Henri Rousseau Le Douanier (Il doganiere)
Attività artistica di Henri Rousseau "il doganiere".
Il successo di critica di Henri Rousseau
Ai tempi di Rousseau, il pubblico e parte della critica disprezzavano il suo lavoro. L'artista, dal canto suo, conservava una grande opinione del suo lavoro.
L'autostima di Rousseau trovava conforto nell'apprezzamento di molti altri artisti: i neoimpressionisti, Redon, Degas, Toulouse-Lautrec. Ma furono soprattutto Paul Gauguin, Pablo Picasso e Robert Delaunay a vedere nelle sue opere la compiuta espressione di un ritorno alle origini, di una liberazione degli istinti. Indicativa della grande fiducia riposta nelle proprie capacità è la frase che Rousseau rivolge, nel 1908, al giovane Picasso: "Noi siamo i due più grandi pittori dei nostri tempi, tu dello stile 'egiziano', io del genere 'moderno'!".
Rousseau fu grandemente apprezzato anche dai surrealisti. Essi, infatti, vedevano in lui e nelle sue visioni oniriche un precursore fodamentale. Ai loro occhi le sue giungle, ambigue e irreali, apparivano come paesaggi interiori, immagini fantastiche dettate dall'inconscio.
Tra gli estimatori di Rousseau vanno ricordati anche Kandinsky, Franz Marc, August Macke e Léger. Di lui ammiravano la capacità di andare contro corrente e fare tabula rasa delle tradizionali tecniche di rappresentazione.
Rousseau il Doganiere ha giocato un ruolo importante nella nascita e nella definizione della pittura naïf.
Legati a una poetica del racconto, i pittori naïfs apprezzavano, e apprezzano, in particolar modo i paesaggi urbani e le scene borghesi di Rousseau. Quindi, non le visioni di mondi esotici e misteriosi, ma visioni più semplici e genuine, sospese tra sogno e realtà. Ad esempio: Una sera di carnevale (1886), Le nozze (1905), Il calesse di papà Juniet (1908), Giocatori di pallone (1908), Jardin du Luxembourg: Monument de Chopin (1909).
Morto povero, Rousseau ha ottenuto un successo crescente ben dopo la sua morte.