Mostre di arte moderna e contemporanea

Rancinan. La Trilogia del Sacro Selvaggio

26 giugno - 2 settembre 2007

Triennale Bovisa - TBVS
Via R. Lambruschini 31, Milano
Tel. 02-724341
Orari: mar-dom 11-24, lunedì chiuso

Un'immagine, quando è riuscita, può contenere il mondo, ma non sono molti i fotografi capaci di ottenere un risultato così straordinario. Gérard Rancinan, rappresentato in Italia dall'Agenzia Grazia Neri, è uno di questi, e la mostra allestita alla Triennale Bovisa ce lo conferma.

La rassegna è divisa in tre sezioni, l'"Arte", l'"Altro" e la "Fede". Sono i territori fluidi e complessi che Rancinan ha scelto di percorrere nel suo viaggio iniziatico alla scoperta del mistero dell'uomo e di quella dimensione sacra e selvaggia, primitiva e spirituale che alberga in ognuno di noi.
Li abitano personaggi in bilico tra normalità e follia, salute e malattia, corpo e spirito. Tra loro, vi sono alcuni tra i più noti artisti contemporanei (Damien Hirst, Jan Fabre, Marina Abramovic, Maurizio Cattelan ecc.), uomini profondamente segnati dall'handicap, eminenti personalità della Chiesa cattolica (Cardinale Philippe Barbarin, Patriarca Angelo Scola, Cardinale Dionigi Tettamanzi ecc). Ad accomunarli è l'eccezionalità delle loro vite e delle loro esperienze, che possono offrirci un appiglio per avvicinarci a ciò che è difficile comprendere e, ancor di più, mostrare.

Le immagini di Rancinan, di volta in volta, ironiche, auliche o partecipi, ma sempre molto scenografiche e di forte impatto emotivo, scavano nella mente e nel cuore di ognuno di loro mettendo a nudo, senza pregiudizi, sentimenti, pulsioni e inquietudini. Non c'è in questo, come dice l'artista, "nessun rischio, nessun coraggio... nessuna gloria... solo un uomo che guarda l'altro" e vede che gli assomiglia, che anche lui ha dentro di sé qualcosa di sacro e profano, pagano e divino.
Le parole della giornalista Virginie Luc, che ha curato questa mostra e ha intervistato tutti i personaggi, ci aiutano a capire cosa si cela effettivamente dentro di loro.
Leggendo le didascalie, ci rendiamo conto allora della straordinaria capacità introspettiva del fotografo francese, che è riuscito, con uno scatto, a cogliere l'anima e i pensieri di queste persone.
Se gli artisti sembrano prendersi un po' in giro e i porporati molto sul serio, la lezione più grande viene da persone come Anne-Cécile, la campionessa di nuoto senza braccia, Jimmy Vidales, il matador nano, Jennifer, la donna barbuta, Danny, l'uomo lupo, che non si sono lasciate abbattere dalla vita e hanno fatto della loro "diversità" un punto di forza. Il difetto col quale sono nati, infatti, è ciò che li caratterizza e li rende unici. Riconoscere e accettare il proprio corpo, la propria particolarità, li ha aiutati ad andare oltre, assumere consapevolezza del loro valore, e non curarsi degli sguardi pietosi o turbati della gente.
D'altra parte, come scrive Virginie Luc, "non è perché la vita ha un senso che dobbiamo amarla, dobbiamo amarla affinché ne abbia uno".

La Triennale Bovisa, che è aperta fino a mezzanotte, ospita anche un'altra mostra, "Che Guevara: rivoluzionario e icona. The Legacy of Korda's Portrait", che racconta la storia e le trasformazioni della mitica foto del "Guerrillero Heroico". Tra una rassegna e l'altra, si può prendere un aperitivo e partecipare alla Havana Hora, che celebra "El Culto a la Vida".

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