Glossario: dizionario dell'arte moderna e contemporanea

A

Action Painting

In italiano "pittura d'azione". Corrente pittorica non figurativa sviluppatasi negli USA tra il 1945 e il 1960. Si caratterizza per l'atteggiamento dell'artista, che dipinge l'opera non sulla base di un progetto o dell'esigenza di rappresentare qualcosa, ma sotto l'urgenza del momento, guidato dall'istinto. In sostanza, la pittura è concepita come atto di volontà, in cui l'artista accetta anche il rischio dell'imprevedibile. "Azione" equivale, quindi, ad un'affermazione della propria esistenza.
Il termine "action painting" è stato usato per la prima volta nel 1952, dal famoso critico americano Harold Rosenberg in rapporto alla pittura di Pollock, de Kooning e Kline. Egli definiva "action painting" un genere di pittura in cui l'artista trasforma la tela in una sorta di "arena" dei tempi moderni, in cui l'uomo ingaggia una lotta epica con i materiali. Per Rosenberg la tela diventa lo spazio fisico dell'agire, in cui si svolge l'evento della realizzazione del dipinto.
Oggi viene spesso usato come sinonimo di Espressionismo Astratto. In altri casi viene adoperato per indicare la corrente più gestuale dell'Espressionismo Astratto.
Sul piano formale la "action painting" ha dato luogo a opere astratte spesso di grandi dimensioni. Sulla tela possono trovare intrichi di linee, energiche sciabolate di colore, ampie stesure monocrome compatte o sotto forma di masse fluttuanti. Per ottenere questi effetti il colore viene steso a grandi pennellate, a volte persino spruzzato o fatto gocciolare sulla tela.
Principali esponenti dell'Action Painting furono Willem de Kooning, Jackson Pollock, Franz Kline, Robert Motherwell, Clyfford Still, Hans Hoffman, Mark Rothko e Adolph Gottlieb.

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