USA. Arte moderna e contemporanea negli USA

I grandi collezionisti americani
di impressionismo e arte moderna

Armory Show, Sixty-ninth Regiment Armory, New York (1913)

Armory Show, Sixty-ninth Regiment Armory, New York (1913)

I collezionisti americani di opere d'arte hanno fatto la fortuna del turismo negli USA tanto quanto il Grand Canyon, la Monument Valley e le Cascate del Niagara.
Con le loro collezioni hanno contribuito in modo determinante alla nascita di grandi musei. Quindi, si deve indirettamente anche a loro se la presenza di tali musei contribuisce in modo sensibile al flusso turistico odierno in città come New York, Washington, Chicago, Philadelphia e Boston.

Quando gli impressionisti stentavano ancora ad imporsi in patria, Durand-Ruel cominciò a vendere le loro opere agli americani, presso sua galleria di New York.
Siamo alla fine dell'800. Ma la vera "grande stagione" del collezionismo di arte recente in America sarebbe cominciato con l'inizio del '900, in concidenza con l'avvento di personaggi come i coniugi Havemeyer, che fecero incetta di opere di Manet e Degas. Ad aiutarli in questa loro passione fu un'artista americana, Mary Cassatt.
"Fare incetta" delle opere di un determinato artista è stato un vizio ricorrente tra i ricchi, potenti e lungimiranti americani.
Negli anni '20 e '30, Albert Barnes a Philadelphia accumulò Renoir, Cézanne, Matisse e Picasso a svariate decine. Claribel e Etta Cone, di Baltimore, instaurarono quello straordinario sodalizio con Henri Matisse, che consentì loro di riunire una delle maggiori collezioni al mondo dell'artista. Quanto ad accumulare, non scherzava neppure Solomon R. Guggenheim, che negli anni '30 e '40 riunì un portentoso nucleo di opere di Wassily Kandinsky, attorniato ad altri illustri autori astratti.
Formidabili "accumulatori" furono anche i coniugi Louise e Walter Arensberg di Philadelphia, grandi amici e sostenitori di Marcel Duchamp, di cui hanno costituito il maggiore fondo di opere al mondo.

John Quinn

John Quinn

Incettatori a parte, a New York visse il personaggio più importante di tutta la storia del collezionismo d'arte moderna in America: John Quinn.
Tra i principali promotori della celebre Armory Show (1913), lasciò un'impronta indelebile nel modo di percepire l'arte moderna. A lui si deve, ad es., l'iniziativa volta ad equiparare dal punto di vista fiscale il trattamento delle opere d'arte moderna a quelle di arte antica.
Dopo la morte, la dolorosa dispersione della sua collezione servì da stimolo alla creazione di un'istituzione pubblica, atta a educare il pubblico, ma anche a fungere da punto di riferimento per i collezionisti. Così, nel 1929 nacque il Museum of Modern Art, alla cui guida venne posto un altro personaggio degno della statura di Quinn: Alfred H. Barr jr.

La strabordante ricchezza dei musei di New York, Washington, Philadelphia e Baltimore non si può spiegare senza citare i nomi anche di Andrew Mellon, Chester Dale, Stephen C. Clark e William Willstach per l'impressionismo, e ancora di Eugene Gallatin, Katherine Dreyer, Lillie Bliss, Alfred Stieglitz, Sidney Janis e Joseph Hirshhorn per l'arte del '900.
Questi personaggi, in momenti diversi, destinarono parti consistenti delle loro collezioni ai grandi musei in formazione. Non contenti di questo, aggiunsero spesso cospique dotazioni finanziarie, che consentirono acquisti decisivi da parte dei musei stessi. È il caso, per fare due esempi, di Lillie Bliss e Simon Guggenheim, grazie ai quali il Museum of Modern Art di New York riuscì negli anni '50 ad effettuare alcuni "colpi" memorabili.
Tra coloro che contribuirono maggiormente alla nascita e al successivo sviluppo del Museum of Modern Art di New York figurano vari membri della famiglia Rockefeller. Abby Aldrich Rockefeller, moglie di John D. Rockefeller, fu tra i fondatori. A dispetto dell'avversione del marito per l'arte moderna, procurò i fondi ed il terreno sul quale sarebbe sorta la sede definitiva del museo.
Il fiume di opere d'arte, che dalla sua casa confluirono nelle collezioni del museo, proseguì con il figlio, Nelson Rockefeller e la nuora Blanchette. Nelson Rockefeller ereditò l'entusiasmo organizzativo della madre, dividendo il proprio tempo tra i numerosi incarichi pubblici da una parte, e quelli per conto del Museum of Modern Art, che lo vide presidente e amministratore.

Marjorie e Duncan Phillips all'inizio degli anni '20

Marjorie e Duncan Phillips all'inizio degli anni '20

Decisamente "fuori dalle righe" è stato il caso di Albert Barnes, che ebbe sempre rapporti difficili con l'establishment culturale del suo tempo. Nel suo rifugio, appartato alla periferia di Philadelphia, mise in opera il suo particolare programma di educazione all'arte, dando vita alla sua personale fondazione (Barnes Foundation), uno dei luoghi più incredibili al mondo, per accarezzare con lo sguardo grandi capolavori dell'impressionismo e del primo '900.
Approdato a risultati simili, ma in un'ottica un poco differente, e senz'altro meno controversa, fu il caso di Duncan Phillips. Dagli anni '10 in avanti collezionò ininterrottamente opere d'arte moderna, allo scopo di riempire la casa, che aveva predestinato a divenire un museo aperto al pubblico. La Phillips Collection di Washington, assieme alla Barnes Foundation e al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, è uno dei maggiori esempi di museo privato, sorto per iniziativa di una singola persona.

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