Mostre di arte moderna e contemporanea
Arte italiana. 1968-2007. Pittura
13 luglio - 11 novembre 2007
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano
Tel. 02-804062
Orari: lun 14:30-19:30, mar-dom 9:30-19:30, gio 9:30-22:30
Molti sono i motivi o gli elementi che possono determinare il successo di un artista o di un'opera d'arte, ma nessuno di loro è scientifico. Al di là quindi dei giochi di potere o di mercato, sono tante e tali le variabili in campo, che è quasi impossibile stabilire a priori il valore di un autore. Basti pensare a Cézanne, Van Gogh e agli impressionisti, che faticarono a lungo prima di trovare il loro posto al sole e ora sono tra gli artisti più richiesti e apprezzati.
La mostra aperta a Palazzo Reale in occasione della "Bella estate", curata da Vittorio Sgarbi e Maurizio Sciaccaluga, recentemente scomparso, propone una ricostruzione alternativa, e ovviamente personale, del panorama artistico italiano dal 1968 a oggi presentando al pubblico quei pittori che, secondo loro, non hanno ottenuto il doveroso riconoscimento e hanno potuto continuare a lavorare e produrre soltanto grazie all'interessamento di pochi, sparuti, collezionisti, critici e letterati. Tra il 1968 e il 1977, infatti, che è stato forse il periodo più duro per questi artisti, la pittura era considerata un linguaggio sorpassato, poco al passo coi tempi, e chi continuava a praticarla veniva messo al bando e scartato a priori.
Lasciata da parte l'Arte Povera, che ben rappresenta la fine degli anni Sessanta, ma non ha mai mostrato grande interesse per la pittura, la rassegna spazia dalla Pop Art italiana (Giandomenico Spadari, Valerio Adami, Emilio Tadini, Mario Schifano) all'Anacronismo di Maurizio Calvesi (Ubaldo Bartolini, Stefano Di Stasio, Omar Galliani, Paola Gandolfi, Carlo Maria Mariani), dalla Transavanguardia di Achille Bonito Oliva (Enzo Cucchi, Mimmo Paladino), che, per la verità, non è certo passata inosservata, ai Nuovi Nuovi di Renato Barilli (Salvo, Giuseppe Maraniello), dai Medialisti di Gabriele Perretta (Gian Marco Montesano), all'Officina milanese (Giuseppe Frangi, Marco Petrus, Luca Pignatelli), dalla Scuola torinese (Daniele Galliano, Pierluigi Pusole) a quella romana (Gianni Dessì, Piero Pizzi Cannella), dai neomediali (Federico Guida, Davide Nido) e i graffitisti (Bros, Ozmo) alle nuove generazioni di pittori (Roberto Coda Zabetta, Gabrielle Arruzzo, Nicola Samorì, Margherita Manzelli, Matteo Bergamasco).
Come si può facilmente immaginare, si tratta di scuole, correnti, situazioni, che spesso conoscono soltanto gli addetti ai lavori e che il grande pubblico non è in grado di riconoscere anche se magari ha avuto modo di vedere le opere di qualcuno dei loro rappresentanti.
Oltre ai movimenti ci sono anche molti artisti singoli. Via via che si procede nel tempo, infatti, l'idea del gruppo viene meno e gli artisti preferiscono agire isolatamente senza legarsi ad altri autori o a un unico critico.
La mostra, che si presenta decisamente varia, ma un po' caotica e sicuramente lacunosa, ha il pregio di porre all'attenzione del pubblico artisti che per sfortuna, incomprensione della critica o degli appassionati d'arte, inettitudine personale non sono riusciti a sfondare, o che comunque, per il solo fatto di "fare pittura", sono stati marginalizzati da un mercato che preferiva puntare su media innovativi in grado di comunicare con le giovani generazioni di spettatori.
Se volete sapere cos'ha prodotto il mondo dell'arte italiana degli ultimi 40 anni e volete farvi un'opinione personale, positiva o negativa che sia, degli artisti proposti da Sgarbi e Sciaccaluga, non vi resta altro da fare che vedere questa rassegna. Una seconda chance non si nega a nessuno. Magari potreste anche trovare qualcosa che vi interessa e vi è sfuggito...