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Una sezione della mostra Ri-esistenze è riservata a un approfondimento storico sull'arte degli anni Cinquanta e Sessanta – con particolare riferimento al realismo sociale e al realismo esistenziale – e ne indaga i modi e i temi, attraverso i quali gli artisti del dopoguerra si confrontarono nella propria produzione artistica con la società.
In una sala sono esposte 13 opere (di Anzil, Giancarlo Colli, Ferdinando Farulli, Ugo Maffi, Giuseppe Migneco, Giuseppe Motti, Gabriele Mucchi, Armando Pizzinato, Karl Plattner, Giulio Salvadori, Ernesto Treccani, Giuseppe Zigaina) legate al tema del lavoro e dei lavoratori, che nascono dall'interesse degli artisti che avevano vissuto l'esperienza della guerra e della resistenza di continuare nella propria arte l'impegno politico e la comunanza con il popolo sperimentata durante la lotta partigiana.
Ricorda Gabriele Mucchi nelle sue memorie: "Si trattava, nel '45, di passare dalla lotta armata alla ripresa delle attività artistiche e culturali. […] Ma c'era di più. C'era l'incontro con gli uomini venuti alla luce da quella lotta. Essi venivano incontro alla nostra coscienza d'artisti chiedendo un dialogo non più immaginario, […] ma un dialogo reale, preciso, impegnato. Questi nuovi interlocutori ora ci stavano di fronte con la loro presenza di classe, erano coloro per i quali noi avevamo fatto la nostra scelta …".
Molte delle opere esposte provengono dalla Galleria del Premio Suzzara, che conserva le opere che parteciparono a quel singolare premio, istituito nel 1948 da Tebe Mignoni e Dino Villani, capace di rivoluzionare il rapporto tra arte e pubblico, attraverso il coinvolgimento diretto degli abitanti di Suzzara (MN) nella selezione delle opere vincitrici e attraverso la premiazione delle opere vincitrici con beni materiali, annullando la distanza fra il valore dei prodotti del lavoro artistico e quelli del lavoro manuale.
Un'altra sala è invece dedicata a una panoramica sul Realismo Esistenziale, con opere di Giuseppe Banchieri, Mino Ceretti, Gianfranco Ferroni, Giuseppe Guerreschi, Bepi Romagnoni, Tino Vaglieri. Questi artisti, di una generazione più giovane, hanno subito la guerra durante l'infanzia e vissuto in giovinezza lo sbandamento del PCI in seguito ai fatti d'Ungheria del 1956. Essi riflettono uno sguardo disilluso e spietato sulla società, privo della speranza e dell'ardore che caratterizza invece le opere del realismo sociale. Ai loro quadri si aggiungono tre opere su carta del 1954-56, di Natalina Hanzi Marchesi, artista vicina al gruppo, che offrono un'interpretazione femminile delle tematiche dei realisti esistenziali.
Completa la sezione storica una selezione di documenti originali, cataloghi e fotografie d'epoca, che illustrano la storia del Premio Suzzara e gli anni Cinquanta a Brera, con immagini degli artisti del realismo esistenziale. |