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Newsletter dell' 1 giugno 2006
Newsletter dell' 1 giugno 2006
sommario
- Introduzione
- La mostra: "Pontus Hulten. Artisti da una collezione", a Venezia
- La mostra: "Christo e Jeanne-Claude", a Lugano
- La fiera: "Art|37|Basel", a Basilea
- Il sito ufficiale di "Art|37|Basel"
- Basilea e l'arte contemporanea
- Un itinerario d'arte
- La mostra: "Max Bill", a Milano
- Un po' di concorsi...
- Net Art: Zoomquilt, di AA.VV.
- Notizie in breve
L'idea che noi comuni mortali abbiamo del direttore di museo è piuttosto stereotipata.
Ci immaginiamo uno studioso, molto esperto della sua materia ma un po' noioso. Per intenderci, un personaggio che non si interessa alle battute di Fiorello o alle gesta di Ivan Basso, ma che va in visibilio davanti a qualche reperto ammuffito.
La realtà è un'altra. E in parte anche per causa di forza maggiore.
Di questi tempi, infatti, di denaro per la "muffa" proprio non ce n'è. Allora i direttori di museo devono mettere a frutto le proprie doti organizzative e, all'occorrenza, trasformarsi in procacciatori di fondi.
I direttori di oggi devono saper fare marketing e pubbliche relazioni. Devono frequentare la gente che conta. Il tutto a scapito dei fatidici "reperti ammuffiti"...
D'altro canto, non c'è molto di nuovo sotto il sole. Anche in passato i direttori di museo di successo hanno dovuto fare lo stesso.
Ecco un esempio tra i tanti.
Negli anni '70 sul ponte di comando del Museo Nazionale d'Arte Moderna di Parigi si trovò il celebre Pontus Hulten. Il suo compito era rimpolpare le collezioni del museo e trasformarlo in uno dei primi al mondo. Armi a disposizione: denaro per gli acquisti, una legislazione che favoriva le donazioni e i lasciti ereditari, il prestigio di Parigi e della nazione francese.
Hulten si gettò a capofitto nella missione, sfruttando i contatti personali e setacciando quanto di meglio trovava sul mercato. Quando poteva, stringeva accordi con collezionisti o eredi degli artisti. Famosa la sua trattativa con Nina Kandinsky, vedova del grande Wassily Kandinsky, che allora viveva a Parigi.
Al fine di assicurare al museo i capolavori del marito che ancora possedeva, Hulten giocò la carta del "savoir faire". Come egli stesso racconta, invitò Nina a cena in un famoso ristorante da cui si godeva una splendida vista. Alla fine della serata, soggiogata dal fascino sublime di Parigi, Nina decise che la collezione doveva rimanervi.
Competenza, intuito, curiosità, fascino, saper vivere, tatto, pazienza, coraggio. Troppe cose tutte insieme! Ecco perché è così difficile essere grandi direttori di museo...
Ci immaginiamo uno studioso, molto esperto della sua materia ma un po' noioso. Per intenderci, un personaggio che non si interessa alle battute di Fiorello o alle gesta di Ivan Basso, ma che va in visibilio davanti a qualche reperto ammuffito.
La realtà è un'altra. E in parte anche per causa di forza maggiore.
Di questi tempi, infatti, di denaro per la "muffa" proprio non ce n'è. Allora i direttori di museo devono mettere a frutto le proprie doti organizzative e, all'occorrenza, trasformarsi in procacciatori di fondi.
I direttori di oggi devono saper fare marketing e pubbliche relazioni. Devono frequentare la gente che conta. Il tutto a scapito dei fatidici "reperti ammuffiti"...
D'altro canto, non c'è molto di nuovo sotto il sole. Anche in passato i direttori di museo di successo hanno dovuto fare lo stesso.
Ecco un esempio tra i tanti.
Negli anni '70 sul ponte di comando del Museo Nazionale d'Arte Moderna di Parigi si trovò il celebre Pontus Hulten. Il suo compito era rimpolpare le collezioni del museo e trasformarlo in uno dei primi al mondo. Armi a disposizione: denaro per gli acquisti, una legislazione che favoriva le donazioni e i lasciti ereditari, il prestigio di Parigi e della nazione francese.
