Mostre di arte moderna e contemporanea
ARP - Jean & Sophie Taeuber. Dada e oltre
8 aprile - 16 luglio 2006
Museo Correr
Piazza San Marco 52, Venezia
Info. 041-5209070
Orari: 10-19, 31 genn e 1 febb chiuso
Il legame tra Arp e Venezia risale al 1946, quando l'amica Peggy Guggenheim compra casa sul Canal Grande, ma si consolida negli anni '50, quando l'artista vince il Gran Premio per la Scultura alla Biennale (1954) ed espone alla Galleria del Cavallino (1957).
La bella mostra allestita al Museo Correr ricorda questi eventi e racconta il profondo rapporto che unì Jean Harp (1886-1966) e Sophie Taeuber (1889-1943), anche lei artista, presentando 142 opere di questi grandi protagonisti del '900.
Il percorso espositivo, strutturato in senso cronologico, prende in considerazione gli anni della loro unione umana e professionale, che vanno dal 1916 alla prematura morte di Sophie, e si conclude con le opere di Arp degli anni '50 e '60, che mostrano comunque un debito creativo verso la Taeuber. Fu sempre lei, infatti, "con l'esempio del suo lavoro e della sua vita bagnata di luce", a indicargli il giusto cammino.
I lavori in mostra, tra cui figurano sculture, disegni, collage, mobili, progetti di architettura e arredamento, arazzi, acquerelli, gouache e marionette, sono stati selezionati in modo da sottolineare le affinità e le divergenze stilistiche che hanno caratterizzato il loro percorso artistico. Un cammino parallelo e talvolta comune, come dimostrano alcuni disegni e sculture "a quattro mani".
Jean Arp e Sophie Taeuber si incontrano a Zurigo nel 1915. Lui, che fin da giovane ha dimostrato un'inclinazione per il disegno e per la poesia, ha già esposto alla Galerie Bernheim Jeune di Parigi con Matisse, Signac e van Dongen, ha fondato il Moderne Bund, ha collaborato alla stesura dell'almanacco "Der Bleue Reiter", ha conosciuto Kandinsky, Klee, Marc, Ernst, Picasso e Modigliani, ma non ha ancora trovato la sua strada. Lei, sicuramente più determinata, ha studiato disegno e progettazione e si guadagna da vivere dipingendo e realizzando prodotti d'artigianato. Entrambi stanno cercando di liberarsi dai pregiudizi ereditati dalla tradizione artistica. Ecco perché sono tra i primi ad aderire al movimento Dada, un'esperienza sovversiva e nichilista, che nasce dall'esigenza di mettere in discussione i valori tradizionali e concetti quali arte, bellezza, modernità, convenzione, comunicazione e linguaggio.
Il gruppo storico dadaista, di cui fanno parte Arp e la Taeuber, ma anche Hans Richter, Hugo Ball e Marcel Janco, si forma nel 1916 attorno all'artista rumeno Tristan Tzara ed è composto da poeti, pittori, scrittori e musicisti. Si riuniscono al Cabaret Voltaire di Zurigo per dare vita a provocazioni di ogni genere e ad attività sperimentali come poesie astratte, performance rumoristiche, pitture automatiche. I loro capisaldi sono l'ironia, la casualità, l'azzardo, lo sconfinamento dell'arte in territori estranei, lo scardinamento del linguaggio.
Al periodo dadaista, che li vede tra i protagonisti non solo a Zurigo, ma anche a Colonia, Berlino e Parigi, sono dedicate le prime sale dell'esposizione, che presentano disegni, ricami, rilievi e sculture di Arp e alcuni lavori di Sophie, tra cui le marionette realizzate nel 1918 per Il re cervo di Carlo Gozzi. Si trovano qui anche i primi esempi di opere "a quattro mani". Sono dei collages intitolati "composizioni verticali-orizzontali con elementi di oggetti".
Negli anni '20 e '30 i coniugi Arp sono a Parigi e, grazie ai proventi dell'incarico di ristrutturazione dell'Aubette di Strasburgo, cui lavorano entrambi, riescono a comprare una casa-studio a Clamart. La progetta Sophie, che ha sempre dimostrato una spiccata inclinazione per l'architettura e il design. È il periodo dell'avvicinamento al Surrealismo e dell'adesione ai gruppi Cercle et Carré e Abstraction-Création. Arp realizza le prime opere in corda, elabora la tecnica dei papiers déchirés, costruisce le prime sculture a tutto tondo in gesso. Sophie si dedica alla progettazioni d'interni, realizza vetrate, pitture murali, opere d'arte decorativa e dà vita alla rivista "Plastique" (1937). I suoi lavori, finora dominati dall'elemento statico, si fanno più mossi e dinamici. Appartengono a questi anni altri lavori comuni, dettati da quella che Arp definisce "rinuncia dell'espressione individualista". Si tratta di disegni (Duo-dessin, 1939) e sculture (Sculpture conjugale, 1937).
L'ingresso dei tedeschi a Parigi, li costringe a fuggire nel sud della Francia da dove sperano di emigrare negli Stati Uniti. Trovano ospitalità a Grasse, in casa di Alberto Magnelli e poi allo Château Folie. Jean approfitta di questo momento di attesa per creare chine, gouache, dessins aux doigts e papiers froissés. Realizza anche piccole sculture in marmo.
Quando è ormai chiaro che non possono più partire per l'America, Arp e Sophie si rifugiano in Svizzera. Lui trova accoglienza da Max Bill, lei dalla sorella ed è qui che trova la morte, avvelenata dall'ossido di carbonio.
Per Arp è un colpo durissimo e per qualche anno smette pure di lavorare. Si aggira "nell'edificio figurativo di Sophie" di cui conosce "ogni linea, punto e belvedere fantastico". Trova qualche consolazione scrivendo versi e, nel dopoguerra, tornato a Parigi, pubblica la prima antologia delle sue poesie, La siège de l'air.
Il tempo lo riporta alla scultura, che in questi anni gli dà grandi soddisfazioni. Arp vince, infatti, il Gran Premio per la Scultura alla Biennale di Venezia (1954) e il Grand Prix National des Arts (1957).
A questo importante periodo della sua carriera sono dedicate le ultime due sale di questa mostra, dove sono esposte sculture e rilievi degli anni '50 e '60. Si ritrovano qui forme organiche e primitive e altre che tendono alla verticalità. A quell'infinito che, come dice Arp, "non si può raggiungere con mezzi scientifici né con l'aiuto della tecnologia o del progresso". Ma "solo attraverso la fede".
La rassegna, organizzata in collaborazione con la Fondation Arp di Clamart, la Stiftung Hans Arp und Sophie Taeuber-Arp e. V. di Rolandseck e la Fondazione Marguerite Arp di Locarno, è stata curata da Elena Càrdenas Malagodi e Stefano Cecchetto. Del Comitato scientifico fanno però parte molti altri studiosi: Giandomenico Romanelli, Rainer Hüben, Walburga Krupp, Dieter G. Lange, Lorenza Trucchi, Claude Weil. Il catalogo è edito da Marsilio.
La mostra allestita al Museo Correr trova un'ideale continuazione nell'esposizione, "Arp illustratore e poeta", aperta fino al 28 maggio presso lo Spazio Culturale Svizzero di Venezia. Oltre alle raccolte poetiche di Arp si possono vedere alcuni preziosi libri dadaisti e si può ascoltare la registrazione di 14 poemi letti proprio dall'artista.