossicce, accese da nuovi bagliori.
Si dedica sempre ai ritratti, ma accanto ad essi propone figure della mitologia classica, paesaggi e nature morte. Summa di questo "canto del cigno" dell'artista sono le Grandi bagnanti (1918-19), uno degli ultimi dipinti. In questa tela personaggi e sfondo si fondono in un panico abbraccio, in una sorta di apoteosi di colore. La pennellata, sempre più libera e sfilacciata, assume le sembianze di quella di Rubens o dell'ultimo Tiziano.
Gli stessi anni vedono Renoir impegnato anche nella scultura, spesso realizzata a due mani. Fa pochi lavori, ma l'opera dedicata alla moglie è un capolavoro di umanità e tenerezza.
È infinita la schiera dei pittori che in vari momenti hanno tratto ispirazione dall'opera di Pierre-Auguste Renoir. Tra loro vanno ricordati Federico Zandomeneghi, De Nittis, Pierre Bonnard, André Derain, Henri Matisse, Giorgio de Chirico, Carlo Carrà e Ardengo Soffici.