Mostre di arte moderna e contemporanea
L'arte del gioco. Da Klee a Boetti
21 dicembre 2002 - 13 maggio 2003
Museo Archeologico Regionale
Piazza Roncas 12, Aosta
Tel. 0165-235878
Orari: 9-19
Le opere d'arte, come i giochi, sono oggetti magici, aprono spazi all'immaginazione e alla creatività. Aiutano a pensare oltre le convenzioni, a superare il conformismo, sono una spinta potente per il rinnovamento.
Sulla scia degli studi di psicologia, che rivalutano la parte più oscura e sconosciuta dell'essere umano, quella più vera e trasgressiva, alcune Avanguardie di inizio '900 si accorgono della capacità eversiva del gioco e ne fanno oggetto della loro arte. Un interesse che si può riscontrare anche nelle opere degli artisti strettamente contemporanei.
La mostra di Aosta, suddivisa in 13 sezioni, affronta il tema del gioco puntando l'attenzione sulle caratteristiche che lo hanno reso uno dei protagonisti dell'arte del '900: ironia, provocazione, casualità, spazio aperto alla fantasia e alla libertà, fattore di conoscenza, crescita e creatività. 200 le opere esposte, tra dipinti, sculture, installazioni, fotografie, video e videogiochi. 70 gli artisti. Lunga la lista dei prestatori, che fanno parte di alcune delle maggiori collezioni pubbliche e private italiane e internazionali.
Il percorso espositivo si apre con Balla e Depero, autori del celebre manifesto sulla "Ricostruzione futurista dell'universo", che esalta "il giocattolo futurista... utilissimo anche all'adulto, poiché lo manterrà giovane, agile, festante, disinvolto, pronto a tutto, instancabile, istintivo e intuitivo". In definitiva, aperto al cambiamento.
Anche i dadaisti si lasciarono sedurre dal gioco. Oltre ai loro "non-sense" ironici e scherzosi, va sottolineato il loro interesse per gli scacchi, che attrassero Man Ray e, soprattutto, Duchamp, che vi dedicò parte della vita e vinse parecchi tornei.
Il gioco contagiò anche i surrealisti (Klee, Dalí, Magritte, Tanguy, Miró), e non avrebbe potuto essere diversamente. Il caso, l'istinto, la fantasia, le libere associazioni di immagini e parole (i "cadavres exquis"), l'uso di oggetti simbolici sono alla base della loro filosofia ma anche di qualsiasi attività ludica.
Tra gli artisti italiani vicini al Surrealismo, uno spazio particolare spetta ai fratelli Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, ironici maestri dell'enigma e del mistero, che si ispirano rispettivamente al mondo delle fiabe (Nel paese delle Gatte Fate, 1944) e dei giocattoli (Senza titolo, 1930).
In una rassegna come questa non poteva mancare il circo, che, con la sua magia e i suoi colori, ha contagiato grandi e piccini, ma anche molti artisti del '900, tra cui Fernand Léger (litografie sul circo) e Alexander Calder (Mobile sur pied, 1967).
Anche le carte da gioco sono state frequente motivo ispiratore per gli artisti. Interpretazioni diverse si devono a Sonia Delaunay ed Emilio Tadini, ma anche a Niki de Saint-Phalle, che al gioco dei Tarocchi ha dedicato un intero parco di sculture, visitabile a Garavicchio, in Toscana.
Si ritorna al gioco/ironia con il Nouveaux Réalisme. Mimmo Rotella scherza col proprio nome e propone come opere d'arte delle vere e proprie rotelle di liquirizia; Daniel Spoerri espone Piano Emmenthal (1990), un titolo che è già un programma; Jean Tinguely presenta Maschinenbar (1960-1985), una delle sue più celebri installazioni, fatte di strani oggetti e marchingegni.
Il gioco diventa provocazione in Fluxus. Ecco allora il robot di Nam June Paik, dedicato a Giuseppe Verdi.
La stessa irriverenza si ritrova all'interno dell'Arte Povera, ben rappresentata dalle armi giocattolo di Pino Pascali (Contraerea) e dalle opere di Alighiero Boetti (Dame, 1967; Faccine, 1978), cui è dedicata un'intera sala.
Un'attenzione particolare spetta ad altri due protagonisti dell'arte italiana, Bruno Munari e Fausto Melotti, che hanno evidenziato la dimensione poetica e culturale del gioco. Un gioco che, per Munari, trova il suo completamento nella partecipazione del fruitore e che, per Melotti, ha la stessa leggerezza della poesia.
Al mondo dell'infanzia si ispirano le opere di Schifano (Winnie The Pooh), Enrico Baj (Meccano), Mario Ceroli (Pinocchio), Aldo Mondino (Torre di torrone). Ma anche le sculture fatte coi fumetti o le guide telefoniche di Stefano Arienti e No frost di Liliana Moro, che utilizza i cartoni animati.
Figure care ai bambini anche per Haim Steinbach, che ripropone i celebri personaggi di Armando Testa, indimenticabili protagonisti di Carosello: Papalla, Pippo, Caballero, Carmencita. Gioco e ironia ritornano nelle opere di altri artisti delle giovani generazioni, come Maurizio Cattelan, Loris Cecchini, Patrick Tuttofuoco.
La rassegna non poteva dimenticare i nuovi media, che hanno grande importanza nell'arte e nell'attività ludica dei nostri tempi. Ed ecco allora il video dell'artista svizzera Pipilotti Rist, l'installazione interattiva di Piero Gilardi e i videogiochi di Eva Marisaldi e Miltos Manetas.
La mostra è curata da Pietro Bellasi, Alberto Fiz e Tulliola Sparagni.