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Un omaggio a Marino Marini (1901-1980), uno dei principali artisti italiani del '900, apprezzatissimo sia dal pubblico che dalla critica.
La rassegna abbraccia tutto l'arco creativo di Marini dagli anni '20 ai '70 e si sviluppa attorno a un nucleo di 100 opere tra dipinti e sculture. I lavori provengono da importanti raccolte pubbliche e private, tra cui l'Hamburger Kunsthalle, la Kunsthaus di Zurigo, il Museo Civico e la Fondazione Marino Marini di Pistoia, il Museo Marino Marini di Firenze, la Collezione Barilla.
Alle immancabili sculture dedicate al tema del "cavaliere", nel quale Marini adombra la condizione dell'uomo moderno, si affiancano i ritratti della moglie e degli amici artisti (Carrà, Chagall, Melotti, Richier), del mercante americano Curt Valentin, i "Giocolieri", i "Cavalli" e le anonime figure femminili intitolate, di volta in volta, "Giovinetta", "Pomona", "Piccola danzatrice". Molte le sculture di piccola dimensione, che l'artista ha realizzato a partire dagli anni '50 conservando intatta tutta la sua potenza espressiva.
Di grande raffinatezza è anche la produzione pittorica di Marino Marini, dalla quale affiora una grande capacità di sintesi. Ai temi consueti, come i "Giocolieri" o i "Cavalli", si affiancano opere straordinarie, come Parata I (1950), Il Teatro delle Maschere (1956), Mobilità del colore (1958), una composizione astratta giocata sui toni del rosso. |
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Meno conosciuta, ma già interesssante, l'attività giovanile di Marino Marini, caratterizzata da un forte richiamo ai modelli classici (Giovinetto, 1927-28; Piccolo nudo, 1929) e all'intimismo e ai temi di Medardo Rosso (L'ammalata, 1927-28; La monaca, 1928).
Per quanto riguarda la produzione degli anni '30 e '40, la mostra propone alcune opere di carattere sacro (Crocifissione, 1939) e mitologico (Bacco, 1935, Le Tre Grazie, 1943), realizzate con la tecnica del bassorilievo.
La rassegna è curata da Erich Steingräber e Alberto Fiz e si avvale della collaborazione della Fondazione Marino Marini.
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