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Newsletter del 6 Marzo 2003

SOMMARIO

 

 

 

 

 

 

 

Introduzione

 

 

 

All'indomani dell'11 Settembre 2001 l'attenzione dell'opinione pubblica era rivolta soprattutto alle vittime della tragedia e ai suoi infiniti "perché". Ma, con il passare dei giorni, il pensiero è andato spostandosi dalle persone alle cose.
Il vuoto che le due torri gemelle avevano lasciato nella vita di New York e nella sua inconfondibile skyline era incolmabile. Qualcuno ha cominciato a domandarsi che cosa ne sarebbe stato di quella vasta area devastata sulla punta meridionale di Manhattan, denominata "Ground Zero".
L'amministrazione cittadina è andata più in là. Ha indetto subito un concorso per progettare la ricostruzione. Al concorso hanno preso parte vari studi di architettura. Adesso, a poco più di un anno, abbiamo già un vincitore: è l'architetto Daniel Libeskind.
Tanta rapidità non ci sorprende. Dopotutto sono in gioco le sorti di uno degli angoli più famosi della terra.
Ma allora, che dire di Venezia e dell'acqua alta?

In un altro punto di questa Newsletter si parla dei musei di arte moderna e contemporanea più belli del mondo. Inutile dire che non ce n'è nessuno italiano.
Siamo troppo cattivi? Siamo dei disfattisti?
Pensiamo di no! Piuttosto, siamo persone molto appassionate, ma anche molto, molto deluse.
All'inizio del 2000 avevamo preso per buone le promesse del Comune di Milano, che nel giro di tre anni intendeva risolvere l'annosa questione del museo di arte moderna e contemporanea. Allora si parlava addirittura di un "Museo del Novecento" e di un "Museo del Presente". Troppa grazia!
Sono passati tre anni, e di quelle cose sta procedendo solo il Museo del Novecento, ma molto a rilento.
Certo... Ricostruire "Ground Zero" è una cosa. Fare un noioso museo a Milano è un'altra...
Ma il problema non è milanese soltanto.
E allora, per far scoprire ai nostri figli l'arte moderna, non rimane che fare i bagagli e portarli a Parigi, New York, Monaco, Amsterdam, Basilea, Colonia. Oppure continuare a fargli vedere i capolavori sui libri o in Internet.

 

 

 

La notizia:
Daniel Libeskind ricostruirà "Ground Zero"

 

 

 

Come ricordare le vittime dei tragici fatti dell'11 Settembre 2001?
Come ridare vita, attività, colore all'area disastrata, dove un tempo sorgeva il World Trade Center?
New York è una città che, per eccesso di attività, ha sempre patito una cronica penuria di uffici. Come recuperare gli spazi perduti con la caduta delle Twin Towers?
L'amministrazione si è messa subito all'opera e ha avviato un concorso internazionale. Tra i progetti via via selezionati è stato scelto quello firmato da Daniel Libeskind.
Nell'area di "Ground Zero" un gruppo di grattacieli angolari delimiterà un'area centrale, dove sarà collocato il "parco della memoria". Una torre ardita e affilata svetterà nel cielo per restituire alla "skyline" di New York il fascino perduto.

In Artdreamguide puoi trovare i dettagli su questo importante avvenimento e sul progetto di Daniel Libeskind.

 

 

 

I progetti per la ricostruzione di "Ground Zero"

 

 

 

Cosa fare di "Ground Zero"?
La domanda negli ultimi mesi ha tenuto banco a New York e negli USA. Ma, in verità, ha interessato il mondo intero.
Ovunque si sono formate correnti di pensiero. Sono sorti movimenti di opinione. Sono state effettuate raccolte di firme. Sono stati promossi sondaggi a non finire.
La soluzione al problema è apparsa, però, tanto urgente quanto complessa. Infatti, è necessario conciliare esigenze fondamentali, ma anche molto diverse tra loro:
- ricordare le vittime e gli eroi del tragico avvenimento
- ridare un'assetto architettonico e urbanistico a tutta l'area
- recuperare almeno parzialmente le volumetrie edilizie originarie, in modo da creare nuovi uffici.
Con grande tempestività è stato avviato un corcorso di progetti.
Particolarmente sensibile alla questione è la comunità di "Lower Manhattan" (Manhattan Meridionale), che cura il portale internet Lower Manhattan.info. Il sito si occupa di quest'area di New York in tutti i suoi aspetti, ma soprattutto del problema della ricostruzione di "Ground Zero". Di grande interesse è la sezione che presenta i progetti in lizza per la selezione finale. Il progetto di Daniel Libeskind è quello prescelto, ma non è detto che gli altri siano da meno.

