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Lucian Freud è già stato a Venezia 50 anni fa. Ha, infatti, esposto, al Padiglione inglese della Biennale nel 1954. Da allora, la sua strada è stata costellata da grandi mostre e riconoscimenti, tanto che oggi è considerato uno dei principali artisti britanici.
Nipote di Sigmund, il "padre" della psicoanalisi, Lucien Freud nasce a Berlino nel 1922. La sua famiglia è di origine ebraica.
Nel 1933 segue i genitori in Inghilterra e, qualche anno dopo, ottiene la cittadinanza britannica.
Tiene la sua prima personale nel 1944, ma già dieci anni dopo rappresenta la Gran Bretagna alla XXVII Biennale di Arti Visive di Venezia a fianco di Francis Bacon e Ben Nicholson.
Dopo il 1979 le mostre si moltiplicano e Freud espone in Giappone e negli Stati Uniti. Di grande importanza è la mostra di Washintgton del 1987, che gira l'Europa e tocca il Musée National d'Art Moderne di Parigi, la Hayward Gallery di Londra e la Neue Nationalgalerie di Berlino.
Anche gli anni '90 sono caratterizzati da grandi mostre. Freud espone al Metropolitan Museum of Art di New York, al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, alla Scottish National Gallery of Modern Art di Edimburgo.
Una delle rassegne più prestigiose degli ultimi anni è quella del 2002 alla Tate Britain, replicata alla Fundaciòn "la Caixa" di Barcellona e al Museum of Contemporary Art di Los Angeles. |
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La retrospettiva allestita al Museo Correr presenta al pubblico 90 opere di Lucien Freud. Ripercorre, infatti, l'intera carriera di questo artista, che, rivisitando i grandi ritrattisti del passato (Tiziano, Rembrandt, Hals, Velázquez, Watteau) in chiave moderna, ha sempre mostrato grande interesse per i dettagli cercando di esprimere quella che è, per lui, l'unicità degli individui raffigurati.
Tra i lavori esposti a Venezia ci sono dipinti e incisioni. Molti capolavori sono già stati visti alla grande retrospettiva del 2002 alla Tate, altri sono inediti o realizzati per questa occasione.
Ci sarà anche il celebre Ritratto della Regina, che Freud realizzò nel 2001 e che ora fa parte della Royal Collection.
Le opere di Lucien Freud, spesso accostate a quelle di Graham Sutherland, Francis Bacon, Frank Auerbach, mostrano in realtà uno stile molto particolare. E non potrebbe essere altrimenti. Infatti, per sua stessa ammissione, nei suoi lavori "Tutto è autobiografico e qualunque cosa è un ritratto". Il soggetto di partenza, qualunque esso sia - amico o conoscente, amante o collega pittore, e perfino la regina d'Inghilterra - una volta dipinto, diventa "un'opera di Lucien Freud".
Al pari di Bacon, anche Freud cerca di andare oltre l'apparenza, ma, per farlo, si concentra sulla specificità, sui dettagli. Un modo di fare, che, unito a una straordinaria abilità pittorica, lo porta a risultati sorprendenti, capaci di far sembrare grandiose opere di piccolo formato, oppure intime opere di grandi dimensioni.
Come il suo illustre antenato, Lucien Freud mostra un profondo interesse per la psicologia dei soggetti trattati, non si fa coinvolgere emotivamente e, soprattutto, non si fa sviare dal suo compito, che è portare a galla il rimosso, quello che gli altri non riescono a vedere. Ciò che trasmette sulla tela è una percezione della realtà diretta, priva di sentimentalismi, capace di raccontare lo scorrere della vita così com'è, senza nascondere nulla.
Ed è proprio questo a commuoverci. Noi, infatti, non siamo "figli di Freud" e non riusciamo a mostrarci asettici o indifferenti alle miserie umane, alla crudezza delle immagini.
La mostra è curata da William Feaver. Sul sito musei civici veneziani si può vedere una selezione delle opere esposte. |