Alberto Burri
Attività artistica di Alberto Burri.
I Cretti di Alberto Burri
I "Cretti" costituiscono una delle serie più famose di opere di Alberto Burri.
L'artista comincia a realizzarli nel 1973 (Bianco Cretto, Grande Bianco Cretto). Prosegue in maniera continuativa fino al 1976, quando passa ai "Cellotex".
I "Cretti" consistono in superfici quadrate o rettangolari, spesse, di colore bianco o nero, su cui si dipana un fitto intreccio di crepe e screpolature. L'aspetto assomiglia a quello dei terreni argillosi, crepati dopo lunghi periodi di siccità.
Per ottenere questo effetto Burri inizialmente impiega un impasto di bianco di zinco e colle viniliche, cui aggiunge terre nel caso di quelli colorati. Applica uno strato spesso di questo materiale su un supporto di cellotex e, quindi, sottopone l'opera a un processo di asciugatura/essiccamento. In anni successivi, con l'aumentare delle dimensioni, utilizza un impasto di bianco di zinco, caolino e terre, che dopo essiccature ricopre con vinavil.
I "Cretti" rivestono un'importanza particolare nell'evoluzione artistica di Alberto Burri. Dopo i cicli precedenti, in cui adoperava sacchi, legni, ferro, plastica, ritorna infatti agli strumenti del pittore: la tela, il colore e i materiali terrosi.
Attraverso la crepatura superficiale del materiale l'artista ottiene due risultati:
- evoca l'idea del trascorrere del tempo,
- affida alla tramatura superficiale del materiale tutta l'efficacia espressiva e decorativa dell'opera, senza l'ausilio di contrasti cromatici.
Con i "Cretti" Burri giunge a un livello nuovo di severità e compostezza nella composizione. In qualche modo si riallaccia, così, all'ordine e alla compostezza della pittura rinascimentale.
La compostezza e severità dei "Cretti" offre a Burri l'opportunità per realizzazioni di grande impegno dal punto di vista sociale.
All'inizio degli anni '80 Burri riprende l'idea alla base dei "Cretti" per realizzare il Grande Cretto di Gibellina. È uno dei più grandi e austeri monumenti alla sofferenza dell'uomo mai concepiti.