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Dopo la mostra d'apertura, dedicata alla Scultura italiana del XX secolo, la Fondazione Arnaldo Pomodoro, rivolge la sua attenzione a Gastone Novelli (1925-1968), un artista dai molti interessi, che fu pittore, illustratore, grafico, ceramista e, negli ultimi anni, anche scultore.
Gastone Novelli è morto giovane, a soli 43 anni, ma la sua vita è stata ricca di incontri importanti e di viaggi.
Nato a Vienna nel 1925, visse e studiò a Roma e Firenze, dove, nel dopoguerra, si laureò in Scienze politiche.
A decidere il corso della sua vita furono il viaggio a Zurigo del 1947 e l'incontro con l'opera neocostruttivista di Max Bill, che lo spinsero a dedicarsi alla pittura e all'arte grafica.
Nel 1950 proseguì la sua ricerca nell'ambito dell'astrazione geometrica in Brasile, dove si era trasferito per dedicarsi all'arte applicata e all'insegnamento. E fu proprio qui, alla Galleria Domus di San Paolo, che tenne la sua prima personale.
Dopo aver partecipato alle Biennali di San Paolo del 1951 e del 1953, nel 1954 decise di tornare a Roma, dove conobbe Achille Perilli e Corrado Cagli, che gli furono vicini in diverse avventure professionali.
Un'altra città fondamentale per la sua crescita professionale fu Parigi, dove si recò più volte a partire dal 1957. Fu qui, infatti, che incontrò Tristan Tzara, André Masson, Man Ray e Hans Arp coi quali condivideva alcune pratiche artistiche.
Altre importanti sollecitazioni gli vennero dalla conoscenza dell'opera di Cy Twombly, Willem de Kooning e Robert Rauschemberg, che ebbe modo di vedere a Roma.
Risalgono a questo periodo le prime opere di matrice segnico-informale, la nascita della rivista "L'esperienza moderna" (1957), fondata insieme a Perilli, le mostre a Roma (La Salita, La Tartaruga), Milano (L'Ariete) e Venezia (Il Canale), la partecipazione al gruppo "Continuità" di cui facevano parte Dangelo, Dorazio, Bemporad, Turcato, Perilli e anche Arnaldo Pomodoro.
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Nel 1961, mentre era a Parigi per una personale alla Galerie du Fleuve, entrò in contatto con Samuel Beckett, Georges Bataille e Pierre Klossowski.
La frequentazione di poeti e scrittori, italiani e stranieri, fu alla base di importanti collaborazioni editoriali ed ebbe un'influenza notevole anche sull'evoluzione della sua poetica.
Abbandonate le suggestioni informali, Novelli cominciò, infatti, a elaborare un nuovo stile, fondato sul segno-scrittura e arricchito da contaminazioni letterarie.
Gli anni seguenti furono caratterizzati da un'intensa attività espositiva, che culminò nel 1964 con una mostra antologica al Kunstverein di Friburgo e con la partecipazione alla Biennale di Venezia, dove ottenne il Premio Gollin per la pittura.
Allo stesso anno risale anche la nascita della rivista "Grammatica", che l'artista fondò, assieme a Manganelli, Giuliani e Perilli.
Consapevole del clima di ribellione che si stava creando in tutta Europa, nel 1966 Novelli cominciò a realizzare opere di matrice politica. Allo stesso spirito battagliero si può ricondurre il clamoroso gesto di contestazione di cui fu protagonista alla Biennale di Venezia del 1968, l'anno in cui morì per complicazioni postoperatorie.
La rassegna allestita alla Fondazione Pomodoro ricostruisce la carriera artistica di Novelli in 200 opere, molte delle quali inedite. Oltre a dipinti, disegni e sculture, sono esposti testi, libri d'arte, appunti e taccuini, che testimoniano l'originalità della sua ricerca linguistica in bilico tra gestualità e scrittura.
Del resto, come amava ripetere, dipingere, tracciare segni, era l'unico modo che aveva per trasmettere ciò che non poteva, o non sapeva, esprimere con le azioni e l'uso di più universi linguistici gli permetteva di offrire ai fruitori delle sue opere maggiori possibilità di conoscenza.
Il percorso espositivo è diviso in tre parti.
La prima sezione prende in considerazione le opere degli ultimi anni dell'artista. Si trovano qui alcuni lavori di grandi dimensioni, come Rosso fiore della Cina (1967) e Cancello per sempre la parola (1968), ma anche la ricostruzione della sala allestita per Novelli alla Biennale di Venezia del 1968, l'anno in cui l'artista decise di unirsi alla protesta e di voltare i suoi quadri contro il muro impedendo a chiunque di vederli. Un gesto coraggioso, che quasi sicuramente incise sulla sua carriera artistica. La morte, infatti, non gli avrebbe concesso altre possibilità.
A Venezia, Novelli aveva portato anche delle sculture, i Tre Omphali, riproposte ora alla Fondazione Pomodoro.
La seconda parte della mostra ripercorre la carriera artistica di Novelli dal 1957, anno del viaggio a Parigi, alla fine. Dipinti e opere su carta sono state scelte con grande cura per dimostrare il valore del suo lavoro.
L'ultima sezione prende in considerazione le attività esercitate dall'artista in aree contigue alla pittura.
Come abbiamo scritto sopra, nell'arco della sua breve vita Novelli diede vita, infatti, a diverse riviste ("L'esperienza moderna" e "Grammatica") e portò avanti collaborazioni editoriali con importanti scrittori come Pierre Klossowski, Samuel Beckett, Giorgio Manganelli, Alfredo Giuliani, per i quali realizzò diverse illustrazioni.
Un legame ancora più forte lo legò a Claude Simon, che ne fece uno dei protagonisti del romanzo Le jardin des plantes.
La mostra, realizzata in collaborazione con l'Archivio Novelli e i maggiori collezionisti dell'artista, è curata da Flaminio Gualdoni, direttore artistico della Fondazione Arnaldo Pomodoro, in collaborazione con Walter Guadagnini.
Contemporaneamente alla rassegna su Novelli, la Fondazione espone una selezione delle opere di Arnaldo Pomodoro in collezione dando inizio a una serie di mostre sul suo patrimonio artistico. In visione, sculture come Grande tavola della memoria (1959-65), Radar n. 1 (1962), Il cubo (1961-62), Sfera n. 1 (1963), Cono tronco (1972).
Le mostre sono accompagnate da un ricco programma didattico per le scuole primarie e secondarie, per gli adulti e per le famiglie. |