Hulten si gettò a capofitto nella missione, sfruttando i contatti personali e setacciando quanto di meglio trovava sul mercato. Quando poteva, stringeva accordi con collezionisti o eredi degli artisti. Famosa la sua trattativa con Nina Kandinsky, vedova del grande Wassily Kandinsky, che allora viveva a Parigi.
Al fine di assicurare al museo i capolavori del marito che ancora possedeva, Hulten giocò la carta del "savoir faire". Come egli stesso racconta, invitò Nina a cena in un famoso ristorante da cui si godeva una splendida vista. Alla fine della serata, soggiogata dal fascino sublime di Parigi, Nina decise che la collezione doveva rimanervi.
Competenza, intuito, curiosità, fascino, saper vivere, tatto, pazienza, coraggio. Troppe cose tutte insieme! Ecco perché è così difficile essere grandi direttori di museo...
Chi è Pontus Hulten? Perché una mostra sulla sua collezione?
Curiosando nella sua biografia, scopriamo che tra il 1959 e il 1973 Hulten crea dal nulla il Moderna Museet di Stoccolma. Tra il 1973 e il 1981 compie un miracolo simile con il Musée national d'Art moderne di Parigi. Tra il 1981 e il 1985 riesce a trasformare un'area da ristrutturare a Downtown Los Angeles nel bellissimo e potente Museum of Contemporary Art. Nel 1985 tiene a battesimo Palazzo Grassi a Venezia. Nel 1990 assume l'incarico di far decollare la monumentale Kunst- und Austellungshalle di Bonn. Per finire, nel 1995 assume le redini del neonato Museum Tinguely di Basilea.
Come dire: quando c'è da far partire qualcosa di grosso e metterlo sul binario giusto, si chiama Pontus Hulten!
Le ragioni di questo carisma? Forse, una risposta ce la possono dare le parole di Niki de Saint-Phalle: "... È uno con lo spirito più d'artista, che di direttore di museo..."
Hulten oggi ha 82 anni. Non dirige più grandi musei, ma scrive ancora e continua a curare mostre.
Nel corso della sua epica carriera ha collezionato tanto per i musei che ha diretto. Ma ha anche tenuto qualcosa per sé. Opere che testimoniano le sue grandi amicizie, gli stretti rapporti personali con grandi artisti del nostro tempo.
Nel 2005 la collezione è stata donata al Moderna Museet di Stoccolma. In questi giorni è in mostra a Palazzo Franchetti di Venezia.
Su Artdreamguide puoi trovare la presentazione della mostra.
Curiosando nella sua biografia, scopriamo che tra il 1959 e il 1973 Hulten crea dal nulla il Moderna Museet di Stoccolma. Tra il 1973 e il 1981 compie un miracolo simile con il Musée national d'Art moderne di Parigi. Tra il 1981 e il 1985 riesce a trasformare un'area da ristrutturare a Downtown Los Angeles nel bellissimo e potente Museum of Contemporary Art. Nel 1985 tiene a battesimo Palazzo Grassi a Venezia. Nel 1990 assume l'incarico di far decollare la monumentale Kunst- und Austellungshalle di Bonn. Per finire, nel 1995 assume le redini del neonato Museum Tinguely di Basilea.
Come dire: quando c'è da far partire qualcosa di grosso e metterlo sul binario giusto, si chiama Pontus Hulten!
Le ragioni di questo carisma? Forse, una risposta ce la possono dare le parole di Niki de Saint-Phalle: "... È uno con lo spirito più d'artista, che di direttore di museo..."
Hulten oggi ha 82 anni. Non dirige più grandi musei, ma scrive ancora e continua a curare mostre.
Nel corso della sua epica carriera ha collezionato tanto per i musei che ha diretto. Ma ha anche tenuto qualcosa per sé. Opere che testimoniano le sue grandi amicizie, gli stretti rapporti personali con grandi artisti del nostro tempo.
Nel 2005 la collezione è stata donata al Moderna Museet di Stoccolma. In questi giorni è in mostra a Palazzo Franchetti di Venezia.
Su Artdreamguide puoi trovare la presentazione della mostra.
Quanto costa realizzare un'utopia?
Molti soldi? Una vita intera? Un'enormità tale che si finisce per non attuarla mai?
