Mostre di arte moderna e contemporanea
Schifano 1960-1964. Dal monocromo alla strada
10 febbraio - 26 marzo 2005
Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea
Via Tadino 15, Milano
Tel. 02-29419232
Orari: mar-sab 10:30-12:30 15:30-19, lunedì chiuso
Per la sua seconda mostra, la Fondazione Marconi ha deciso di rendere omaggio a Mario Schifano, uno dei 4 artisti che esposero nel 1965, in occasione dell'inaugurazione dello Studio Marconi. I suoi compagni d'avventura erano Valerio Adami, Lucio Del Pezzo ed Emilio Tadini.
L'incontro tra Giorgio Marconi e l'artista fu un'idea di Valerio Adami. Schifano aveva appena rotto con la sua gallerista di riferimento, che era Ileana Sonnabend, ed era in ristrettezze economiche. I due si incontrarono a Roma e, da quel momento, l'artista divenne uno dei più rappresentativi dello Studio, oltre che un grande amico del gallerista, legatissimo a questo pittore geniale e dannato, col debole della droga.
La mostra raccoglie 164 opere, databili tra il 1960 e gli inizi del 1964. Provengono da importanti collezioni pubbliche e private. Tra le prime, figurano la GAM di Torino, il Civico Museo d'Arte Contemporanea di Milano, la GNAM di Roma; tra le seconde, prestigiose collezioni italiane e straniere. Due tra le opere più significative, Cleopatra's Dream (1960-61) e A De Chirico (1962), arrivano, infatti, dall'America. Fanno parte della collezione di Ileana Sonnabend, la gallerista newyorkese con cui Schifano lavorò agli inizi della sua carriera.
La scelta di privilegiare i lavori dei primi anni Sessanta, non è casuale. In quegli anni, infatti, Schifano matura il passaggio dal "monocromo" alla "strada". Un percorso che lo porta dall'azzeramento delle precedenti avanguardie e della pittura informale a un linguaggio vicino alle tematiche "pop".
Inizialmente, come per altri artisti, il monocromo rappresenta per lui il grado zero della pittura, la materia considerata in sé e per sé, ma presto si accorge che non è solo questo. La superficie del quadro è anche lo spazio dove le forze energetiche ed emotive si incontrano con i dati della percezione, il luogo dove si fondono regola e azione, arte e vita.
È questo interesse per la vita, per le immagini del quodidiano, a condizionare definitivamente la sua ricerca. La sua produzione successiva si colloca, infatti, all'interno di quelle correnti artistiche che, sulla scia della Pop Art americana, pongono grande attenzione allo spazio urbano e ai mezzi di comunicazione di massa, ai segni e ai simboli usati nel cinema, nel fumetto e nella pubblicità.
La mostra è curata da Giorgio Marconi, che è direttore della Fondazione ed è uno dei principali conoscitori dell'opera di Mario Schifano.
Contributi critici si devono anche ad Achille Bonito Oliva, Maurizio Calvesi, Germano Celant, Maurizio Fagiolo dell'Arco, Filiberto Menna, Arturo Carlo Quintavalle, Pierre Restany, Pier Luigi Tazzi, Giorgio Verzotti, di cui il catalogo riporta alcuni testi.