Per conoscere i progetti per la ricostruzione di "Ground Zero" visita la sezione di Lower Manhattan.info che li presenta.

 

 

 

I musei di arte moderna e contemporanea più belli

 

 

 

Con una certa frequenza ci viene chiesto di indicare i musei di arte moderna e contemporanea più belli del mondo.
La risposta sarebbe semplice, se non ci fosse il solito equivoco a complicarla: cosa si intende veramente per "arte moderna e contemporanea".
Secondo noi gli impressionisti non sono propriamente "arte moderna". E nemmeno Cézanne, van Gogh e Gauguin. Lo sono, invece, personaggi come Picasso, Kandinsky, Klee, Boccioni, ecc. E lo sono tutti coloro che hanno animato la scena artistica del '900.
Purtroppo, in tanti casi gli artisti sopra nominati si trovano fianco a fianco, alle pareti dello stesso museo. Cézanne con Picasso e Braque. Van Gogh con Matisse, Kandinsky e Klee. E via dicendo.
Nel rispondere alla domanda iniziale dobbiamo tenere conto di questo fatto. Per cui nel nostro discorso abbiamo ritenuto opportuno includere anche quelle correnti dell'800 che hanno avuto un ruolo importante sulla genesi dell'arte moderna.
A taluni sembreremo di manica troppo larga. Tranquilli... Abbiamo cercato di fornire una risposta il più articolata possibile.

In Artdreamguide puoi trovare una presentazione dei musei di arte moderna e contemporanea più belli.

 

 

 

I capolavori del Musée d'Orsay di Parigi

 

 

 

I francesi non lasciano adito a dubbi. Nei grandi musei di Parigi l'arte dell'800 si trova ben separata dall'arte moderna e contemporanea. Luogo di consacrazione dell'800 è, come tutti sanno, il Musée d'Orsay. Mentre quello dell'arte moderna e contemporanea è il Musée national d'Art moderne.
Alla base di questa distinzione non troviamo soltanto ragioni di ordine teorico, ma anche pratico. Ad esempio, l'impossibilità di gestire ed esporre in un'unica sede un patrimonio, altrimenti sterminato.
In ogni caso, proprio da questa divisione deriva una prerogativa esclusiva del Musée d'Orsay. Ci si attenderebbe un museo tutto focalizzato sui capolavori dell'impressionismo. E invece non è così. Il Musée d'Orsay vuole essere una documentazione completa dello straordinario fermento artistico che nell'800 ha avuto il suo epicentro in Francia. Quindi si occupa anche di aspetti meno noti, e senz'altro meno amati dal grande pubblico.
Forse proprio a causa di questo alcuni visitatori si lamentano del fatto che i loro beniamini non godrebbero della collocazione che meriterebbero.
Ai fortunati, in procinto di visitare questo meraviglioso museo, ci permettiamo un suggerimento: non considerarlo come il mausoleo degli impressionisti, ma percorrerlo come fosse un grande laboratorio di idee. Noi invece, che dobbiamo rimandare la visita, possiamo goderci qualche bel Monet, Cézanne e Toulouse-Lautrec davanti al computer, in santa pace.

Per una suggestiva cavalcata attraverso i principali capolavori dell'impressionismo, visita la sezione di Artdreamguide dedicata alle opere del Musée d'Orsay di Parigi.

 

 

 

Il sondaggio: Il museo di arte moderna più bello

 

 

 

Qual è il museo di arte moderna più bello?
Per alcuni, il museo più completo e con il maggior numero di capolavori. Per altri, quello più ricco di nuove proposte. Per altri ancora, quello con il museum-shop più fornito.
Poi ci sono gli incontentabili. Per loro il più bello è sempre, e comunque, il museo che non è ancora stato fatto.
C'è poi la categoria di coloro che sostengono che non esistano musei belli. Per loro l'arte non è fatta per stare in un museo, e quando ci finisce dentro perde il suo significato, diventa irrimediabilmente brutta.
Tu cosa ne pensi?

