Mostre di arte moderna e contemporanea
Wherever We Go/Ovunque andiamo. Arte, identità, culture in transito
17 ottobre 2006 - 28 gennaio 2007
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto/Piazza Oberdan, Milano
Tel. 02-77406300
Orari: 10-19:30, mar e gio 10-22, lunedì chiuso
Basta uscire di casa, salire su un autobus o in metro per capire che qualcosa è cambiato e siamo diventati anche noi una società multietnica, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che ne derivano, per noi e per chi ha deciso di venire a vivere nel nostro paese. Qualcosa di simile sta succedendo in tutto l'Occidente ed è probabilmente la caratteristica saliente di questo secolo e della fine di quello passato.
Tra tutta questa gente, che, spinta da motivi personali o professionali, da curiosità, paura, speranza o disperazione, ha dovuto lasciare la sua casa, si trovano anche molti artisti. Arrivano da tutto il mondo, ma soprattutto dal Sud Est Asiatico, dal Medio Oriente, dal Sud America.
La loro natura, curiosa e sensibile, li rende particolarmente recettivi al nuovo, aperti al cambiamento. Il che non vuol dire dimenticare le proprie origini, le proprie tradizioni, ma portare dentro di sé i retaggi del passato e, al tempo stesso, anche l'influenza delle nuove culture con cui si è avuta l'opportunità di entrare in contatto.
Il nodo cruciale, infatti, è proprio questo e esserne consapevoli costituisce già di per sé un arricchimento.
Vivere nel ricordo e nella nostalgia, precludersi la possibilità di conoscere e apprezzare nuovi sistemi di vita, avvelena l'esistenza, ci fa sentire diversi e dà anche agli altri questa impressione. Cercare di capire dove siamo finiti, con chi abbiamo a che fare, aprirsi al confronto e allo scambio culturale non vuol dire perdere la propria identità, ma assumerne una nuova, più complessa e infinitamente più variegata e vitale. Forse si perderà qualcosa, ma certamente si acquisterà molto. Soprattutto se questo processo sarà fatto in assoluta libertà e con intelligenza.
Gli artisti che Gabi Scardi e Hou Hanru hanno scelto per questa mostra arrivano da diversi paesi e hanno sperimentato sulla propria pelle "l'incontro con valori, visioni del mondo e sistemi di vita eterogenei". Li hanno fatti propri e hanno trasferito le loro esperienze e sensazioni in opere che parlano di dislocazione, stratificazione culturale, identità, cittadinanza, convivenza, aggressività e paura.
Alcuni di loro, come Adrian Paci, Maja Bajevic, Carlos Amorales o Pascal Marthine Tayou, sono già noti a livello internazionale, altri, come Adel Abdessemed, Kristine Alksne, Maria Thereza Alves, Danika Dakic, Magali Claude, Tsuyoshi Ozawa e Shen Yuan, sono all'inizio della loro carriera o comunque poco conosciuti in Italia. Ma questo non ha importanza ai fini dell'esposizione, come non lo ha il fatto che i mezzi che utilizzano siano di vario tipo: video, sculture, installazioni, disegni, fotografie. Ciò che conta è che sono portatori di stili, punti di vista e visioni, nati dal confronto/scontro con nuovi scenari e realtà sociali, portatori di una cultura ibrida e sfaccettata, che sta immettendo una ventata di novità e di energia creativa nell'arte d'oggi, e che, col tempo, produrrà benefici anche nel mondo reale.
Usando il linguaggio universale dell'arte, infatti, ci invitano a scoprire e comprendere ciò che comporta "vivere altrove", e, cosa ancor più importante, ci spingono ad aprirci al cambiamento e all'incontro con l'altro, che non è un nemico, ma, al pari di noi, il depositario di valori significativi, che devono essere conosciuti e apprezzati.
Chi attraversa mondi e culture, ma anche chi non si muove da casa, ha infatti oggi una straordinaria opportunità, quella di relazionarsi con persone che hanno una storia diversa e apprendere cose nuove e interessanti. Basta volerlo...
"Wherever We Go" è promossa dalla Provincia di Milano in collaborazione col Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo ed è accompagnata da visite guidate, incontri, proiezioni cinematografiche e workshop, che affrontano il tema del trans-nazionalismo e i problemi a esso connessi.
Per dare ancor più risalto all'iniziativa, il 20 gennaio prossimo, lo Spazio Oberdan ospiterà un convegno internazionale, "Culture in transito. Arte, identità, cittadinanza", che riecheggia il titolo della mostra.
Il catalogo, che contiene i saggi dei curatori e gli interventi di altri critici d'arte contemporanea, è stato realizzato da 5 Continents Editions.