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Euro Visions.
I nuovi europei visti dai fotografi della Magnum
14 gennaio - 12 febbraio 2006
Triennale
Viale Alemagna 6, Milano
Tel. 02-724341
Orari: mar-dom 10:30-20:30, lunedì chiuso
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Nel 1955, Henry Cartier-Bresson, uno dei fondatori della Magnum Photos, pubblicò Gli Europei. Un documento fotografico di eccezionale interesse, ma anche uno straordinario libro di storia, che ricorda un periodo chiave del XX secolo, quello del dopoguerra. Un momento difficile, che ha avuto ripercussioni sulla vita dei singoli e delle nazioni.
L'Europa era allora un continente diviso e prostrato dalla guerra, ma, nonostante l'esistenza della "cortina di ferro", sperava già in un destino comune.
Ora che quel destino si è compiuto e anche molti paesi del blocco asiatico sono entrati a far parte dell'Unione, Magnum si è data una nuova sfida: descrivere stili di vita e comportamenti delle 10 nazioni - Cipro, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia - che, nel 2004, hanno fatto il loro ingresso nella UE. Paesi che gli "europei di lunga data" conoscono poco e spesso guardano con sospetto. Ma che, alla luce delle immagini presenti in mostra, si rivelano più simili di quanto ci si potesse aspettare. L'omologazione riguarda soprattutto i giovani, i più veloci nell'assimilare costumi e consuetudini diffuse, ma anche città e aree rurali, che mostrano i primi, rapidi, segni della trasformazione e della conversione economica. |
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Il compito di dare "un volto" a questi paesi e ai loro abitanti, in bilico tra tradizione e innovazione, tra vecchi e nuovi modelli di vita, è stato affidato a 10 fotografi, di diversa età e provenienza, che fanno parte del Gruppo Magnum. Si tratta di Peter Marlow, Donovan Wylie, Patrick Zachmann, Alex Majoli, Lise Sarfati, Carl de Keyzer, Mark Power, Martine Franck, Chris Steele-Perkins, Martin Parr.
Ognuno di loro ha scelto di lavorare seguendo "regole del gioco" prestabilite in base a motivazioni e stili personali, quindi il ritratto di ogni paese rispecchia quello dell'autore delle immagini.
Lo sguardo dei fotografi della Magnum non è imparziale neppure quando dichiarano di aver adottato un atteggiamento "neutrale" (Donovan Wilye), "clinico" (Peter Marlow) o "rispettoso" (Mark Power). La scelta di un paese, di un'inquadratura, di un soggetto particolare, e perfino la decisione di scattare a caso, rappresentano pur sempre una presa di posizione.
E questo è ancor più vero per quegli autori, come Carl de Keyzer, Chris Steele-Perkins, Patrick Zachmann e Lise Sarfati, che lasciano ampio spazio alla propria e altrui interpretazione creando collegamenti tra le diverse foto o tra testi, immagini e suoni.
Come giustamente dice Zachmann: "La fotografia non dice tutto". Pone più domande che risposte. Il "fuori campo" e l'immaginazione svolgono un ruolo fondamentale. Danno corpo a quello che non si è saputo o potuto fotografare.
La mostra, che è itinerante, è curata da Diane Dufour, direttrice di Magnum Photos, e da Quentin Bajac, conservatore del Centre Pompidou.
Dopo la tappa a Parigi e Milano, proseguirà per Budapest e altre capitali europee. Si chiuderà a Bruxelles in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Unione Europea. |
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