Per esprimere un tuo giudizio, partecipa al nostro sondaggio.

 

 

 

La mostra: "Arte Astratta Argentina", a Bergamo

 

 

 

Per molti che non si interessano di arte, parlare di arte "astratta" significa parlare di arte "astrusa". Ma che l'arte "astratta" sia stata uno dei maggiori contributi del '900 lo sanno oramai anche i muri.
Quello che i muri non sanno è, invece, che l'arte "astratta" non è stata un fenomeno solamente europeo. Vada per gli americani, che già all'inizio del '900 di quadri astratti se ne portavano oltreoceano a vagonate! Ma come si fa a pensare al Sudamerica come a una terra di avanguardia e sperimentazione?
Una grande mostra alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo è dedicata all'Arte Astratta Argentina. Oltre a introdurci a personaggi come Tomás Maldonado, Joaquín Torres García, Emilio Pettoruti e Alfredo Hlito, permette di capire il legame culturale tra questa terra e l'Italia. Tra l'altro, permette di scoprire anche il ruolo di collegamento, svolto da un "certo" Lucio Fontana ...

In Artdreamguide puoi trovare una descrizione della mostra.

 

 

 

Web-Art:  16 Objects, Ready or Not,
di Michael Craig-Martin

 

 

 

Qualcuno sostiene che i progetti di Web-Art, o Net Art che dir si voglia, siano troppo concettosi, e quindi noiosi.
Tanti senz'altro lo sono, e taluni risultano persino "ermetici", incomprensibili. Ce ne sono però anche di semplici, scorrevoli, divertenti.
Un'altra critica è quella secondo cui molti progetti di Web-Art non necessiterebbero di essere realizzati su Internet. E anche questo può essere vero.
Alla fine del 1999, l'artista inglese Michael Craig-Martin realizzò un progetto in collaborazione con il Museum of Modern Art di New York. Il lavoro s'intitola 16 Objects, Ready or Not.
È un ottimo esempio di come si possa fare un progetto di Web-Art semplice, che, d'altra parte, non potrebbe fare a meno del Web.
All'utente non rimane che provarlo. E alla fine, se lo desidera, può anche portarsi a casa uno screensaver per il computer.

Per conoscere il progetto, visita 16 Objects, Ready or Not di Michael Craig-Martin.

 

 

 

Notizie in breve

 

 

 

- La Pierre and Maria-Gaetana Matisse Foundation ha donato al Metropolitan Museum di New York un centinaio di opere di sua proprietà. La donazione è stata valutata intorno ai cento milioni di dollari. Comprende opere di Henri Matisse, René Magritte, Leonora Carrington e Wifredo Lam. Insieme a molte altre, appartenevano al famoso gallerista Pierre Matisse, figlio di Henri Matisse. Pierre Matisse aprì la sua galleria a New York nel 1931. Tra gli artisti da lui esposti figurano i nomi di Henri Matisse, Pierre Bonnard, Alberto Giacometti, Joan Miró, Alexander Calder, Marc Chagall, Balthus, Jean Dubuffet, Yves Tanguy.

- La casa natale di Mimmo Rotella, nel centro storico di Catanzaro, sarà risistemata e aperta al pubblico. Il recupero è portato avanti dalla Fondazione Rotella. Al suo interno troveranno spazio quadri, décollages, poemi fonetici, artypo, manifesti bianchi e plastiformi. Una sezione particolare sarà dedicata alle foto e ai ricordi personali dell'artista. Mimmo Rotella fu uno dei principali esponenti del Nouveau Réalisme, versante francese della Pop Art. Recentemente è stato insignito della medaglia d'oro del Capo dello Stato come benemerito della cultura e delle arti visive.

- Dal 7 al 10 marzo si terrà a New York la quinta edizione dell'Armory Show. Alla fiera, che è una delle più importanti degli USA, prendono parte 175 gallerie di ogni parte del mondo. Si tratta perlopiù di gallerie consolidate, anche se non mancano gallerie più sperimentali. Poche le gallerie italiane: Massimo De Carlo di Milano, Continua di San Gimignano, Franco Noero.

 

 

 

Note

 

 

 

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