Mostre. Mostre di arte moderna e contemporanea, in Italia e nel mondo

Visioni del fantastico e del meraviglioso. Prima dei surrealisti

15 ottobre 2004 - 16 gennaio 2005

Fondazione Antonio Mazzotta
Foro Bonaparte 50, Milano
Tel. 02-878197
Orari: 10-19:30, mar e gio 10-22:30, lunedì chiuso

Sono 10 anni che Gabriele Mazzotta ha trasformato un'ex manifattura tessile in spazio espositivo per l'arte moderna e contemporanea.
Per festeggiare questa ricorrenza, ha deciso di proporre una mostra eccezionale con opere che provengono dalla collezione della Fondazione Antonio Mazzotta. Una raccolta straordinaria, composta da libri, incisioni originali e tempere, tra cui spiccano "Cinquecentine" di gran pregio, "Emblemata" del '600 e alcune "Vedute ottiche" della seconda metà del '700.

La mostra, divisa in sezioni tematiche (Fisiognomica, Danza macabra, Macchine fantastiche e scientifiche, Wunderkammer ecc) indaga il mondo del fantastico e del visionario dal 1400 agli inizi del '900. Una carrellata di 300 opere che si apre e chiude idealmente con la Divina Commedia, il capolavoro di Dante. Da questo libro straordinario, che ha ispirato schiere di artisti ed editori, prendono spunto, infatti, le 68 xilografie a piena pagina che Bonino de Boninis ha stampato per un rarissimo incunabolo del 1487, ma anche una serie di illustrazioni che Alberto Martini ha realizzato tra il 1901 e il 1944.

L'interesse per il mistero e il sovrannaturale non ha età. Lo dimostrano le opere di tanti artisti di epoche diverse, affascinati da tutto ciò che sfugge alla razionalità, sia esso un mondo ultraterreno o il nostro essere più profondo. Un universo sconosciuto, aperto all'inventiva e alla creatività. Ecco allora, per restare nell'ambito di questa rassegna, le splendide incisioni di Pieter Bruegel il Vecchio, La Tentazione di Sant'Antonio (1635) di Callot, le Carceri (1740-50) di Piranesi, i Capricci di Goya e le Tentazioni di Sant'Antonio di Redon, le opere di artisti romantici come Blake, Delacroix e Grandville, la Beata Solitudo (1908) di Boccioni, i lavori di Kubin e Klinger.

La mostra è curata da Gabriele Mazzotta ed è accompagnata da una serie di eventi collaterali, legati al tema di questa rassegna e alla storia della Fondazione.


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