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Secondo grande appuntamento per il MADRE, che, dopo la bella mostra su Kounellis, propone un altro importante protagonista dell'arte contemporanea internazionale, l'artista americano Bruce Nauman. Un personaggio eclettico, che si è mosso su diversi fronti dell'arte - pittura, scultura, video, performance, fotografia, stampe, ologrammi, installazioni e ambienti interattivi - dando vita, ogni volta, a opere enigmatiche e sorprendenti, legate tra loro da un marcato spirito concettuale.
La particolarità e varietà degli interessi di Nauman non devono stupire. Anche la sua formazione, infatti, è altrettanto poliedrica.
Nato nel 1941 a Fort Wayne, nell'Indiana, studia arte, matematica e fisica all'Università del Wisconsin e, nel 1966, si laurea in Belle Arti all'Università della California.
Le materie che ha scelto sembrano piuttosto lontane tra loro, ma, come dice lui stesso, il processo mentale che guida la matematica e la ricerca artistica è, nel suo caso, abbastanza simile: ha a che fare con la sperimentazione.
Le sue prime prove sono di tipo pittorico, ma già nel 1964 abbandona questo mezzo e decide di dedicarsi alla scultura, alla performance e alla realizzazione di progetti cinematografici.
Nel 1966, data della sua prima personale presso la Nicholas Wilder Gallery di Los Angeles, realizza Self Portrait as a Fountain, che fa il verso al notissimo ready-made di Duchamp.
Da questo artista, che è considerato il padre dell'arte concettuale, Nauman riprende alcune componenti importanti della sua arte, l'uso del corpo, l'ironia e i giochi di parole, che gli servono per mettere in luce le incongruenze e le problematiche della condizione umana.
Per dare vita ai suoi paradossi linguistici - anagrammi, ripetizioni, scambi di parole - utilizza il mezzo fotografico e soprattutto il neon, che ha il vantaggio di trasformare o annullare lettere e scritte con la semplice azione di un interruttore o di strumenti analoghi. In seguito, negli anni '80 e '90 si avvarrà anche del suono giocando sulla ripetizione, il rallentamento o la pronuncia delle parole.
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Nel 1967 Nauman comincia a usare la telecamera e riprende se stesso e le sue azioni. Non gli interessa la qualità della ripresa, ma il movimento e lo sforzo del suo corpo, che diventa materiale dell'arte. Un esempio di questi lavori si può vedere in Walk with Contrapposto (1968), in cui l'artista cerca di attraversare a fatica un corridoio molto stretto.
Al 1969, l'anno che segue le personali da Leo Castelli (New York) e Konrad Fischer (Düsseldorf) e la partecipazione alla Documenta di Kassel, risale un'altra opera fondamentale, Performance Corridor, che, introducendo una variante nell'opera precedente coinvolge il pubblico e lo invita a riflettere sulle sue emozioni e sui suoi stati d'animo.
Nel 1972, riconoscendo la validità della sua ricerca, il Los Angeles County Museum of Art e il Whitney Museum of American Art di New York organizzano una vasta rassegna della sua opera, che poi viene portata in giro per l'Europa e l'America, contribuendo alla conoscenza del suo lavoro.
Nel 1979 Nauman si ritira a Galisteo, nel New Mexico, ad allevare cavalli. Si allontana dal mondo dell'arte, ma non smette di produrre opere.
Verso la fine degli anni '80, torna alla scultura riproducendo animali e parti del corpo umano.
Nel caso degli animali, non rispetta nessuna logica anatomica creando mostri simili a quelli che potrebbero nascere in seguito a esperimenti genetici, come la clonazione.
Lo scopo di queste opere raccapriccianti, cui non è estranea la tassidermia, è quello di indurre lo spettatore a riflettere sulle conseguenze fisiche e morali di queste pratiche.
Diversa è invece la motivazione delle teste d'uomo mozzate, che pongono l'accento sull'incomunicabilità che attanaglia il genere umano.
Nel 1993, a circa vent'anni dal primo grande tour mondiale, anche il Walker Art Center di Minneapolis, gli organizza una grande mostra itinerante, che per due anni attraversa l'America e l'Europa.
Alle esposizioni in mostre e gallerie private si sommano i premi. Nel corso della sua vita, infatti, Nauman ha ricevuto diverse onorificenze, tra cui il Max Beckmann Prize nel 1990, il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia del 1999 e il Praemium Imperiale per la scultura del 2004.
Anche l'installazione che l'artista ha realizzato nel 2004 per la Turbine Hall Gallery della Tate Modern di Londra può essere considerata un premio. Qui hanno esposto, infatti, grandissimi artisti, come Louise Bourgeois, Juan Muñoz, Anish Kapoor, Olafur Eliasson ecc. Intitolata Raw materials, rappresenta in un certo qual modo la "summa" del suo lavoro di ricerca, ma paradossalmente anche la sua disgregazione. L'artista l'ha creata, infatti, riportando i suoni tratti dalle sue opere precedenti.
Parole e frasi si mischiano a quelle della folla di visitatori, e sono proprio questi a dar vita a questa anomala composizione attivando, col proprio peso, sensori posti a caso all'interno dello spazio espositivo.
Passato e presente, artista e spettatori mescolano i loro interventi creando un evento unico, irripetibile, ogni momento diverso.
Il lavoro di Nauman, e in particolare le sue riflessioni sul corpo e il linguaggio o il coinvolgimento del pubblico, hanno avuto e continuano ad avere grande influenza sugli artisti. Anche lui comunque ha tratto ispirazione da altri e, per sua stessa ammissione, molto deve a Samuel Beckett, Ludwig Wittgenstein, John Cage, Philip Glass, La Monte Young, Meredith Monk e, ovviamente, Duchamp.
La mostra di Napoli, che arriva dalla Tate Gallery di Liverpool ed è curata da Laurence Sillars, ripercorre le tappe principali della carriera artistica di Nauman offrendo al pubblico 60 tra i suoi lavori più rappresentativi: installazioni, video, performance, sculture, fotografie e disegni, realizzati tra il 1966 e il 2005.
Oggetto di queste opere, diversissime per forma e tecnologia, sono l'analisi sul linguaggio e sui processi comunicativi, l'uso del corpo e il coinvolgimento degli spettatori, la condizione umana e i problemi di relazione.
Quella che conta veramente è comunque solo l'idea. La scelta di una o di un'altra forma d'arte è infatti secondaria, puramente utilitaristica.
L'artista usa ogni volta il linguaggio che gli sembra più congeniale a trasmettere il suo messaggio. Ed è proprio per far risaltare questo aspetto concettuale del lavoro di Nauman, che si è deciso di allestire un percorso tematico e non cronologico.
Per aiutare il pubblico a capire il vero significato delle opere, che non è sempre così semplice e immediato, è stato approntato un servizio di audioguide.
Oltre a questa, molte sono le novità di Palazzo Donna Regina, che, a partire dal 18 novembre, ospiterà anche la mostra dedicata a Vedovamazzei, il gruppo napoletano formato da Simeone Crispino e Stella Scala. Sono stati inaugurati, infatti, sia il bookshop che lo spazio multimediale, dove i visitatori potranno vedere i filmati di Pappi Corsicato sulla collezione del MADRE e le esposizioni di Natale a Piazza del Plebiscito. |