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Enrico Baj: Pictura ut poesis
1 novembre 2003 - 29 febbraio 2004
Castello di Masnago
Museo d'Arte Moderna e Contemporanea
Via Cola di Rienzo, Varese
Tel. 0332-820409
Orari: mar-sab 10:30-18:30, dom 10:30-12:30 14:30-18:30, lunedì chiuso
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È stata voluta e progettata da Enrico Baj, pochi mesi prima di morire, la retrospettiva che la città di Varese ha allestito al Castello di Masnago per ricordare l'artista recentemente scomparso.
Il giorno dell'inaugurazione Baj avrebbe compiuto 79 anni. Con grande entusiasmo, e nonostante la malattia, aveva programmato tutto, compresa la data e la copertina del catalogo.
Come suggerisce Marco Meneguzzo, questa mostra rappresenta il suo ultimo "autoritratto". Anche il titolo risponde a una precisa intenzione. "Pictura ut poesis", ribaltamento del famoso detto oraziano, sottolinea l'importanza che hanno avuto per l'artista la poesia e la letteratura. Due campi di intervento che si sono intrecciati spesso col suo lavoro. Baj alternava, infatti, l'attività di pittore e illustratore di libri a quella di saggista e giornalista ed era amico di molti letterati e poeti, soprattutto surrealisti.
La mostra, davvero esaustiva, propone 240 opere dell'artista milanese, varesino d'adozione, dalle prime riuscite prove degli anni '50, quando Baj faceva parte del Movimento nucleare (Figura atomica, 1951) agli ultimi lavori, le "Opere idrauliche" del 2003. In mezzo, una nutrita selezione di tutta la sua produzione artistica: i grotteschi Generali degli anni '60, simboli del suo antimilitarismo; le Dame di lustrini e passamanerie; le "Montagne" in terracotta di Albisola; i "Mobili" in legno con impiallacciature e intarsi su sfondi di broccato; gli "Specchi" coi quali Baj attuava una sorta di scomposizione del mondo; i robot realizzati col Meccano, un gioco per bambini che trova la sua più felice realizzazione nei personaggi del Teatro di Ubu del 1984, messo in scena a Marsiglia da Massimo Schuster e ispirato alle storie dell'anti-eroe di Alfred Jarry; l'omaggio a Proust e ai Guermantes (1999). |
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L'interesse che Baj nutriva per la poesia e la letteratura gli ispirò numerose illustrazioni e incisioni. Nacquero così il De Rerum Natura di Lucrezio (1953), Poesaggi di Patchen (1957), Il Manuale di Zoologia fantastica di Borges (1973), Il deserto dei tartari di Buzzati (1974), L'Apocalisse (1978-2001), l'Alfabeto apocalittico di Sanguineti (1984), La caccia allo Snark di Carroll (1986), Il Paradiso perduto di Milton (1987) e il suo ultimo libro d'artista, Sull'acqua, uscito postumo.
La rassegna è curata da Marco Meneguzzo, che si è avvalso della collaborazione di Roberta Cerini, moglie di Baj.
In mostra, è presente anche un video inedito, realizzato nei primi mesi del 2003 da Nicola Oldrini e Antonello Perrone. Ultima testimonanza di un "puer aeternus", uno spirito libero, dotato di grande ironia, definito dall'amico e poeta Jean-Clarence Lambert "patapittore", riprendendo ciò che Duchamp diceva di Picabia, un altro artista eclettico e provocatorio, molto amato da Baj. |
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