Mostre di arte moderna e contemporanea
Degas e gli italiani a Parigi
14 settembre - 16 novembre 2003
Palazzo dei Diamanti
Corso Ercole I d'Este 21, Ferrara
Tel. 0532-209988
Orari: dom-gio 9-20, ven-sab 9-24
Per prenotare: 0532-248045 (singoli); 0532-209988 (gruppi)
Il Palazzo dei Diamanti di Ferrara, che ci ha abituati da tempo a proposte di qualità, inaugura la stagione autunnale con una bella mostra, dedicata a Edgar Degas e ad alcuni grandi protagonisti dell'arte italiana di fine '800, che hanno passato un periodo della loro vita a Parigi instaurando un vivace scambio di opinioni con gli artisti locali.
Filo conduttore della mostra è Degas, un personaggio "fuori dal coro", di cui si indagano le tematiche e le affinità con altri artisti.
Amico di Manet e degli impressionisti, Degas partecipò a quasi tutte le mostre organizzate dal gruppo, a partire dalla prima, quella del 1874, eppure il suo modo di lavorare non aveva molto a che vedere col loro. Non lavorava all'aperto, ma nel chiuso dell'atelier, dove rielaborava schizzi, ricordi e fotografie. Non era interessato al paesaggio e agli effetti di luce, ma alle persone. Alla campagna e alla vita "en plein air" preferiva la vita artificiale delle città. Gli piaceva andare a teatro, a vedere i balletti o le corse dei cavalli. Non lasciava nulla al caso, all'impressione visiva. Anche se il risultato sembrava di una spontaneità disarmante, studiava tutto nei minimi dettagli, soprattutto le pose e le inquadrature.
Di origine napoletana, Degas fu un punto di riferimento importante per alcuni artisti italiani che scelsero di vivere a Parigi un periodo più o meno lungo della loro vita. Tra loro, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Medardo Rosso.
La mostra di Ferrara cerca di analizzare le relazioni intercorse tra Degas e questi artisti mettendo a confronto le loro opere. Proprio per questo, il percorso espositivo non segue un andamento cronologico, ma tematico e si dispiega sulla scia dei soggetti cari a Degas.
La prima sezione è dedicata all'Italia, un paese molto amato dall'artista che vi soggiornò a più riprese soprattutto negli anni di formazione. Il suo primo viaggio nella Penisola risale al 1856 ma si prolunga di qualche anno. Degas vede prima Napoli, poi Roma. Nel 1858 si reca a Firenze, dove ha modo di conoscere i macchiaioli e realizza alcuni studi per La famiglia Bellelli, che porterà a termine nel 1862. Tra questi, rientra anche il Ritratto di Giulia, esposto in mostra come testimonianza della precocissima maturità artistica di Degas.
L'area successiva prende in considerazione i ritratti realizzati da Degas, che amava raffigurare uomini e donne, gruppi familiari e soprattutto gli amici: Edouard Manet, Diego Martelli, Mary Cassat.
Accanto a lui fa la sua figura Giovanni Boldini, uno dei più geniali ritrattisti del periodo, tra l'altro ferrarese.
La terza sezione rende omaggio alle opere più famose di Degas, quelle che raffigurano le ballerine e il mondo del teatro. Si confrontano con lui, soprattutto nella "prova di canto", Boldini e Zandomeneghi.
Degas amava molto anche le corse dei cavalli, cui ha dedicato lavori straordinari, come Cavalli da corsa in un paesaggio e Prima della partenza. La sua passione era condivisa anche da Giuseppe De Nittis, di cui la mostra espone il grande Studio per le "Corse a Longchamps".
A partire dagli anni '80, Degas si interessò in modo crescente al nudo femminile. I suoi lavori sono per lo più a pastello e la naturalezza regna sovrana. Guardando le sue donne che si lavano, si pettinano o si asciugano si accede a un mondo di intimità fino ad allora celato. Le sue ricerche tematiche e stilistiche vennero riprese anche dagli artisti italiani. Tra tutti spicca Zandomeneghi, presente in mostra con un bel pastello, il Nudo di donna che si asciuga i capelli.
Anche se preferiva la vita artificiale della città a quella "en plein air", intorno agli anni '90, Degas si applicò anche al paesaggio. I suoi lavori riecheggiano quelli di De Nittis, di cui, tra l'altro, era collezionista, ma gli esiti sono diversi. Degas è più vicino all'astrazione.
Lo stesso tentativo di dissoluzione della forma si riscontra anche nella scultura, a cui Degas si dedicò in tarda età, ormai prossimo alla cecità. In questa sezione gli è compagno Medardo Rosso, interessato alla registrazione emotiva del dato ottico e alla fusione tra figura e atmosfera.
Per Degas, colpito dalla malattia, si tratta soprattutto di una necessità. Ma è comunque conforme al suo pensiero. Disegnando a memoria, infatti, "... non si riproduce altro che quanto ci ha colpito, cioè il necessario".
La rassegna, curata da Ann Dumas, è stata realizzata da Ferrara Arte in collaborazione con le National Galleries of Scotland di Edimburgo, da cui provengono importanti lavori di Degas.