Storia dell'arte: arte moderna

École de Paris: caratteristiche principali

Amedeo Modigliani, "Ritratto di giovinetta", 1915, partic.L'"École de Paris" è uno dei momenti fondamentali dell'arte parigina ed europea di inizio '900.
Per descriverlo correttamente bisogna distinguere il suo svolgimento storico dalle caratteristiche stilistiche.

Dal punto di vista storico l'"École de Paris" è stata una sorta di contenitore eterogeneo di artisti d'avanguardia, che hanno animato il dibattito culturale parigino tra il 1907-08 e il 1920.
Questi artisti erano accomunati da:

  • il fatto di vivere e lavorare a Parigi,
  • uno spirito di sperimentazione formale,
  • l'interesse per l'arte primitiva, la scultura negra e cicladica,
  • l'ammirazione per l'opera di Paul Cézanne,
  • l'estraneità a movimenti o gruppi particolari,
  • rapporti di amicizia e scambio intellettuale,
  • un certo atteggiamento "bohemienne", se non addirittura "maudit" (maledetto).

Il termine "École de Paris" significa letteralmente "Scuola di Parigi". Ma non si tratta di una scuola vera e propria, né tantomeno di un gruppo ben caratterizzato. Al contrario, gli artisti che facevano capo all'École de Paris risultavano piuttosto eterogenei fra loro. Di somigliante era solo il fatto che tutti operavano in ambito figurativo.
In sostanza, la definizione di una "École de Paris" è servita agli studiosi più che altro per classificare vari artisti di grande rilievo, che non potevano essere incasellati in nessun movimento noto.
Alcuni di essi erano di origine ebrea e provenivano dall'Est europeo. Altri provenivano dall'Italia, richiamati dal grande vento di novità che giungeva dalla capitale francese.
Tra essi spiccano i nomi di Constantin Brancusi, Marc Chagall, Moïse Kiesling, Marie Laurencin, Amedeo Modigliani, Jules Pascin, Georges Rouault, Chaim Soutine e Maurice Utrillo. Tra gli italiani, oltre a Modigliani, si possono includere anche Giorgio de Chirico e Renato Paresce.

Per capire il senso vero dell'École de Paris bisogna considerare il ruolo eccezionale svolto, in campo artistico, da Parigi nella prima metà del '900. Parigi, in particolare, è stata:

  • un luogo di grande apertura, tolleranza e libertà nei confronti di idee e ricerche nuove,
  • un formidabile centro di richiamo per artisti e intellettuali da ogni parte d'Europa,
  • un terreno di coltura unico per movimenti, correnti e nuove tendenze,
  • un grande centro del mercato dell'arte.

Queste prerogative hanno fatto sì che Parigi, in diversi momenti, sia stata il crocevia di multiformi esperienze artistiche d'avanguardia. Tra gli artisti che la hanno animata alcuni si sono fatti promotori, o hanno aderito, a gruppi organizzati, movimenti, manifesti. Altri si sono espressi in maniera più autonoma, o comunque indipendente da ogni forma di arte organizzata. Questo è il caso dei protagonisti dell'École de Paris.

L'École de Paris del secondo dopoguerra

Il termine "École de Paris" è stato ripreso all'indomani della seconda guerra mondiale, per indicare un vasto raggruppamento di artisti astratti operanti a Parigi. Questi artisti muovono i primi passi negli anni '30 e '40 in ambito figurativo. I loro primi riferimenti artistici sono la grande tela Guernica (1937) di Pablo Picasso ma, soprattutto, la figura di Georges Braque. Dopo la guerra si dedicano a un processo di dissoluzione formale sulla base di un desiderio di semplificazione e rinnovamento. Questo processo li porta a superare la figurazione e ad approdare a forme diverse di astrazione.
Alcuni artisti conservano almeno in parte un legame con la matrice naturalistica originaria. È il caso di Jean Bazaine, Roger Bissière, Olivier Debré, Maurice Estève, Charles Lapique, Alfred Manessier, Pierre Tal Coat e Maria Elena Vieira da Silva.
L'evoluzione di un altro gruppo di artisti li porta a sviluppare una pittura con risvolti gestuali o materici, tale per cui si possa parlare di vera e propria pittura informale. È il caso di Hans Hartung, Gérard Schneider, Pierre Soulages, Raoul Ubac e Zao Wu Ki.

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