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Il CAMeC, Centro per l'Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia, inaugura gli spazi espositivi con un grande evento, la mostra dedicata a Jean Tinguely e Bruno Munari, due artisti che appartengono a diverse generazioni, ma sono uniti da interessi affini: l'ironia, il movimento, l'approccio ludico all'arte.
Su tutto aleggia il concetto di macchina, intesa come meccanismo in grado di dare vita a un processo percettivo.
Munari (1907-1998), artista e designer, precursore dell'arte cinetica, comincia a realizzare le sue "macchine" nel 1933. Si tratta delle Macchine inutili, che avranno grande importanza nello sviluppo della sua poetica e che offriranno più di uno spunto alla ricerca artistica di Tinguely. Sia queste che le opere successive (Macchine aritmiche, Alte tensioni, Concavi-Convessi, Flexi, Sculture da viaggio ecc), fatte di materiali poveri, leggeri, "minimi", ricordano i giochi e la creatività dei bambini, ma nascondono analisi più approfondite e complesse, che riguardano i rapporti tra arte e tecnica, utopia e realtà, la convivenza tra concetti opposti (concavo e convesso, funzione e inutilità, ritmo e aritmia).
Affascinato da tempo dalla tecnologia e dal movimento, Tinguely (1925-1991) riceve ulteriori stimoli dall'incontro con l'artista italiano e, negli anni '50, comincia a interessarsi al fenomeno del "macchinismo" partendo da composizioni di ispirazione costruttivista di grande raffinatezza formale (Méta-Malevitch). I passi successivi sono la realizzazione di macchine che disegnano automaticamente (Méta-Matic), macchine "prigioniere" di se stesse (Bosch n. 2, Incitation à la création), macchine autodistruttive, e, per finire, macchine concettuali, frutto della trasformazione artistica di grandi filosofi (Engels, Heidegger, Burckhardt) in sculture semoventi. |
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La rassegna sui due artisti prosegue sulla terrazza del museo, che funziona anche da spazio espositivo e ospita una Fontana di Tinguely e Un giocattolo per il vento di Munari.
La mostra è curata da Bruno Corà e Pietro Bellasi in collaborazione con Alberto Fiz e Guido Magnaguagno, direttore del Musée Jean Tinguely di Basilea, da dove provengono molte delle opere esposte. |