Mostre di arte moderna e contemporanea
Alberto Burri. Gli artisti e la materia 1943-2004
17 novembre 2005 - 16 febbraio 2006
Scuderie Papali al Quirinale
Via XXIV Maggio 16, Roma
Tel. 06-696270
Orari: 10-20, ven-sab 10-22:30
Sono passati 10 anni dalla scomparsa di Alberto Burri, uno dei principali artisti italiani del '900 e uno dei maggiori interpreti della pittura informale di tipo materico.
La mostra allestita alle Scuderie Papali al Quirinale, come del resto quella che si è tenuta mesi fa a Città di Castello, paese natale di Burri, intende porre in risalto la portata innovativa della sua ricerca, per troppo tempo misconosciuta a favore di autori più famosi e sostenuti dal mercato, come l'americano Robert Rauschenberg.
Per farlo, le sue opere (sacchi, legni, ferri, plastiche, combustioni, cretti, cellotex) vengono messe a confronto con quelle degli altri artisti che, nel dopoguerra, si sono interessati all'utilizzo di materiali extrapittorici in cerca di un nuovo rapporto con la realtà. Un'esigenza molto sentita all'epoca, che coinvolse, con diversi approcci, numerosi artisti di talento, in Europa e in America. Nomi importanti come Antoni Tàpies, Jean Fautrier, Jackson Pollock, Yves Klein, Lucio Fontana, Jasper Johns, Cy Twombly, Franz Kline e il già citato Robert Rauschenberg.
Lavorare con la materia e presentarne imperfezioni, ferite, brutture, aveva per molti di loro il valore di una ricerca esistenziale e si riconnetteva all'esperienza atroce della guerra appena conclusa. Per altri invece, e Burri è uno di questi, al di là del dramma esistenziale, sicuramente presente, dato che ogni artista assorbe gli umori del suo tempo, si trattava principalmente di una ricerca estetica volta alla rappresentazione della bellezza. Una caratteristica che nelle opere dell'artista umbro diventa sempre più evidente col passar del tempo, e soprattutto nei Cellotex e nei "Cicli" degli anni '80 dove l'esperienza informale è ormai un ricordo e ciò che conta è principalmente il rigore compositivo.
L'uso di materiali extrapittorici come strumento di innovazione linguistica, come punto di partenza per nuove poetiche, ha generato uno dei cambiamenti più radicali della storia dell'arte contemporanea aprendo la strada a molte ricerche successive. Quelle che vengono esposte nella seconda sezione della mostra, dove sono presentate le opere di Joseph Beuys, Anselm Kiefer, Piero Manzoni, Ettore Colla, Mimmo Rotella, Salvatore Scarpitta, Giuseppe Uncini, Manuel Millares, Raphael Canogar, Mario Ceroli, Arman, César, Daniel Spoerri, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Giuseppe Penone, Damien Hirst. Molti di loro sono stati influenzati proprio da Burri.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Regione Umbria e la Fondazione Palazzo Albizzini - Collezione Burri di Città di Castello, che conserva buona parte della produzione artistica di Burri, è curata da Maurizio Calvesi e Italo Tomassoni. Altri contributi si devono a Lorenzo Canova, Chiara Sarteanesi, Rosella Siligato e Maria Grazia Tolomeo.