|
Per ricordare il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Tazio Nuvolari, il "Mantovano volante", la sua città ha deciso di realizzare una mostra sul mito della velocità e l'arte del movimento.
In visione 150 opere (dipinti, installazioni e immagini elettroniche) allestite tenendo presente la duplice natura della velocità, che può essere intesa in senso fisico o mentale.
La rassegna non poteva partire che dal futurismo, dato il suo interesse per le macchine, le forze in movimento, la tensione delle forme nello spazio. Ecco allora le opere di Marinetti, Boccioni, Balla, Depero, Russolo, Fillia, Prampolini, Severini, Dottori e Crali. Quindi anche gli esponenti del secondo futurismo, caratterizzato da un maggior interesse per l'astrazione e dalla realizzazione delle aeropitture.
Non c'è un'unica formula. L'idea del movimento può essere espressa artisticamente in diversi modi, secondo la sensibilità dell'autore e il suo stile.
A volte, basta la rappresentazione di un "idolo meccanico" (Scarpitta, Tinguely, Rotella, Del Pezzo e Spoldi). Ma può essere suggerita anche in modo più sottile, attraverso l'uso di moduli astratti o geometrici (Albers, Bill, Arp, Magnelli, Licini, Veronesi, Reggiani, Dorazio, Sanfilippo, Nigro e Ciussi), oppure facendo assumere alla scrittura, parole e lettere, un valore iconico e visivo (Kolar, Villa, Miccini e Accame).
|
|
Il dinamismo è sicuramente più pronunciato quando è il risultato della velocità di esecuzione dell'artista, o quando denota un'idea di forza e di azione. Questo avviene nel caso dello spazialismo (Fontana) e di molto informale, sia segnico che gestuale (Wols, Tobey, Hartung, Mathieu, De Kooning, Vedova, Scanavino, Novelli, Afro).
La sensazione che qualcosa si stia muovendo può nascere, infine, sulla base di effetti ottici semplici, o alimentati da marchingegni poco invasivi. Parliamo allora di arte cinetica e programmata e di autori come Vasarely, Morellet, Le Parc, Soto, Colombo, Alviani, Boriani e Varisco.
Un rinnovato interesse per la velocità si riconosce oggi all'interno delle nuove tecnologie, che rendono sempre più facile annullare le distanze e abbattere le barriere tra spazio e tempo. Il percorso espositivo si conclude quindi con una documentazione di videoarte, realizzata attraverso l'esperienza di Luciano Giaccari.
La mostra è curata da Claudio Cerritelli.
|