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Gli spazi monumentali di Castel Sant’Elmo ospitano una grande mostra su Pino Pascali, uno degli artisti più originali e creativi della scena artistica italiana del dopoguerra, scomparso ad appena 33 anni. Un artista che amava "ricreare" le cose dal nulla con grande intelligenza e infinita ironia giocando coi materiali, le associazioni di idee, le assonanze delle parole.
L'esposizione ricostruisce tutto il percorso artistico di Pascali, dal 1964 al 1968, l'anno del suo successo alla Biennale di Venezia, ma anche l'anno del tragico incidente di moto che gli costò la vita. Un evento che pose fine a un'esperienza unica nel contesto italiano, a metà strada tra Pop Art e Arte Povera, con incursioni nel Minimalismo.
In mostra, quaranta opere, che provengono da collezioni pubbliche e private italiane ed europee, ma soprattutto dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, che possiede la raccolta più completa dei lavori di Pino Pascali, dono dei familiari dell'artista. Tra le opere più note, Ruderi sul prato (1964), Omaggio a Billie Holiday, Cannone "Bella Ciao" (1965), Ricostruzione del Dinosauro (1966), 1 mc di terra, 2 mc di terra (1967), 32 mq di mare circa (1967), Vedova Blu e Ponte (1968).
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Una sezione dell'esposizione sarà dedicata ai disegni, ai bozzetti e alle fotografie di Pascali, che era anche grafico e scenografo. In mostra, sarà possibile vedere anche il film SKMP2 (1968) di Luca Maria Patella, in cui Pascali realizzò quella che è considerata la prima performance dell'arte italiana.
La rassegna, che rientra negli "Annali delle Arti" di Achille Bonito Oliva, è curata da Eduardo Cicelyn, Angela Tecce, Livia Velani. |