Gli inteventi di Christo e Jeanne-Claude possono sembrare utopie a tutti gli effetti. Loro li definiscono "progetti".
Sono trascorsi 45 anni dai primi esperimenti.
Tutto cominciò nei primi anni '60 con l'impacchettamento di giornali, telefoni. Poi toccò a poltrone, auto, cartelli stradali, vetrine di negozi. Ma si sa, l'animo umano è insaziabile. E i due cominciarono a pensare sempre più in grande. Impacchettarono l'edificio di un museo, una torre, un monumento. E poi cose ancora più grosse. Impacchettarono una scogliera, tesero una gigantesca muraglia fatta di drappi dalla montagna fino al mare, stesero impressionanti teloni galleggianti attorno agli isolotti di un arcipelago. Sembrava l'impacchettamento del mare...
Per Christo e Jeanne-Claude volere è potere. E questo a dispetto del fatto che le loro utopie incontrino spesso notevoli ostacoli di natura burocratica.
Il segreto del loro successo?
Estemporaneità degli interventi, totale autofinanziamento e impatto "Zero".
A Lugano sono in mostra documenti, bozzetti e studi per i loro più mirabolanti progetti. Proprio quei bozzetti, che con la loro vendita costituiscono una delle principali fonti di autofinanziamento...
Su Artdreamguide puoi trovare i dettagli sulla mostra.
Molti soldi? Una vita intera? Un'enormità tale che si finisce per non attuarla mai?
Gli inteventi di Christo e Jeanne-Claude possono sembrare utopie a tutti gli effetti. Loro li definiscono "progetti".
Sono trascorsi 45 anni dai primi esperimenti.
Tutto cominciò nei primi anni '60 con l'impacchettamento di giornali, telefoni. Poi toccò a poltrone, auto, cartelli stradali, vetrine di negozi. Ma si sa, l'animo umano è insaziabile. E i due cominciarono a pensare sempre più in grande. Impacchettarono l'edificio di un museo, una torre, un monumento. E poi cose ancora più grosse. Impacchettarono una scogliera, tesero una gigantesca muraglia fatta di drappi dalla montagna fino al mare, stesero impressionanti teloni galleggianti attorno agli isolotti di un arcipelago. Sembrava l'impacchettamento del mare...
Per Christo e Jeanne-Claude volere è potere. E questo a dispetto del fatto che le loro utopie incontrino spesso notevoli ostacoli di natura burocratica.
Il segreto del loro successo?
Estemporaneità degli interventi, totale autofinanziamento e impatto "Zero".
A Lugano sono in mostra documenti, bozzetti e studi per i loro più mirabolanti progetti. Proprio quei bozzetti, che con la loro vendita costituiscono una delle principali fonti di autofinanziamento...
Su Artdreamguide puoi trovare i dettagli sulla mostra.
Art Basel è la più importante fiera dell'arte contemporanea al mondo. E il successo registrato dall'edizione dello scorso anno non è che l'ennesima conferma.
Dal 14 al 18 giugno si tiene la 37ª edizione. Le gallerie d'arte presenti sono circa 300, provenienti da ogni nazione e scelte con criteri estremamente severi.
Gironzolando per i vari stand è possibile avere un quadro fedele delle tendenze artistiche contemporanee. Ma al tempo stesso, capita di imbattersi in autentici capolavori dell'arte moderna.
A irrobustire il successo sono anche le sezioni di contorno. Le principali sono: "Art Statements", area dedicata alle personali di giovani artisti, "Art Unlimited", che propone progetti di grandi dimensioni. Novità di quest'anno sarà "Art Premiere", la vetrina speciale per 12 gallerie giovani.
Insomma, una full immersion da cui si torna a casa svuotati di energie, ma molto più ricchi.
Su Artdreamguide ti parliamo di Art|37|Basel.
Dal 14 al 18 giugno si tiene la 37ª edizione. Le gallerie d'arte presenti sono circa 300, provenienti da ogni nazione e scelte con criteri estremamente severi.
Gironzolando per i vari stand è possibile avere un quadro fedele delle tendenze artistiche contemporanee. Ma al tempo stesso, capita di imbattersi in autentici capolavori dell'arte moderna.
