Storia dell'arte: arte moderna

Il Dadaismo.
"Dada-Berlin" e la "1. Internationale Dada Messe"

Una immagine della "1. Internationale Dada Messe" con alcuni dei principali protagonisti (estate 1920)

Una immagine della "1. Internationale Dada Messe" con alcuni dei principali protagonisti (estate 1920)

Berlino fu uno dei principali centri di diffusione del Dadaismo in Europa e "Dada-Berlin" fu il momento principale.
Alla base erano due gruppi di ispirazione antiborghese e dadaista formatisi attorno a due riviste:

  • Freie Strasse", a carattere anarchico-comunista e anti-patriarcale,
  • "Neue Jugend", più spiccatamente anti-militarista.

Nel 1917 l'arrivo a Berlino di Richard Heulsenbeck, uno dei fondatori del Cabaret Voltaire, favorì la fusione dei due gruppi. Da essa scaturì "Dada-Berlin".

"Dada-Berlin" risultava fortemente impegnato sul piano politico, con orientamento di sinistra. I suoi esponenti consepivano il Dadaismo non come semplice reazione a determinate forme di arte, musica o letteratura, ma come vero e proprio strumento di agitazione politica.
Per essi il Dadaismo era una sorta di reazione integrale contro la società industriale di allora. Una società giudicata insidiosa e infida nella sua ambivalenza, capace di promettere benessere e felicità e di regalare guerra e distruzione.
La loro critica si scagliava, feroce, contro coloro che ritenevano responsabili di aver perpetuato il sistema di valori che aveva permesso ingiustizia e sfruttamento e che aveva spinto il mondo alla guerra. Quindi, contro la repubblica di Weimar e contro il mondo piccolo-borghese che la sorreggeva. L'aggressione al mondo borghese bersagliava anche la cultura e l'arte, colpevoli di non essere stati in grado di impedire il disastro.
Gli attacchi di "Dada-Berlin" consisteva in una satira acida e corrosiva, che trovava nelle riviste il suo principale canale di espressione: "Die Pleite" e "Der blutige Ernst". Dal punto di vista pratico consistevano in assemblaggi, collage, quadri, stampe, fotografie, cartelli, scritte, manifesti, oggetti. Nel complesso davano l'impressione di una sorta di anti-arte, alimentata dal convincimento che la proposta di valori politico-sociali contasse più dell'esteticità del prodotto.

Il clima dadaista berlinese si surriscaldò tra il 1918 e il 1920, quando altri artisti e intellettuali confluirono in "Dada-Berlin". Oltre a Richard Heulsenbeck ne fecero parte John Heartfield, Wieland Herzfelde, Georg Grosz, Otto Dix, Johannes Baader, Franz Jung, Raoul Hausmann e Hannah Höch. L'esordio fu la Dada-Soiree del 12 aprile 1918, un evento simile alle serate del Cabaret Voltaire.
Momento culminante fu la "1. Internationale Dada Messe", tenutasi a Berlino, presso la galleria Otto Burchard, nell'estate del 1920.
Obiettivo dell'iniziativa era proclamare Dada come un concetto applicabile in tutto il mondo. Vi presero parte esponenti del movimento berlinese, di Colonia, del Sud della Germania, di Zurigo (Arp), di Parigi (Picabia) e del Belgio. In mostra erano montaggi di Raoul Hausmann e di Hannah Höch, quadri di Dix e Grosz, collage di Ernst, Arp e Picabia, scritte di Herzfelde. A queste erano mescolate anche opere di gruppo e stampati, indistinguibili dai pezzi unici, a sottolineare l'importanza del contenuto a discapito del valore estetico.

Con la "Dada-Messe" si chiuse la fase acuta del Dadaismo tedesco.
I principali esponenti imboccarono strade diverse. Alcuni nella direzione di un impegno politico più definito in senso ideologico: Heartfield, Herzfelde, Hausmann. Altri nella direzione di una attività più focalizzata sull'ambito artistico: Dix, Grosz, Ernst, Schlichter.

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