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Paul Klee. La collezione Berggruen
13 ottobre 2006 - 7 gennaio 2007
Fondazione Memmo
Palazzo Ruspoli
Via del Corso 418, Roma
Tel. 06-6874704
Orari: lun-gio 10-19:30, ven-sab 10-20:30 |
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Heinz Berggruen e Paul Klee non hanno mai avuto occasione di incontrarsi, ma per il collezionista tedesco è stato subito amore a prima vista. Il primo lavoro che ha acquistato, infatti, è stato proprio un acquerello dell'artista svizzero, Perspectiv Spuk, che ha pagato 100 dollari.
All'epoca, Berggruen, che era nato a Berlino nel 1914, aveva soltanto 25 anni e si trovava in viaggio di nozze in America, dove era emigrato nel 1936 per sfuggire alle persecuzioni naziste. Il lavoro di Klee, che aveva comprato, era datato 1920 ed era piuttosto piccolo, ma gli piaceva così tanto, che per anni, e anche nel difficile periodo della guerra, lo aveva portato sempre con sé, come una specie di portafortuna.
Col ritorno della pace, Berggruen, che si era trasferito a Parigi, iniziò a lavorare per l'Unesco. Nel 1948, però l'amore per l'arte lo spinse ad aprire una galleria e la prima mostra la dedicò proprio a Klee, che continuò a esporre anche negli anni successivi documentando le diverse fasi del suo lavoro.
Nel suo negozio sulla rive gauche passavano le opere di molti protagonisti del '900, tra cui Matisse, Léger, Miró, Braque e Picasso, che reputava "il più grande artista del ventesimo secolo", ma per quelle di Klee provava un feeling particolare e, per questo, per oltre sessant'anni continuò a collezionare i suoi lavori.
Con l'arrivo degli anni '80, Berggruen, ormai anziano, decise di chiudere la galleria per dedicarsi all'attività collezionistica e all'esposizione delle opere presenti nella sua raccolta, che stava diventando davvero importante.
Il progressivo incremento della collezione, lo pose di fronte alla necessità di dare una casa ai suoi capolavori e, per questo, nel 1996, decise di trasferirli allo Stülerbau di Berlino, situato di fronte al castello di Charlottenburg, e di metterli a disposizione del pubblico.
C'erano 20 Matisse, più di 100 Picasso, alcune sculture di Giacometti, ma, per Berggruen, il punto di forza era sempre Klee, di cui erano esposti 60 lavori.
La passione di Berggruen per questo artista, che considerava "particolarmente delicato" e di "animo sensibile", era così grande, che quando diede alle stampe il suo libro di memorie, decise di intitolarlo Strada principale e strade secondarie come un famoso quadro di Klee, realizzato nel 1929 e oggi esposto al Museum Ludwig di Colonia. |
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La mostra allestita a Palazzo Ruspoli raggiunge due risultati in un colpo solo. Rende omaggio alla personalità e al fiuto di Berggruen e, al tempo stesso, offre la possibilità di ripercorrere le tappe principali della carriera di Klee, dal viaggio in Tunisia del 1914, quando l'artista si scopre "pittore", all'esilio volontario a Berna dopo il 1933, quando realizza gli ultimi, tormentati lavori. Si ha così l'opportunità di entrare a far parte del suo mondo poetico, dove convivono poesia, musica, scienza, fantasia, ironia, malinconia, astrazione e figurazione. Un universo magico e misterioso, capace di "rendere visibile l'invisibile".
Un risalto particolare viene dato al periodo che l'artista trascorse come insegnante al Bauhaus (1920-1931), prima a Weimar e poi a Dessau. È in questi anni, infatti, che Klee sviluppa le sue teorie sulla forma e sul colore e realizza dipinti, disegni e acquerelli straordinari, anche se quasi sempre di piccolo formato.
Appartengono a questo felice momento della sua produzione anche i "dipinti a gradazione di colore", dove l'artista si interessa al movimento e al passaggio dal chiaro allo scuro, dal primo piano allo sfondo.
Le opere esposte arrivano dalla collezione privata di Berggruen e da quelle dei tre musei che hanno potuto contare sulle sue donazioni: il Musée National d'Art Moderne-Centre Pompipdou di Parigi, che nel 1973 ha ricevuto 13 lavori di Klee, il Metropolitan Museum of Art di New York, al quale sono andate ben 90 opere dell'artista svizzero e la Stiftung Preussischer Kulturbesitz (Soprintendenza del Polo Museale) di Berlino, che, nel 2000, ha acquistato a un prezzo di favore (400 miliardi di Lire) molti lavori di Picasso, Klee, Matisse, Cézanne e Van Gogh, che, dal 1996, per volere del collezionista tedesco, erano ospitati nello Stülerbau di Berlino, l'attuale Museum Berggruen, uno dei 5 gioielli della Nationalgalerie. Un gesto simbolico, di riconciliazione, che Berggruen ha voluto fare per aiutare i tedeschi a "stemperare il ricordo delle brutture dei nazisti e ritrovare il legame profondo con la cultura europea".
La mostra è curata da Olivier Berggruen, figlio minore del collezionista, che è storico dell'arte e curatore associato della Schirn Kunsthalle di Francoforte.
Il percorso espositivo si svolge al buio. Ad essere illuminati sono, infatti, soltanto i quadri per dare maggior risalto ai colori. |
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