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De Nittis Impressionista italiano
22 marzo - 19 giugno 2005
Fondazione Antonio Mazzotta
Foro Bonaparte 50, Milano
Tel. 02-878197
Orari: 10-19:30, mar e gio 10-22:30, lunedì chiuso |
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Dopo il grande successo riscosso a Roma, presso il Chiostro del Bramante, approda a Milano la rassegna su Giuseppe De Nittis (1846-1884), curata da Renato Miracco. Una mostra importante, che può vantare 161 oli e 27 disegni di questo artista, che, ai suoi tempi, ha avuto un'incredibile fortuna sia in Francia che in Inghilterra.
La maggior parte dei lavori arriva dal Museo Pinacoteca Comunale "Giuseppe De Nittis" di Barletta, che conserva la donazione delle opere dell'artista fatta dalla moglie Léontine.
Giuseppe De Nittis, dimenticato per anni dopo la morte, è stato uno degli artisti più originali dell'Ottocento. Dotato di una sensibilità straordinaria e di un occhio acutissimo, è stato capace di restituire lo spirito e l'atmosfera dei luoghi da lui rappresentati con grande maestria e partecipazione.
Nato a Barletta, in una cittadina praticamente estranea al mondo dell'arte, è riuscito a integrarsi perfettamente nel clima cosmopolita europeo, tanto che il critico Vittorio Pica parla di lui come "meridionale al Sud, francese a Parigi e londinese a Londra".
Il suo viaggio comincia a Napoli dove entra in contatto con gli artisti della Scuola di Resina.
Il suo modo di trattare la luce, di esprimere atmosfere ed emozioni lo fa notare da Adriano Cecioni che è in contatto coi macchiaioli toscani. Con questo viatico, nel 1867, De Nittis espone alla Promotrice fiorentina, dove viene apprezzato anche dal critico Diego Martelli, teorico del gruppo.
Firenze è una piazza importante, ma l'Italia dell'epoca offre poche opportunità ai giovani di talento. De Nittis decide di trasferirsi a Parigi, allora capitale indiscussa dell'arte. Qui entra in contatto con Manet, Degas, van Gogh e gli impressionisti. Qui scopre l'arte giapponese, che gli ispira temi e soluzioni tecniche.
Con i suoi paesaggi e le sue scene mondane De Nittis attira l'attenzione di Théo van Gogh, che lavora per Goupil, uno dei principali mercanti parigini. Il successo è quasi immediato e le sue opere entrano nelle case di molti collezionisti.
Piace e, per questo, lo invitano sia ai Salon, dove si vede un'arte di tipo accademico, sia alle mostre degli impressionisti, dove si vede un'arte innovativa e sperimentale. |
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Partecipare a rassegne così diverse ha i suoi vantaggi, ma può creare anche dei problemi, come quello di non trovare una collocazione precisa, di non rientrare in un gruppo ben definito. È quanto succede a De Nittis, di cui si continua a discutere se sia un impressionista oppure no.
In effetti, anche tra i membri del gruppo i pareri sono discordi e qualcuno rimprovera all'artista pugliese un gusto civettuolo e mondano, un eccessivo culto della linea e del disegno.
Invidia, problemi di mercato, verità? Saperlo non conta poi molto. Resta comunque in De Nittis una forte attenzione per il paesaggio e gli effetti di luce e colore, per la resa dell'atmosfera, che è affine a quella degli impressionisti francesi e ha ispirato ai curatori della mostra il titolo "De Nittis Impressionista italiano".
L'unico che non sembra porsi problemi è Degas, che nutre una grande stima per De Nittis e continua a invitarlo alle mostre degli impressionisti. In fondo, è anche lui un "out-sider" e ha molti punti in comune con l'artista pugliese: le origini italiane, la passione per i ritratti, l'attenzione per il disegno e la costruzione compositiva, il taglio fotografico, l'uso del pastello, l'interesse per l'arte giapponese.
La mostra si apre con l'Autoritratto (1883) di De Nittis, un invito a conoscere le opere e il suo autore, e prosegue articolandosi in 9 sezioni, che riprendono temi suggeriti dall'artista nel suo Taccuino o definizioni di amici, come Edmond de Goncourt o Jules Clarétie.
Sfilano davanti agli occhi dei visitatori immagini che illustrano la vita mondana dell'aristocrazia e della nuova borghesia, la bellezza della donna moderna, il periodo della Scuola di Resina, il Vesuvio, i numerosi viaggi del pittore, Parigi e Londra, le suggestioni giapponesi.
Di grande interesse è anche la sezione dedicata all'opera grafica di De Nittis, che conclude il percorso espositivo.
Dopo Roma e Milano, la mostra si sposterà a Barletta presso il Palazzo della Marra, riaperto per l'occasione. |
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