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È morto Enrico Baj, maestro di satira e di ironia

Il 16 giugno 2003, all'età di 78 anni, si è spento Enrico Baj. Era considerato uno dei maggiori esponenti dell'arte italiana del dopoguerra.

Nato a Milano nel 1924, Baj aveva studiato medicina e giurisprudenza prima di dedicarsi all'arte e iscriversi all'Accademia di Brera. Alla fascinazione per l'arte aveva contribuito la scoperta del Movimento dadaista, avvenuta in Svizzera durante gli anni della guerra.
Partito da una rimeditazione del cubismo, nel 1951, in pieno clima informale, aveva fondato con Crippa, Dova, Dangelo, Joe Colombo e altri il Movimento nucleare. Poi se ne era andato a Parigi, dove aveva preso a frequentare i surrealisti e il Collegio di Patafisica, nato sulla scia degli scritti di Alfred Jarry.
Nel 1957 Baj aveva redatto il Manifesto contro lo stile. Risale proprio a quegli anni la definizione di un'autonoma e personale forma espressiva, fatta di collage di elementi eterogenei (passamanerie, medaglie ecc) coi quali dava voce alla sua vena ludica e al suo impegno contro ogni tipo di oppressione. Lo aiutavano in questo due doti naturali, l'humor e l'ironia, ai quali univa una grande fantasia e creatività.
Nacquero così Dame, Generali, le diverse versioni di Ubu, il personaggio inventato da Jarry, le Maschere tribali e i lavori di più forte impatto politico e sociale, come il grande quadro dedicato a I funerali dell'anarchico Pinelli o i ritratti satirici degli ultimi anni.

Al suo interesse per le arti figurative (pittura, incisione, scultura e ceramica), Baj alternava l'attività di saggista e giornalista. Era, del resto, grande amico di molti letterati e poeti, tra cui Breton, Queneau, Paz, Baudrillard, Buzzati, Calvino, Fo. L'ultima grande mostra l'aveva fatta a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, nel 2001. Recentemente, aveva esposto alla Galleria Marconi di Milano.

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