|
Dopo il grande successo di quest'estate alla Tate di Londra, la mostra dedicata ai primi anni di attività di Wassily Kandinsky, che vanno dal 1908 al 1921, è arrivata anche a Basilea.
L'evento davvero eccezionale, è di quelli che non si possono perdere assolutamente. Grazie a questa rassegna, infatti, il pubblico ha la possibilità di ammirare e conoscere delle opere straordinarie, che rivestono un'importanza fondamentale nella carriera di questo autore. È in questi anni, infatti, che l'artista russo matura il progressivo avvicinamento all'astrazione.
Le prime avvisaglie di un allontanamento dalla realtà oggettiva sono presenti nei paesaggi bavaresi che Kandinsky realizza tra il 1908 e il 1909, durante il suo soggiorno a Murnau, nei pressi di Monaco. I colori, infatti, sono decisamente innaturali e le forme un po' approssimative. Siamo tuttavia più vicini all'espressionismo, alla pittura dei "fauves", che all'astrazione. Montagne, case, alberi ecc. sono, infatti, ancora chiaramente identificabili.
La svolta decisiva avviene tra il 1910 e il 1913 quando l'artista dà vita al suo Primo acquerello astratto e si dedica a quelle che chiama, in analogia con quanto avviene in campo musicale, Composizioni e Improvvisazioni. Non si tratta tuttavia di opere stese di getto. La loro realizzazione, infatti, fa seguito a una lunga serie di schizzi e disegni preparatori in cui i soggetti vengono progressivamente ridotti a linee e forme astratte, armonicamente affiancate da macchie di colore. |
|
Questi anni, fondamentali dal punto di vista della produzione artistica, lo sono anche in campo teorico. Nel 1911, infatti, Kandinsky fonda, assieme a Franz Marc, il gruppo Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro), che si interessa allo sconfinamento tra le arti e al primitivismo, e, l'anno successivo, pubblica Lo spirituale nell'arte, nel quale delinea le basi del suo pensiero.
Ciò che lo interessa, che lo spinge a dipingere, non è il desiderio di imitare la realtà e neppure quello di manifestare sensazioni soggettive. La posta in gioco è molto più alta. Secondo lui, infatti, l'artista, grazie alla sua capacità di mettersi in sintonia col mondo, ha la possibilità di cogliere lo spirituale nel materiale e di trasmettere nelle sue opere l'essenza del reale.
Per questo non bisogna parlare di arte astratta, ma più giustamente di arte "non-oggettiva" o "concreta". Quello che vive sulla tela, infatti, non è qualcosa di strano o inventato, ma il mondo spirituale, che è altrettanto reale di quello che viviamo ogni giorno e che può essere raccontato attraverso il dinamismo e l'interazione armonica di linee, forme e colori. Elementi che, come la musica, sono in grado di suscitare emozioni e reazioni, di portarci al di là della dimensione terrena.
Tra il 1914 e il 1921, Kandinsky torna in Russia e le sue ricerche pittoriche, influenzate da quello che succede in campo artistico e sociale, subiscono una battuta di arresto. Qualcosa di simile succede anche ai suoi lavori, che sembrano tornare indietro di qualche anno e ripiegare verso il figurativo.
Fortunatamente, quest'esperienza non dura molto. Consapevole del forte rischio che potrebbe comportare un'arte imposta dall'alto, Kandinsky sceglie la libertà d'espressione e decide di ripartire per la Germania.
Comincia qui un'altra tappa fondamentale del suo percorso artistico. Quella che lo vede impegnato come professore presso il Bauhaus (1922-33), prima a Weimar e poi a Dessau. È qui, infatti, che Kandinsky porta avanti le sue ricerche su forma, colore e astrazione, arrivando alla realizzazione di un'arte ancora più geometrizzante e, nel 1926, alla pubblicazione di Punto, linea e superficie, l'altro suo testo fondamentale.
Il cammino di Kandinsky verso l'astrazione può dirsi ormai concluso, e così la mostra. Questo modo di dipingere e la ricerca dello spirituale nell'arte resteranno, invece, per sempre nella sua vita anche se, col tempo, forme organiche e biomorfiche renderanno meno rigoroso l'impianto astratto-geometrico dei suoi dipinti.
La rassegna, curata da Bernhard Mendes Bürgi e Hartwig Fischer, mette in luce, attraverso 60 quadri fondamentali, schizzi e lavori su carta, i passaggi che hanno portato Kandinsky all'astrazione. Ci sono, ovviamente, alcune splendide vedute di Murnau e delle bellissime Composizioni e Improvvisazioni, ma la novità più eclatante è rappresentata proprio dalla serie di quadri, che l'artista dipinse in Russia tra il 1915 e il 1921. Finora, infatti, è stato quasi impossibile vederli.
Le opere, decisamente interessanti, arrivano dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York, dal Centre Pompidou di Parigi, dalla Städtischen Galerie im Lenbachhaus di Monaco e dai principali musei russi, come la Galleria di Stato Tretjakov di Mosca e il Museo Russo di San Pietroburgo. |