Max Beckmann
Luoghi dove è documentata l'opera di Max Beckmann:
città, musei, fondazioni, biblioteche, archivi
Max Beckmann viene ritenuto uno dei più "tedeschi" tra gli artisti della sua generazione. Tedesco, nel senso che agli occhi dell'opinione pubblica il suo lavoro incarna gli attributi tematici e stilistici caratteristici dell'espressionismo tedesco del primo '900.
Singolare è il fatto che, nonostante questa sua tipicità, sia l'artista tedesco più presente nei grandi musei internazionali d'arte moderna, a cominciare da quelli americani.
Una ragione è data dal lungo periodo che l'artista trascorse lontano dalla Germania, dopo la salita al potere del nazismo. Prima ad Amsterdam, quindi in America fino alla morte. Anni difficili all'inizio, ma intensi dal punto di vista dell'attività. Beckmann veniva percepito come il simbolo di una cultura che il nazismo aveva bollato come "degenerata". Non a caso, il trittico Versuchung dominava al centro della mostra "Twentieth Century German Art", alle New Burlington Galleries di Londra nel 1938.
Ma la ragione principale risiede nella qualità del lavoro di Beckmann. Già dagli anni '40 le opere dell'artista erano apprezzate per la monumentalità, la coerenza stilistica, l'originalità dei temi e delle soluzioni formali.
Sul piano stilistico, l'opera di Beckmann può essere suddivisa schematicamente in tre periodi.
1) Il primo periodo è caratterizzato da una pittura fluida e pastosa, influenzata dai grandi artisti del passato.
2) Il secondo periodo (1920-30 ca) vede l'artista affrontare tematiche dolorose e critiche, attraverso una pittura aspra, tagliente, ma nel contempo plastica.
3) Nel terzo periodo Beckmann mette in scena allegorie della vita, in cui i contorni delle figure si inaspriscono, i volumi si perdono, lo spazio è stravolto da prospettive deformate. È il periodo dei grandi trittici.
Alle opere del primo generalmente viene assegnata un'importanza più documentaria, che strettamente artistica. La maggior parte di esse è collocata in musei tedeschi, spesso accanto a opere successive. Le opere ritenute più interessanti sono, invece, quelle del secondo e terzo periodo. Proprio queste figurano nei grandi musei di tutto il mondo.