Mostre di arte moderna e contemporanea
Vittore Grubicy e l'Europa. Alle radici del Divisionismo
22 luglio 2005 - 15 gennaio 2006
Museo dell'Ottocento
Villa Belgiojoso Bonaparte
Via Palestro 16, Milano
Tel. 02-76002819
Orari: 9-13, lunedì chiuso
22 luglio - 9 ottobre 2005
GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta 31, Torino
Tel. 011-4429518
Orari: 9-19, gio 9-23, lunedì chiuso
29 ottobre 2005 - 15 gennaio 2006
MART - Palazzo delle Albere
Via R. da Sanseverino 45, Trento
Tel. 0461-234860
Orari: mar-dom 10-18, lunedì chiuso
Vittore Grubicy, pittore, critico, mercante, è stato un personaggio chiave per lo sviluppo dell'arte italiana a cavallo tra '800 e '900, in particolare, per il Divisionismo. In contatto con la cultura olandese e belga, che gli hanno fatto conoscere le avanguardie francesi, ha contribuito in modo determinante alla diffusione dell'arte italiana all'estero e di quella d'Oltralpe nel nostro Paese.
Nato a Milano nel 1851, a soli 19 anni Vittore diventa mediatore della galleria d'arte Pedro Nessi. Il suo incarico lo porta a Londra, una delle piazze più importanti insieme a Parigi, l'Aia, Amsterdam. In poco tempo diventa socio della galleria e, nel 1876, addirittura padrone della ditta, nella quale associa il fratello minore Alberto. Il suo sogno è quello di far conoscere i giovani artisti italiani nel resto d'Europa.
Per sapere cosa sta succedendo altrove, decide di spostarsi dove il mercato è più forte. Potrebbe scegliere capitali più grandi, ma si decide per l'Aia, dove si trasferisce dal 1882 al 1885. In questi anni, fondamentali per la sua formazione, Vittore entra in contatto con gli artisti della scuola locale, una specie di "Barbizon d'Olanda", frequenta Octave Maus e il Groupe des XX di Bruxelles. Si cimenta anche nella pittura e nella critica.
Nel 1885 decide di tornare a Milano e si scontra col fratello sul modo di condurre la galleria. Vittore si sente uno scopritore di talenti, per certi versi anche un mecenate. Lavora sui tempi lunghi. Alberto è più mercante, più legato al guadagno immediato.
Nel 1888 il sogno che Vittore ha accarezzato per tanti anni si concretizza. In occasione dell'"Italian Exhibition" riesce, infatti, a presentare a Londra la Alberto Grubicy's Picture Gallery e ben 54 opere di artisti italiani. Il suo nome non compare tra i soci della galleria per evitare che sorgano conflitti di interesse. Figura, infatti, come critico de la "La Riforma" di Roma.
Gli artisti che ha scelto sono molto bravi, soprattutto Giovanni Segantini, il suo fiore all'occhiello, vincitore della medaglia d'oro ad Amsterdam nel 1883. Accanto a lui espongono Angelo Morbelli, Attilio Pusterla, Achille Tominetti, Giuseppe Giani, Mario Quadrelli. Completano la lista due artisti già noti sulla piazza londinese: Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni. Due pittori che stima molto e di cui, alla morte (nel 1878 e nel 1889), si sentirà in dovere di curare la retrospettiva.
La scelta delle opere evidenzia il passaggio da un gusto tardo-romantico a un naturalismo di stampo illuminista. Forte è anche il messaggio sociale.
Nel catalogo che accompagna la mostra, Vittore avanza l'ipotesi di una linea di continuità tra la Scapigliatura e la giovane Scuola Lombarda rappresentata dalla galleria di famiglia.
L'"Italian Exhibition" segna l'inizio del suo declino come mercante. A decretare il suo fallimento non sono le scelte sbagliate o il disinteresse del mercato, ma i dissapori con Alberto, che arriva ad estrometterlo totalmente dalla galleria.
Costretto ad abbandonare gli artisti che ha scoperto e pieno di debiti, Vittore decide di dedicarsi alla pittura. Studia la tecnica e, grazie alla rivista "L'Art Moderne", si appassiona ai dibattiti teorici sull'Impressionismo e il Neoimpressionismo.
I suoi scritti contribuiscono a diffondere in Italia la conoscenza delle nuove correnti, influenzano la nascita e lo sviluppo del Divisionismo.
Pittore tra i pittori, Vittore dedica il suo tempo alla rappresentazione lirica del suo amato paesaggio lombardo. Con queste opere partecipa a mostre e Biennali. Espone anche al Salon de La Libre Esthétique di Bruxelles.
Scioccato dalla morte precoce di Segantini, avvenuta nel 1899, Vittore smette di dipingere e comincia a rielaborare le vecchie tele. Continua però a esporre. Uno dei suoi più affezionati clienti è il grande Arturo Toscanini, che gli compra numerose tele.
