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Sotto la guida dell'architetto svizzero Kurt W. Forster, che è stato uno degli artefici della ricostruzione di Berlino dopo la riunificazione, ha aperto a Venezia la IX edizione della Biennale Internazionale di Architettura. Il tema della manifestazione è "la metamorfosi", considerata in tutte le sue declinazioni: tecniche, sociologiche e geografiche.
Il motivo di questa scelta non è casuale. Il mondo in cui viviamo è, infatti, un mondo in incessante trasformazione e questo può essere fonte di angoscia, ma anche spinta e ricerca del nuovo. È questa la direzione in cui si muove l'architettura internazionale, che, utilizzando i più avanzati mezzi informatici, cerca di adattare i vecchi edifici al presente, oppure ne crea di nuovi sfruttando materiali inediti e "mutanti". I palazzi perdono le vecchie sembianze geometriche e finiscono per assomigliare a organismi viventi, che risentono dei cambiamenti dell'ambiente circostante o vi si confondono. Forte è, infatti, anche l'interesse per il paesaggio.
I progetti in mostra sono circa 200 e sono il frutto del lavoro dei più prestigiosi studi internazionali. Si dividono tra i Giardini di Castello e l'Arsenale, dove vengono presentate anche altre iniziative di contorno, tra cui rassegne fotografiche, video e filmati. Di grande interesse sono soprattutto le tre sezioni di fotografia, curate da Nanni Baltzer con scatti di Thomas Ruff, Andreas Gursky, Araki, Luisa Lambri, Dan Graham, Herzog & de Meuron ecc.
Alle Corderie è esposta una selezione dei progetti architettonici più innovativi, realizzati dagli anni '70 ai nostri giorni. Troviamo anche le opere di quattro grandi protagonisti del '900. Parliamo di Peter Eisenman (Leone d'Oro alla carriera), Frank O. Gehry, Aldo Rossi e James Stirling.
La rassegna offre lo spunto per guardare a quello che sta succedendo oggi. Si aprono così altre sezioni, dedicate alle superfici, all'atmosfera e agli iper-progetti. E sono proprio questi a rappresentare la vera novità degli ultimi anni. Al loro interno si condensano, infatti, vere e proprie città in miniatura, che devono riuscire a rispondere a tutte le esigenze dei visitatori.
Un'altra sezione, curata da Rinio Bruttomesso (direttore del Centro Internazionale Città d'Acqua di Venezia), è dedicata alle città d'acqua: Bilbao, Buenos Aires, Lione e Seul, che hanno saputo trasformare le aree portuali e adibirle a nuove funzioni. Per rendere più reale e suggestiva la presentazione, i progetti sono esposti in un padiglione galleggiante, ancorato al bacino dell'Arsenale.
La mostra prosegue ai Giardini di Castello, all'interno dei Padiglioni nazionali e anche in esterno.
Nel Padiglione Italia, accanto alla sezione dedicata alle case degli italiani (Notizie dall'interno), curata da Mirko Zardini, figura l'area dedicata alle Sale da Concerto, megastrutture di grande impatto, che hanno visto all'opera architetti di fama internazionale come Gehry, Piano e tanti altri.
Da segnalare anche l'intervento della DARC (Direzione Generale per l'Architettura e l'Arte Contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali), che ha voluto dare il suo contributo alla mostra allestendo al Padiglione Venezia, una rassegna su 50 anni di architettura italiana.
Per ulteriori informazioni si può consultare il sito Internet della Biennale. |