A irrobustire il successo sono anche le sezioni di contorno. Le principali sono: "Art Statements", area dedicata alle personali di giovani artisti, "Art Unlimited", che propone progetti di grandi dimensioni. Novità di quest'anno sarà "Art Premiere", la vetrina speciale per 12 gallerie giovani.
Insomma, una full immersion da cui si torna a casa svuotati di energie, ma molto più ricchi.
Su Artdreamguide ti parliamo di Art|37|Basel.
Capita spesso di leggere di diatribe legali riguardanti la titolarità di "domini" internet. Famosi i casi di Madonna e Giorgio Armani, che si sono trovati i rispettivi domini ".com" già registrati da altri.
Questo non è successo invece a chi in passato si è mosso con tempestività. È il caso dei responsabili di Art Basel, che si assicurarono "art.ch" sin dal lontano 1994. Menti previdenti...
Art Basel è stata una delle prime fiere dell'arte al mondo (se non la prima) a interessarsi di internet e gestire un proprio sito web.
In anni più recenti, lo stesso sito ha accolto anche la sezione relativa a Art|Basel|Miami Beach.
Per l'elenco delle gallerie partecipanti e gli aspetti tecnici visita il sito ufficiale di Art|37|Basel.
Questo non è successo invece a chi in passato si è mosso con tempestività. È il caso dei responsabili di Art Basel, che si assicurarono "art.ch" sin dal lontano 1994. Menti previdenti...
Art Basel è stata una delle prime fiere dell'arte al mondo (se non la prima) a interessarsi di internet e gestire un proprio sito web.
In anni più recenti, lo stesso sito ha accolto anche la sezione relativa a Art|Basel|Miami Beach.
Per l'elenco delle gallerie partecipanti e gli aspetti tecnici visita il sito ufficiale di Art|37|Basel.
Basilea è la più piccola delle "grandi" capitali mondiali dell'arte contemporanea.
A renderla unica non è solo "Art Basel".
Sono, per cominciare, gli artisti e le gallerie. Ma sono, soprattutto, i musei e gli spazi espositivi. Basilea è, infatti, un incredibile concentrato di strutture che si occupano di arte moderna e contemporanea: il Kunstmuseum, la Fondation Beyeler, il Museum Jean Tinguely. Per non parlare degli altri dai nomi impronunciabili.
Chi ama vedere l'arte all'aperto ci troverà anche innumerevoli opere d'arte in spazi pubblici: Picasso, Arp, Tinguely, Fabro, Serra e tanti altri.
E a Basilea sono stupefacenti persino i dintorni...
Ti raccontiamo perché è così interessante.
A renderla unica non è solo "Art Basel".
Sono, per cominciare, gli artisti e le gallerie. Ma sono, soprattutto, i musei e gli spazi espositivi. Basilea è, infatti, un incredibile concentrato di strutture che si occupano di arte moderna e contemporanea: il Kunstmuseum, la Fondation Beyeler, il Museum Jean Tinguely. Per non parlare degli altri dai nomi impronunciabili.
Chi ama vedere l'arte all'aperto ci troverà anche innumerevoli opere d'arte in spazi pubblici: Picasso, Arp, Tinguely, Fabro, Serra e tanti altri.
E a Basilea sono stupefacenti persino i dintorni...
Ti raccontiamo perché è così interessante.
Non ti interessano i mondiali di calcio o il Tour de France?
Hai 5-6 giorni a disposizione?
Ti piacerebbe percorrere un itinerario dedicato all'arte moderna e contemporanea, e alle arti visive in generale?
Basilea è la meta di un fantastico itinerario, che ha queste caratteristiche. Un itinerario che tocca anche Lucerna e Berna, con una puntatina in Germania, a visitare un capolavoro del grande architetto americano Frank O. Gehry.
Per farla breve: una scarrozzata di poche centinaia di chilometri attraverso capolavori dell'arte recente, opere d'arte in spazi pubblici e suggestivi esempi dell'architettura steineriana e contemporanea.
Se ci stai facendo un pensierino, dai un'occhiata all' itinerario nº3 di Artdreamguide.
Hai 5-6 giorni a disposizione?
Ti piacerebbe percorrere un itinerario dedicato all'arte moderna e contemporanea, e alle arti visive in generale?
