Mostre di arte moderna e contemporanea

David Goldblatt. Fotografie

28 giugno - 26 agosto 2007

Forma - Centro Internazionale di Fotografia
Piazza Tito Lucrezio Caro 1, Milano
Tel. 02-58118067
Orari: 11-21, gio 11-23, lunedì chiuso

Dopo "Faccia a faccia", dedicata all'evoluzione del linguaggio fotografico e del ritratto, FORMA torna a occuparsi del mondo proponendo le immagini di un grande fotografo sudafricano contemporaneo, David Goldblatt, che ha vissuto in prima persona il periodo dell'apartheid e ci ha lasciato una documentazione precisa e partecipe degli anni in cui i bianchi avevano il potere nelle proprie mani e non esitavano ad approfittarne.

La rassegna, già presentata ai Rencontres Internationales de la Photographie di Arles del 2006 e curata da Martin Parr, che ha esposto qui lo scorso anno, offre al pubblico uno spaccato del lavoro di ricerca che l'artista ha svolto dai primi anni '60 a oggi proponendo alcune delle sue più note serie fotografiche.
Anche se lo scopo di Goldblatt, che è nato in una famiglia tollerante e di larghe vedute, è quello di denunciare l'aberrante sistema di governo degli afrikaners, che ha privato dei suoi diritti buona parte della popolazione, le sue immagini, semplici ma incisive, non sono mai violente o scioccanti. L'artista, infatti, ha scelto di condannare la dominazione bianca (baasskap) in modo molto più sottile lasciando parlare la quotidianità e facendo leva sui dettagli, sulle piccole cose, da cui si possono intuire grandi verità.

Il percorso espositivo, che è suddiviso in sezioni tematiche, ma ha anche un andamento cronologico, racconta la storia della società sudafricana affiancando la dura realtà dei neri, costretti a scavare nelle miniere o a percorrere centinaia di chilometri per recarsi al lavoro, a quella superficiale dei bianchi, che fanno finta di non vedere quello che succede a chi ha la pelle scura e passano il loro tempo tra scuole, feste e concorsi di bellezza.
Nell'affrontare il periodo più buio dell'apartheid, che è quello degli anni '80, l'artista distoglie lo sguardo dalle persone, che finora erano sempre state al centro del suo lavoro, e focalizza il suo interesse sulle strutture (chiese, edifici pubblici, cimiteri, spiagge). Osservando attentamente questi luoghi, si possono scoprire, infatti, molte cose sugli uomini che li frequentano o li hanno costruiti.

Anche se il Sudafrica ha voltato pagina e, negli anni '90, ha dato il via ad alcune riforme che hanno portato all'eliminazione di ogni discriminazione a favore dei neri, che, è bene ricordarlo, non sono mai stati una minoranza, l'indagine di Goldblatt non si è certo fermata. Dopo aver denunciato le aberrazioni di un sistema ingiusto e discriminatorio, che ha lasciato ferite profonde, l'artista ha cominciato, infatti, a interrogarsi sull'oggi documentando le trasformazioni politiche, economiche e sociali che il suo paese sta vivendo.

Per far fronte a questo nuovo compito, le sue fotografie, che, inizialmente, erano soltanto in bianco e nero, hanno acquistato uno stile più moderno e nuove "nuances". Secondo Goldblatt, infatti, l'introduzione del colore è il mezzo più adatto a segnalare un cambiamento in atto e a manifestare speranza in un futuro migliore.
La povertà, la violenza e la criminalità non sono certo sparite, e forse non lo saranno mai, ma adesso anche i neri possono mettersi in affari, vendere la loro merce per le strade e, perfino, entrare a far parte dell'amministrazione.
Magari non raggiungeranno alti livelli di dirigenza, ma, forse, qualcuno di loro, come il sindaco di Kamilsberg, potrà permettersi il lusso di appendere alle pareti foto di neri che ce l'hanno fatta. Un tempo, questo non sarebbe stato possibile.

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