Mostre di arte moderna e contemporanea
Giulio Paolini. Fuori programma
6 aprile - 6 agosto 2006
GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea
Via San Tomaso 53, Bergamo
Tel. 035-399527
Orari: mar-mer-dom 10-21, gio-ven-sab 10-22, lunedì chiuso
In questo periodo si parla molto di Giulio Paolini e le sue opere sono presenti in diverse mostre e numerosi musei.
Il fatto di per sé non ha nulla di strano dato che Paolini è stato uno dei principali esponenti dell'Arte Povera ed è uno dei più noti artisti concettuali a livello internazionale. In questa occasione però, ma non è la prima, l'artista ha partecipato all'ideazione e all'allestimento della rassegna, che ha visto all'opera anche Giacinto Di Pietrantonio, direttore della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.
La mostra, pensata come un progetto site specific, si snoda in tre diverse sedi - GAMeC, Accademia Carrara, Accademia Carrara di Belle Arti - e raccoglie lavori storici e opere recenti.
L'idea di base è strettamente collegata alla poetica di Paolini, che da sempre si interroga sull'essenza dell'arte e sul problema della rappresentazione affrontando temi che hanno a che fare col rapporto tra le opere, lo spazio espositivo e i comportamenti degli spettatori. Questa volta però il suo discorso prende le mosse un po' prima e valuta l'importanza dell'Accademia come luogo di trasmissione della conoscenza e di apprendimento delle tecniche tradizionali (pittura, scultura e disegno).
Se l'efficacia dello studio non è in discussione, viene invece criticato il modo in cui molti si dedicano a queste attività. Per diventare artisti, infatti, non è sufficiente imparare pedissequamente un mestiere. L'importante è star fuori dal coro e inventarsi un "fuori programma", ossia uno stile e un discorso personale.
Alle riflessioni sul ruolo delle Accademie e sull'essenza di pittura, scultura e disegno, se ne accompagnano altre, volte a mettere in risalto quanto sia fondamentale conoscere la storia dell'arte e i musei, e quale rilievo abbia l'interdipendenza tra artista, modello e osservatore nella definizione di un'opera d'arte e del suo significato.
Tre, il "numero perfetto", ha un valore particolare anche per Paolini e tutta la mostra ne è influenzata. Tre sono le sedi della manifestazione, tre le sale della GAMeC dedicate alle materie accademiche principali, tre le figure che concorrono a definire il significato e il valore di un'opera d'arte.
A questi tre personaggi è dedicata l'opera ospitata nel Salone d'Onore dell'Accademia Carrara, che chiude idealmente la rassegna. Si chiama, manco a farlo apposta, Tre per tre.
Il messaggio che Paolini vuole trasmettere è che artista, modello e osservatore hanno compiti diversi, ma ognuno di loro dona all'opera qualcosa di sé. Il bello dell'arte è anche questo, che non c'è nulla di definito e chiunque può aggiungere qualcosa secondo la sua sensibilità e la sua storia personale.
Le riflessioni dell'artista sono affidate, e qui sta la forza della sua proposta, a dipinti, sculture, disegni e installazioni. Non ci sono discorsi.
Le sue opere, piene di citazioni e rimandi, sono improntate a una dichiarata teatralità. Si guardano, ci guardano e sono osservate. Ci parlano di loro e del mondo, che non è nulla di più che un'altra immagine, un'altra messa in scena.
Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, contiene testi di Giacinto Di Pietrantonio, Giulio Paolini, Giovanni Valagussa, Elio Grazioli e Alessandro Rabottini.