Basilea è la meta di un fantastico itinerario, che ha queste caratteristiche. Un itinerario che tocca anche Lucerna e Berna, con una puntatina in Germania, a visitare un capolavoro del grande architetto americano Frank O. Gehry.
Per farla breve: una scarrozzata di poche centinaia di chilometri attraverso capolavori dell'arte recente, opere d'arte in spazi pubblici e suggestivi esempi dell'architettura steineriana e contemporanea.
Se ci stai facendo un pensierino, dai un'occhiata all' itinerario nº3 di Artdreamguide.
Il Bauhaus è stato il più importante esperimento didattico del '900. Il suo scopo principale era formare progettisti capaci di conferire qualità estetiche agli oggetti destinati alla produzione di massa. Da qui, l'addestramento degli allievi a una molteplicità di discipline: pittura, grafica, design, architettura, scenografia, fotografia, teatro.
Nessuno rispecchia il metodo Bauhaus meglio dell'artista svizzero Max Bill.
In quasi sessant'anni di attività Bill è stato pittore, scultore, grafico, designer, architetto. Nel dopoguerra ha promosso la rinascita dello stesso Bauhaus, fondando la Hochschule fur Gestaltung di Ulma. Si è interessato anche agli aspetti teorici e sociali del progettare.
Oggi, a 12 anni dalla morte, nelle aste di tutto il mondo le sue tele geometriche e rigorose spuntano prezzi attorno ai 50.000 Euro. Si presentano come composizioni fredde e inespressive di forme elementari, dipinte con campiture di colore piatto e regolare. Immagini cui l'artista attribuisce il senso della rivelazione del vero.
Il "vero" per Bill non è rappresentazione del naturale, né tantomeno espressione di emozioni o sentimenti. L'arte è ricondurre ciò che è complesso e mutevole a ciò che è semplice e immutabile. E questo è possibile attraverso ordine, rigore e progettazione.
A Palazzo reale di Milano una ricca selezione di opere permette di conoscere questo grande maestro dell'arte "concreta". Opere da guardare con calma e attenzione.
Artdreamguide ti parla della mostra e del lavoro di Max Bill.
Nessuno rispecchia il metodo Bauhaus meglio dell'artista svizzero Max Bill.
In quasi sessant'anni di attività Bill è stato pittore, scultore, grafico, designer, architetto. Nel dopoguerra ha promosso la rinascita dello stesso Bauhaus, fondando la Hochschule fur Gestaltung di Ulma. Si è interessato anche agli aspetti teorici e sociali del progettare.
Oggi, a 12 anni dalla morte, nelle aste di tutto il mondo le sue tele geometriche e rigorose spuntano prezzi attorno ai 50.000 Euro. Si presentano come composizioni fredde e inespressive di forme elementari, dipinte con campiture di colore piatto e regolare. Immagini cui l'artista attribuisce il senso della rivelazione del vero.
Il "vero" per Bill non è rappresentazione del naturale, né tantomeno espressione di emozioni o sentimenti. L'arte è ricondurre ciò che è complesso e mutevole a ciò che è semplice e immutabile. E questo è possibile attraverso ordine, rigore e progettazione.
A Palazzo reale di Milano una ricca selezione di opere permette di conoscere questo grande maestro dell'arte "concreta". Opere da guardare con calma e attenzione.
Artdreamguide ti parla della mostra e del lavoro di Max Bill.
Ogni anno si svolge una miriade di concorsi rivolti a giovani artisti e grafici. Nella sezione Premi e concorsi di Artdreamguide, oltre a corsi e conferenze, puoi trovare un elenco di concorsi relativi al campo dell'arte moderna e contemporanea, della Net Art, del design e della fotografia.
In questo numero della Newsletter ti segnaliamo 2 concorsi di genere diverso tra loro.
- Il primo è il Concorso Poster "Breaking Stereotypes". Si rivolge agli studenti degli istituti europei d'arte e di disegno/progettazione. Scopo è la realizzazione di un manifesto originale che serva a promuovere i valori della diversità, contro ogni forma di discriminazione. A organizzarlo è l'Unione Europea. Termine per l'iscrizione è il 31 luglio 2006.
- Il secondo è "Movin' up", rivolto ai giovani creativi di età compresa tra 18 e 35 anni. Organizzatori sono la Direzione Generale per l'Architettura e l'Arte Contemporanee (DARC) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Circuito Giovani Artisti Italiani (GAI). Il termine d'iscrizione alle seconda tornata è il 17 novembre 2006.
