Mostre di arte moderna e contemporanea
Lucio Fontana, Venezia/New York
5 giugno - 24 settembre 2006
Collezione Peggy Guggenheim
Palazzo Venier dei Leoni - San Gregorio 701, Venezia
Info. 041-2405411
Orari: 10-18, martedì e 25 dicembre chiuso
Nel 1961 Lucio Fontana partecipa alla mostra "Arte e contemplazione", allestita a Palazzo Grassi.
Espone delle opere che ha realizzato appositamente per rendere omaggio a questa splendida città lagunare. Sono dei dipinti a olio di formato quadrato che rievocano gli elementi e le atmosfere di cui è fatta Venezia: la preziosità dei suoi palazzi, la luce diurna e il nero della notte, la trasparenza dei suoi manufatti.
Per realizzare queste tele, subito ribattezzate "Le Venezie", ha usato il colore con grande generosità e ha inserito al suo interno materiali vetrosi e segni che "ricordano le curve delle chiese, le linee dell'acqua".
Il pubblico si divide. Alcuni, che forse non conoscono il suo lato barocco e le "Pietre" degli anni '50, trovano strano che Fontana realizzi opere di questo tipo dopo l'esperienza dei "Tagli", altri rimangono affascinati dalla ricchezza materica e poetica di queste opere.
Il critico francese Michel Tapié, grande estimatore delle "Venezie", decide di esporle a New York e, sempre nel 1961, organizza una mostra di Fontana alla Martha Jackson Gallery. Si tratta della prima personale dell'artista negli Stati Uniti.
Il successo è immediato, ma questo interesse non è certo a senso unico. Fontana, infatti, rimane folgorato da questa città, così lontana delle atmosfere veneziane, ma ugualmente affascinante, e prepara alcuni bozzetti.
Tornato in Italia dà vita alla serie "New York". Anche in questo caso il materiale rispecchia l'anima della città. Per raccontare questa grande metropoli, Fontana usa il metallo, sia esso alluminio, rame o ottone, ma lo graffia e lo incide con forza. Le linee e i segni che imprime hanno un andamento verticale, come i grattacieli di questa città, seducente e tormentata.
Le "Venezie" e le opere di Fontana che fanno parte della serie "New York" riscuotono subito un grande successo e si disperdono in giro per il mondo entrando a far parte di collezioni pubbliche e private europee, americane e giapponesi. Con un lungo lavoro di ricerca, Luca Massimo Barbero, curatore di questa mostra, è riuscito a scovarle e riportarle a Venezia, per la prima volta insieme.
L'esposizione allestita alla Collezione Peggy Guggenheim si concentra su questi due momenti della produzione artistica di Fontana, ma prende le mosse un po' più indietro presentando alcuni importanti capolavori del periodo precedente, tra cui il Concetto spaziale buchi del 1959 e alcuni "Tagli" realizzati tra il 1958 e il 1959.
È nel 1959, infatti, che Fontana decide di abbandonare l'esperienza concettuale del monocromo e comincia a dedicarsi agli "Olii", dipinti fatti di un impasto denso, spesso bucato o inciso da segni forti, simili a tagli. Usa il bianco, il rosa e più avanti l'oro e l'argento. Impreziosisce l'impasto con inserti in vetro formando quelle che appaiono come piccole galassie luminose.
Dedica 19 di queste tele a Venezia, suntuoso omaggio al suo incanto barocco. Si tratta di opere raffinatissime e al tempo stesso così fragili che molte si danneggiano o rovinano irreparabilmente. La Collezione Guggenheim ci presenta quelle che restano, tra cui spiccano Il cielo a Venezia, Sole in Piazza San Marco, Concetto spaziale Laguna di Venezia.
Di poco successivi sono i "Metalli", riflessi della città di New York, una metropoli così, diversa, così contemporanea, così monumentale da ispirargli l'imponente Concetto spaziale New York 10 e altre opere meno note.
La mostra, che ha il patrocinio della Fondazione Lucio Fontana di Milano, è arricchita da materiali d'archivio, disegni e ritratti fotografici di Fontana. Il catalogo, edito da Skira, contiene un testo del curatore e interventi di Enrico Crispolti e Paolo Campiglio, che hanno studiato a fondo l'opera dell'artista.