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Tinguely e Munari. Opere in azione

23 maggio - 3 ottobre 2004

CAMeC - Centro per l'Arte Moderna e Contemporanea
Piazza Cesare Battisti 1, La Spezia
Tel. 0187-778544
Orari: mar-sab 10-13 15-19, dom 11-19, lunedì chiuso

Il CAMeC, Centro per l'Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia, inaugura gli spazi espositivi con un grande evento, la mostra dedicata a Jean Tinguely e Bruno Munari, due artisti che appartengono a diverse generazioni, ma sono uniti da interessi affini: l'ironia, il movimento, l'approccio ludico all'arte.
Su tutto aleggia il concetto di macchina, intesa come meccanismo in grado di dare vita a un processo percettivo.

Munari (1907-1998), artista e designer, precursore dell'arte cinetica, comincia a realizzare le sue "macchine" nel 1933. Si tratta delle Macchine inutili, che avranno grande importanza nello sviluppo della sua poetica e che offriranno più di uno spunto alla ricerca artistica di Tinguely. Sia queste che le opere successive (Macchine aritmiche, Alte tensioni, Concavi-Convessi, Flexi, Sculture da viaggio ecc), fatte di materiali poveri, leggeri, "minimi", ricordano i giochi e la creatività dei bambini, ma nascondono analisi più approfondite e complesse, che riguardano i rapporti tra arte e tecnica, utopia e realtà, la convivenza tra concetti opposti (concavo e convesso, funzione e inutilità, ritmo e aritmia).
Affascinato da tempo dalla tecnologia e dal movimento, Tinguely (1925-1991) riceve ulteriori stimoli dall'incontro con l'artista italiano e, negli anni '50, comincia a interessarsi al fenomeno del "macchinismo" partendo da composizioni di ispirazione costruttivista di grande raffinatezza formale (Méta-Malevitch). I passi successivi sono la realizzazione di macchine che disegnano automaticamente (Méta-Matic), macchine "prigioniere" di se stesse (Bosch n. 2, Incitation à la création), macchine autodistruttive, e, per finire, macchine concettuali, frutto della trasformazione artistica di grandi filosofi (Engels, Heidegger, Burckhardt) in sculture semoventi.

La rassegna sui due artisti prosegue sulla terrazza del museo, che funziona anche da spazio espositivo e ospita una Fontana di Tinguely e Un giocattolo per il vento di Munari.

La mostra è curata da Bruno Corà e Pietro Bellasi in collaborazione con Alberto Fiz e Guido Magnaguagno, direttore del Musée Jean Tinguely di Basilea, da dove provengono molte delle opere esposte.

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