Su Artdreamguide puoi trovare le presentazioni dei due concorsi:
- "Concorso Poster Breaking Stereotypes"
- "Movin' up".
In questo numero della Newsletter ti segnaliamo 2 concorsi di genere diverso tra loro.
- Il primo è il Concorso Poster "Breaking Stereotypes". Si rivolge agli studenti degli istituti europei d'arte e di disegno/progettazione. Scopo è la realizzazione di un manifesto originale che serva a promuovere i valori della diversità, contro ogni forma di discriminazione. A organizzarlo è l'Unione Europea. Termine per l'iscrizione è il 31 luglio 2006.
- Il secondo è "Movin' up", rivolto ai giovani creativi di età compresa tra 18 e 35 anni. Organizzatori sono la Direzione Generale per l'Architettura e l'Arte Contemporanee (DARC) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Circuito Giovani Artisti Italiani (GAI). Il termine d'iscrizione alle seconda tornata è il 17 novembre 2006.
Su Artdreamguide puoi trovare le presentazioni dei due concorsi:
- "Concorso Poster Breaking Stereotypes"
- "Movin' up".
Immaginiamo uno scozzese con cornamusa e gonnellino.
Focalizziamo lo sguardo sul gonnellino. Zoomiamo sul disegno del gonnellino. Zoomiamo un po' di più, a cogliere l'intreccio della lana. Zoomiamo ancora di più, sui singoli fili. Ancora di più, sulle fibre che costituiscono i fili. Zoomiamo ancora, fino a vedere le molecole. E poi ancora, fino a vedere gli atomi. E avanti, fino alle particelle subatomiche. E ancora e ancora, fino a vedere... lo scozzese intero, con la cornamusa e il gonnellino. E avanti così, un'altra volta.
Qualcosa di simile succede in Zoomquilt.
Zoomquilt è un lavoro di Net Art realizzato in collaborazione da 15 artisti, perlopiù tedeschi, coordinati da Nikolaus Baumgarten. Autore dell'animazione in Flash è Paul Hinze.
In partenza, ci si trova di fronte a uno scenario fantastico. Muovendo il mouse in su, si ottiene l'effetto di zoomare, o di addentrarsi nella visione. Mano a mano si fanno avanti nuovi scenari, popolati da forme organiche, presenze misteriose. La curiosità incalza. Si accelera l'esplorazione, finché non affiora la sensazione di avere già visto quello che ci sta di fronte.
Il clima generale è prettamente surrealista. E in effetti il paragone che torna alla mente è con i "Cadavre esquis" dei surrealisti. Anche il procedimento di realizzazione è simile.
I surrealisti erano soliti riunirsi al bar. Qui, il primo cominciava a disegnare su un'estremità di un foglio di carta. Poi, ripiegava la sua striscetta, in modo da rendere invisibile il suo disegno agli altri. Prima di passare il foglio a un'altra persona, tracciava sulla parte a vista poche linee, in modo da permettere a chi veniva dopo di proseguire il suo lavoro. E così via tutti gli altri. Alla fine, il disegno veniva scoperto. Il risultato era una combinazione di creatività e casualità.
Per cogliere il parallelo con Zoomquilt, dopo aver visto il lavoro, si raccomanda di tornare alla videata iniziale e cliccare sui quadratini alla destra dei nomi dei singoli autori.
Se hai Flash nel computer lasciati catturare da Zoomquilt, di AA.VV.
Focalizziamo lo sguardo sul gonnellino. Zoomiamo sul disegno del gonnellino. Zoomiamo un po' di più, a cogliere l'intreccio della lana. Zoomiamo ancora di più, sui singoli fili. Ancora di più, sulle fibre che costituiscono i fili. Zoomiamo ancora, fino a vedere le molecole. E poi ancora, fino a vedere gli atomi. E avanti, fino alle particelle subatomiche. E ancora e ancora, fino a vedere... lo scozzese intero, con la cornamusa e il gonnellino. E avanti così, un'altra volta.
Qualcosa di simile succede in Zoomquilt.