La perdita del suo pupillo è un colpo molto forte, ma attorno a lui c'è ancora un folto gruppo di giovani artisti, attratti dal suo carisma. Vittore sa molte cose e gli piace raccontarle. È per loro un punto di riferimento importante.
Tra i suoi "allievi" figura il giovane pittore Benvenuto Benvenuti, cui lascia morendo, nel 1920, le sue disposizioni testamentarie. Tra i beneficiari delle sue opere e delle sue collezioni ci sono le Civiche Raccolte d'Arte di Milano. La città acquisisce così importanti capolavori, tra cui, High Life di Tranquillo Cremona e La Madonna dei crisantemi di Gaetano Previati.
Alla donazione di Vittore Grubicy e all'"Italian Exhibition" del 1888 è dedicata una delle 3 mostre che ricordano questo personaggio straordinario. Quella allestita a Milano, a Villa Belgiojoso Bonaparte, Museo dell'Ottocento.
Sette delle opere presenti a Londra fanno, infatti, parte delle Raccolte civiche. Quadri di grande bellezza come Vacca bruna all'abbeveratoio (1887) di Giovanni Segantini, Amore materno (1873) e High Life (1876-77) di Tranquillo Cremona, I ragazzi Troubetzkoy col cane (1874) di Daniele Ranzoni, Alle cucine economiche di Porta Nuova (1886-87) di Attilio Pusterla, Venduta! (1884) di Angelo Morbelli.
Gli altri lavori arrivano dai Musées Royaux di Bruxelles, dalla Direzione delle Ferrovie dello Stato di Roma, dalla Galleria d'Arte di Verbania, da raccolte private.
Alla donazione Grubicy appartengono anche un Ritratto di Giovanni Boldini, un Paesaggio di François Daubigny e un'interessante collezione di disegni, che si segnalano per freschezza e vivacità del tratto.
La visita alla mostra offre l'occasione di vedere il riallestimento della collezione museale e la splendida sezione dedicata alle sculture di Medardo Rosso.
Decisamente più corposa la rassegna allestita alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, che prende in considerazione Vittore Grubicy uomo e pittore e i suoi rapporti con gli ambienti artistici d'Oltralpe: la Scuola dell'Aia e i gruppi d'avanguardia di Bruxelles.
La parte dedicata a Grubicy artista comprende circa 50 opere, selezionate tra dipinti e grafiche, che arrivano dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, dalle Civiche Raccolte d'Arte di Milano, da varie collezioni pubbliche e private italiane, nonché dal Musée d'Orsay di Parigi, dal Museum Mesdag e dal Gemeentemuseum dell'Aia, dai Musées Royaux des Beaux Arts e dal Musée d'Ixelles di Bruxelles.
Grande importanza hanno le 8 tele che compongono il Poema panteista, conosciuto anche come L'inverno in montagna. Realizzato tra il 1894 e il 1917, può essere infatti considerato il testamento spirituale dell'artista.
I lavori di Grubicy sono messi a confronto con le opere di altri artisti provenienti dall'Olanda e dal Belgio. Tra questi, i maestri della Scuola dell'Aia: Willem Mesdag, Anton Mauve, i fratelli Maris, Jozef Israëls, Philippe Zilcken, George Breitner, Paul Gabriël, e i Divisionisti belgi: Théo van Rysselberghe, Anna Boch, Willy Finch, Jan Toorop, Emile Claus, George Morren.
Da questo paragone emerge tutta la particolarità dello stile di Grubicy che, diversamente da loro, non ebbe una conoscenza diretta dell'Impressionismo francese e della lezione di Seurat. La sua formazione era legata, infatti, alle informazioni che gli giungevano dagli amici d'Oltralpe e dalla lettura de "L'Art Moderne", che non aveva illustrazioni.
La mancanza di un'osservazione de visu ha notevoli ripercussioni sui suoi lavori che sono stati più volte modificati e presentano tracce di vernice da ritocco. Un modo di fare palesemente in contrasto col Divisionismo classico, che esalta la pennellata vergine e bandisce ogni tipo di vernice. Amalgamando i tocchi di colore puro, essa riduce, infatti, la vibrazione luminosa.
Una sezione particolare è dedicata alla retrospettiva di Ranzoni, che Vittore Grubicy curò alla Permanente di Milano nel 1890, a pochi mesi dalla morte dell'artista, uno dei principali esponenti della Scapigliatura.
La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione delle Civiche Raccolte d'Arte di Milano, della GAM di Torino e del MART di Rovereto, che nel 1998 ha acquisito i documenti dell'Archivio Vittore Grubicy, una formidabile fonte di informazioni.
L'esposizione è stata curata da Annie-Paule Quinsac, che ha analizzato a fondo la complessa personalità di Vittore Grubicy e la sua importanza per la nascita del Divisionismo italiano. Il catalogo è edito da Skira.
A fine ottobre, la parte torinese della rassegna si trasferirà al Palazzo delle Albere di Trento.