Mostre di arte moderna e contemporanea
Exit, Nuove Geografie della Creatività Italiana
22 settembre 2002 - 6 gennaio 2003
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Centro per l'Arte Contemporanea
Via Modane 16, Torino
Tel. 011-19831600
Orari: mar-dom 11-19, gio 11-23, lunedì chiuso
Veduta di "Exit", mostra inaugurale del Centro per l'Arte Contemporanea di Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
La mostra "Exit" è curata da Francesco Bonami, direttore della Sezione Arti Visive della Biennale di Venezia 2003. Con essa la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, attiva dal 1995, presenta al pubblico la sua sede torinese, progettata dall'architetto Claudio Silvestrin.
Oltre a segnare la nascita di un nuovo Centro per l'Arte Contemporanea in grado di competere e collaborare con analoghe strutture straniere, "Exit" intende sottolineare il nuovo indirizzo dell'arte italiana, che sta cercando di "uscire" da un passato e una tradizione pesanti alla ricerca di un confronto con le esperienze artistiche internazionali. Una ricerca basata sull'eterogeneità dei mezzi tecnici e dell'espressività.
Gli artisti selezionati sono 63, 70 le opere, quasi tutte realizzate appositamente per la mostra. Tra le tecniche utilizzate ci sono dipinti, sculture, installazioni, fotografie e soprattutto video, presenti in parte su monitor e, in parte, su grande schermo nell'Auditorium.
Difficile trovare un denominatore comune o l'esistenza di una corrente. Si tratta, per lo più, di ricerche sul proprio mondo interiore o di denunce di problemi sociali.
"Gli artisti di oggi", sostiene Bonami, "non vedono l'arte come un dialogo, preferiscono chiudersi nei loro spazi". Ed è proprio per porre rimedio a questa situazione "dispersiva", che ha fatto affidamento sull'allestimento mettendo in contatto le opere tra loro come avveniva negli anni '60 e '70, quando i lavori degli artisti si caricavano vicendevolmente di energia.
Il Centro per l'Arte Contemporanea di Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Come ha più volte ripetuto nei suoi discorsi, Bonami tiene a precisare che le sue scelte rappresentano uno spaccato dell'arte italiana del 2000, ma non hanno nulla di definitivo. Il risultato della sua indagine non significa affatto che nel nostro Paese non ci siano altre proposte interessanti, o che gli artisti presenti a "Exit" rappresentino il futuro dell'arte italiana. Qualsiasi mostra implica necessariamente una scrematura. "Questo è il rischio che ogni curatore deve affrontare, ma anche la molla che lo spinge a realizzare ogni volta qualcosa di nuovo" seguendo gusti personali e consigli, ma anche l'evoluzione del panorama artistico. Questo è anche il motivo per cui "Exit" non rappresenta un'anteprima di ciò che vedremo alla Biennale dell'anno prossimo, ma qualcosa che rispecchia le scelte attuali del curatore, suscettibili di continue evoluzioni. Potranno ovviamente esserci delle consonanze, ed è giusto che ci siano, perché servono a confermare la validità e l'attualità di una proposta.
Scelte a parte, quello che davvero importa, secondo Bonami, è dare spazio all'arte italiana e promuoverla con maggior forza anche all'estero. L'arte contemporanea è uno strumento di grande importanza nella costruzione dell'identità culturale di un Paese e l'Italia deve fare molto di più per renderla visibile. Lo Stato deve impegnarsi in una politica economica ed espositiva più accorta ed efficace dando man forte ai privati.
La creazione del nuovo Centro per l'Arte Contemporanea si pone proprio in quest'ottica, come dimostra anche il suo nuovo logo. La "F" posta sopra la stella come punto cardinale indica chiaramente che la Fondazione intende proporsi come imprescindibile punto di riferimento per l'arte contemporanea a Torino, in Italia e nei confronti dei Paesi stranieri.
Il catalogo riflette il fermento in atto nel panorama artistico del nostro Paese e non si riferisce soltanto alle opere in mostra, ma all'ambiente culturale italiano in generale: arte, musica, teatro, cinema e danza.