Zoomquilt è un lavoro di Net Art realizzato in collaborazione da 15 artisti, perlopiù tedeschi, coordinati da Nikolaus Baumgarten. Autore dell'animazione in Flash è Paul Hinze.
In partenza, ci si trova di fronte a uno scenario fantastico. Muovendo il mouse in su, si ottiene l'effetto di zoomare, o di addentrarsi nella visione. Mano a mano si fanno avanti nuovi scenari, popolati da forme organiche, presenze misteriose. La curiosità incalza. Si accelera l'esplorazione, finché non affiora la sensazione di avere già visto quello che ci sta di fronte.
Il clima generale è prettamente surrealista. E in effetti il paragone che torna alla mente è con i "Cadavre esquis" dei surrealisti. Anche il procedimento di realizzazione è simile.
I surrealisti erano soliti riunirsi al bar. Qui, il primo cominciava a disegnare su un'estremità di un foglio di carta. Poi, ripiegava la sua striscetta, in modo da rendere invisibile il suo disegno agli altri. Prima di passare il foglio a un'altra persona, tracciava sulla parte a vista poche linee, in modo da permettere a chi veniva dopo di proseguire il suo lavoro. E così via tutti gli altri. Alla fine, il disegno veniva scoperto. Il risultato era una combinazione di creatività e casualità.
Per cogliere il parallelo con Zoomquilt, dopo aver visto il lavoro, si raccomanda di tornare alla videata iniziale e cliccare sui quadratini alla destra dei nomi dei singoli autori.
Se hai Flash nel computer lasciati catturare da Zoomquilt, di AA.VV.
- Da oggi fino al 15 luglio, presso il Museum of Contemporary Art di Shangai, si tiene la mostra "Italy Made in Art: Now - Arti contemporanee e disegno industriale". L'esposizione, promossa dall'Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), è curata da Achille Bonito Oliva. Presenti 32 artisti e 24 designer italiani, attivi dagli anni '50 in poi.
- Il Premio Medaglia d'Oro all'Architettura Italiana 2006 è stato vinto da Renzo Piano. Suo, infatti, il progetto dell'Hight Museum of Art di Atlanta, realizzato tra il 2003 e il 2005. A organizzare il premio è la Triennale di Milano in collaborazione con la Darc (Direzione generale per l'architettura e l'arte contemporanea).
- È stato assegnato il Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro per giovani scultori. Vincitrice è l'irlandese Claire Morgan. Il secondo e il terzo premio sono stati aggiudicati al coreano Hong Eu-Young e al lituano Rimandas Milkintas. Il Premio speciale Costa Crociere è andato all'italiana Laura Renna. I lavori dei 25 finalisti saranno in mostra alla Fondazione Pomodoro fino al 28 luglio 2006.
- Il 2 giugno 1906 nasceva a Venezia Carlo Scarpa, uno dei più noti architetti italiani. Per ricordarlo, dal 2 al 4 giugno, verranno aperti al pubblico tutti i "Luoghi Scarpiani" d'Italia, compresi quelli normalmente inaccessibili. L'elenco di tutti gli spazi si può trovare sul sito www.carloscarpacentenario.it.
- Il Premio Medaglia d'Oro all'Architettura Italiana 2006 è stato vinto da Renzo Piano. Suo, infatti, il progetto dell'Hight Museum of Art di Atlanta, realizzato tra il 2003 e il 2005. A organizzare il premio è la Triennale di Milano in collaborazione con la Darc (Direzione generale per l'architettura e l'arte contemporanea).
- È stato assegnato il Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro per giovani scultori. Vincitrice è l'irlandese Claire Morgan. Il secondo e il terzo premio sono stati aggiudicati al coreano Hong Eu-Young e al lituano Rimandas Milkintas. Il Premio speciale Costa Crociere è andato all'italiana Laura Renna. I lavori dei 25 finalisti saranno in mostra alla Fondazione Pomodoro fino al 28 luglio 2006.
- Il 2 giugno 1906 nasceva a Venezia Carlo Scarpa, uno dei più noti architetti italiani. Per ricordarlo, dal 2 al 4 giugno, verranno aperti al pubblico tutti i "Luoghi Scarpiani" d'Italia, compresi quelli normalmente inaccessibili. L'elenco di tutti gli spazi si può trovare sul sito www.carloscarpacentenario.it.
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