Mostre di arte moderna e contemporanea

Robert Mapplethorpe tra antico e moderno

8 ottobre 2005 - 1 gennaio 2006

Promotrice delle Belle Arti
Viale Balsamo Crivelli 11, Torino
Parco del Valentino
Tel. 011-6599657
Orari: 10-19, gio 10-23, dom 10-20

La Promotrice delle Belle Arti di Torino ospita un'interessante antologica dell'opera di Robert Mapplethorpe, un grande fotografo, ma soprattutto un grande artista. Una precisazione che, nel suo caso, è d'obbligo anche perché uno dei desideri più intensi di questo straordinario creatore di immagini era proprio quello che la gente guardasse le sue opere prima di tutto come opere d'arte, e poi come fotografie.

Robert Mapplethorpe nasce nel 1946 a Long Island. La sua è una famiglia borghese come tante e la sua infanzia trascorre serena.
A 16 anni si iscrive al Pratt Institute di Brooklyn, dove studia pittura e scultura. Nel 1968 conosce la cantante Patty Smith e, nel 1970, va a vivere con lei al leggendario Chelsea Hotel, ritrovo di artisti e letterati. La sua vita cambia radicalmente e Mapplethorpe entra a far parte di un mondo modaiolo e trasgressivo, di cui diventa al tempo stesso testimone e protagonista.
L'incontro con John McEndry, curatore della sezione fotografica del Metropolitan Museum, è la molla che lo spinge a collezionare fotografie, anche se non le raccoglie così, soltanto per passione. Le usa, infatti, all'interno delle sue opere insieme ad immagini che provengono da diverse fonti, tra cui riviste e libri.
In breve tempo sostituisce l'uso di queste foto con altre che scatta lui stesso con una polaroid, la sua prima macchina fotografica.
I lavori che realizza in questo periodo sono ritratti di se stesso e degli amici. Ma il soggetto non conta poi molto. Quello che gli interessa è la fotografia in quanto oggetto.

L'accettazione della fotografia come mezzo a se stante, compiuto in se stesso, avviene intorno alla metà degli anni '70.
Mapplethorpe comincia a usare una macchina professionale e scatta fotografie di diversi personaggi dell'ambiente underground newyorchese: artisti, cantanti, attori di film pornografici ecc. I soggetti delle sue immagini suscitano il più delle volte imbarazzo e scandalo, ma lo stile è impeccabile. Ciò che attrae l'artista, che lo spinge a dedicarsi alla fotografia è l'idea di immortalare qualcosa di inaspettato, di mai visto.
Nei primi anni '80 Mapplethorpe si concentra sui soggetti e sullo stile dando vita a ritratti di classsica e composta bellezza, il più delle volte realizzati in studio. I più famosi, e a volte anche i più discussi, sono gli straordinari nudi di uomini e donne, che hanno la compostezza e la monumentalità delle statue antiche.
A queste immagini, Mapplethorpe associa la realizzazione di nature morte, spesso allusive e sensuali, ritratti di personaggi celebri (Patty Smith, Iggy Pop, Isabella Rossellini, Andy Warhol, Peter Gabriel, Louis Bourgeoise, Truman-Capote, Arnold Schwarzenegger ecc), riproduzioni di statue del passato.
Il suo stile è asciutto, preciso, raffinatissimo. Le pose, le inquadrature, i dettagli sono attentamente calibrati e nulla è lasciato al caso. Mapplethorpe appare come un vero esteta della fotografia e della vita.
Nel 1987, due anni prima di morire, l'artista dà vita alla Robert Mapplethorpe Foundation, un'istituzione che si prefigge di sostenere e promuovere la fotografia e le istituzioni che se ne prendono cura. Un altro compito fondamentale è quello di finanziare progetti contro la diffusione dell'AIDS, la malattia che lo ha portato via.

La mostra, che è sicuramente una delle più complete mai dedicate all'artista, propone in circa 300 opere una rilettura critica del lavoro di Mapplethorpe tenendo conto dei molti riferimenti artistici (Michelangelo, Bronzino, Canova, Schiele, Rodin, Warhol) e del suo interesse per la fotografia moderna (Muybridge, Man Ray, Imogen Cunningham, Platt Lynes, von Gloeden).
Il raffronto, interessante per le implicazioni storiche e iconografiche che delinea, fa scoprire nell'equilibrio e nella simmetria insiti nel suo lavoro una maniera classica di trattare i soggetti, compresi quelli erotici, che lo avvicina a molti grandi artisti del passato. Una scoperta che, in qualche modo, aiuta a sublimare la carnalità di certe immagini, che, in quanto opere d'arte, non ne avrebbero comunque bisogno. Come non ne hanno bisogno quelle di Michelangelo, un altro straordinario artista omosessuale, maestro nel rendere la torsione di un corpo e la sua prestanza, che, come lui, ha dovuto fare i conti con la censura.
Come i suoi illustri predecessori, anche Mapplethorpe è al tempo stesso classico e innovatore. Gioca con la luce, l'armonia delle forme, la composizione dell'immagine e crea qualcosa di nuovo, straordinario e universale. Artistico nel senso più alto del termine. Ed è per questo che è difficile non vedere in lui uno dei principali artisti del XX secolo.

La rassegna, curata da Germano Celant in collaborazione con la Robert Mapplethorpe Foundation di New York, è arricchita da alcuni filmati di Pasolini, Schlesinger, Silverstein, della Cavani e di Jarman e da testimonianze televisive sull'artista.

Una selezione delle fotografie in mostra si può vedere sul sito www.mapplethorpetorino.it.
Altri lavori si possono trovare sul sito della Robert Mapplethorpe Foundation, dove sono inserite molte informazioni sulla vita e l'opera di questo grande interprete della fotografia.

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