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Il Kunstmuseum di Basilea dedica una splendida mostra a Louis Soutter (1871-1942), un artista svizzero poco conosciuto ma dotato di una straordinaria capacità inventiva.
Il suo primo amore è la musica, il violino, ma quando scopre la pittura decide di dedicarsi anima e corpo a questa disciplina. Nel 1897 corona uno dei suoi sogni. Parte per l'America. Vorrebbe fermarsi a New York, ma il lavoro lo porta a Colorado Springs, dove dirige una scuola d'arte.
La sua vita sembra aver raggiunto un certo equilibrio, ma nel 1903, in seguito a una grave malattia, è costretto a far ritorno in Svizzera. Sono anni di incertezze e di cambiamento, anche sul lavoro. Suona come violinista nell'orchestra sinfonica di Losanna e Ginevra, lavora per il cinema, vive di espedienti. Nel 1923, la famiglia, preoccupata per i suoi vagabondaggi, decide di internarlo presso l'ospizio di Ballaigues, dove l'artista rimane ricoverato fino alla morte.
In questo contesto, Soutter crea opere straordinarie, che nulla hanno a che fare con la produzione precedente. Con pochi materiali a disposizione, penne e pastelli, realizza immagini ornamentali e di fantasia, che traggono ispirazione dalla natura, dalla Bibbia e dagli scritti di Dante e Shakespeare.
Riprenderà gli stessi temi, con varianti infinite, ma dimensioni più grandi, tra il 1930 e il 1936, facendo nascere dal nulla un mondo misterioso e drammatico, popolato da femmine seduttrici, peccatori e senza Dio. Un universo fantastico, che ha la sua origine nell'inconscio.
Dopo il 1936, oltre all'inchiostro di china, Soutter comincia a usare l'inchiostro da stampa, e lo fa direttamente con le dita. Crea "silhouettes" scure, nere, che richiamano l'arte primitiva e sembrano danzare seguendo ritmi arcaici e musicali. In alcuni lavori si interessa anche al tema della Crocifissione di Cristo.
Si tratta nel complesso di forme allucinate ed enigmatiche, animate da un grande dinamismo e portatrici di simboli misteriosi. Un mix di grande fascino.
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Non la pensavano così i suoi contemporanei. E infatti Soutter fu ignorato per anni. Tra i pochi sostenitori della sua opera ci sono tuttavia personaggi famosi, come lo scrittore Jean Giono e, soprattutto, Le Corbusier, che fu il primo, nel 1936, a scrivere su di lui.
La retrospettiva di Basilea presenta un centinaio di disegni e alcuni libri illustrati dell'artista. Lo fa mettendo a confronto le sue opere con quelle di altre importanti figure del '900: Picasso, Matisse, Miró, Klee, Giacometti, Le Corbusier ecc. |