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In occasione dell'apertura di Arte Fiera 2003, la Gam di Bologna dedica le sale di "Spazio Aperto" a Emilio Fantin, nato a Bassano del Grappa nel 1954, ma da anni presente a Bologna. Un artista che, nella sua ricerca, si è interessato al problema della comunicazione, cercando un dialogo con le diverse figure del sistema dell'arte e, in particolare, col fruitore dell'opera.
I suoi esperimenti lo hanno portato alla realizzazione di performance, eventi, video e installazioni.
Nella serie "Dreams", avviata nel 1996, ha analizzato il mondo enigmatico del sogno. Un momento della nostra vita strettamente individuale, ma al contempo intessuto di un'intricata ragnatela di relazioni. Un universo privato, brulicante di azioni e immagini che traggono alimento dalla nostra vita e dalle nostre emozioni. Riflessioni che echeggiano quelle espresse da Umberto Galimberti ne Il corpo, dove afferma: "Di giorno il corpo si usa per il mondo, di notte usa il mondo per sé".
Astrale, l'installazione che Fantin ha realizzato per Bologna, analizza un momento che precede il sogno. E anche il sonno. È un momento di pausa, di attesa, quando siamo sdraiati a pensare prima di addormentarci. Il dialogo questa volta è tra la notte e il giorno, tra momento della riflessione e attività.
Ancora due opposizioni. Il mondo privato e ovattato della solitudine, del riposo; la vita collettiva, frettolosa e standardizzata. La ricchezza del sonno contrapposta all'apparente vitalità del quotidiano, dove gli spazi che ognuno può ricavare per sé sono sempre meno. E dove anche l'ozio segue regole e ritmi precisi, dettati dalle mode e dalla vita sociale.
Resta una sola dimensione privata, quella del sogno. Dove ci muoviamo liberi e inconsapevoli, lontani da ogni intenzionalità. Anche qui non siamo soli. Ma non sono gli altri a dirigere il gioco.
La mostra è curata da Gabi Scardi. |