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Giuseppe Panza di Biumo ha iniziato a comprare opere di Dan Flavin nel 1966 quando in Italia nessuno lo conosceva. Era affascinato dalla sua capacità di rendere palpabile la luce, di creare energia, di realizzare ambienti carichi di sacralità. Per questo, gli ha comprato molte installazioni e altre ne ha fatte eseguire appositamente per la sua Villa di Varese.
Nel 1996 la sua casa è stata donata al FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano) e molte opere della sua collezione, hanno preso la via di New York entrando a far parte del patrimonio del Solomon R. Guggenheim Museum. Tra queste, anche 7 installazioni di Flavin.
Questa mostra, la più importante rassegna su Flavin mai realizzata in Europa, le ha riportate in Italia, a Varese, per un doveroso omaggio a uno dei più acclamati interpreti del Minimalismo americano, festeggiato in contemporanea anche alla National Gallery of Art di Washington.
Le 20 installazioni in mostra, provengono tutte dalla Collezione Panza di Biumo e sono ospitate in diversi ambienti della Villa, rustici e scuderie comprese, dando vita a un percorso emozionante, segnato dalla luce e dal colore. Le opere di Flavin sono, infatti, composte esclusivamente da tubi di luce al neon. Quelli che ciascuno di noi potrebbe trovare in commercio. Variano i colori, la disposizioni degli elementi, la loro grandezza. Sono opere semplici, modulari, ma non banali. Trasmettono emozioni, riflessioni etiche ed estetiche. Fanno pensare.
I titoli, anche se non sono essenziali alla comprensione dell'opera, che, per Panza di Biumo non ha bisogno di spiegazioni, ma si coglie per intuizione e per "immersione", aiutano a cogliere l'ispirazione dell'artista, la sua lucidità di pensiero. Ecco allora Monument for Those Who Have Been Killed in Ambush (to PK who reminded me about death del 1966, in ricordo della guerra e del fratello morto in Vietnam; la serie dedicata agli artisti del primo '900 (Matisse Untitled - to Henri Matisse, 1964), indice di un debito verso la pittura e il colore puro; l'omaggio a un compagno di ricerca come Donald Judd, cui Flavin dedicò diverse opere, tra cui An artificial barrier of blue, red and blue fluorescent light (to Flavin Starbuck Judd) del 1968. Un'installazione lunga 14 metri, che, coi suoi tubi intrecciati, impedisce l'attraversamento dell'opera. |