The Chinati Foundation, Marfa (Texas)
Uno dei capannoni ristrutturati, The Chinati Foundation, Marfa (TX)
The Chinati Foundation di Marfa (TX) è un gigantesco complesso, comprendente sculture, installazioni e opere ambientali di grandi artisti degli anni '70-80. Le opere sono dislocate all'aperto o in vasti spazi ricavati all'interno di capannoni.
Pressoché sconosciuta al grande pubblico, costituisce uno dei più spettacolari esempi al mondo di collezione di arte ambientale.
La sua scarsa popolarità dipende dalla collocazione geografica. The Chinati Foundation si trova infatti in uno degli angoli più sperduti degli USA.
Marfa è situata all'estremo lembo Sud-Ovest del Texas, distante centinaia di chilometri da tutti i maggiori centri abitati. Il confine con il Messico dista in linea d'aria ca 70 km, e Alpine, la località più vicina raggiungibile con mezzi di trasporto pubblico, è a 40 km ca di distanza.
The Chinati Foundation occupa le strutture di una precedente base dell'esercito, Fort D.A. Russell, usata come luogo di prigionia per soldati tedeschi catturati durante la seconda guerra mondiale: 32 capannoni distribuiti su una superficie di ca 150 kmq.
A destinare la struttura a centro per l'arte contemporanea è stato l'artista minimalista Donald Judd, con l'assistenza di Dia Art Foundation. Il risultato è una serie di spazi che garantiscono un'ottima compenetrazione tra interno ed esterno, suggerendo una sensazione di continuità tra le opere all'interno e quelle comodamente dispiegate all'esterno. In effetti, la prerogativa più interessante della Chinati Foundation consiste proprio nel concentrare enormi opere di carattere scultoreo, dislocate in parte all'interno dei capannoni, ma in gran parte create appositamente per popolare l'enorme distesa di terra attorno. Lavori di dimensioni tali da non risultare compatibili con le normali strutture espositive e museali.
The Chinati Foundation ha aperto al pubblico nel 1986 come istituzione indipendente no-profit.
Sotto la direzione di Marianne Stockebrand, e con l'assistenza del Dia Center for the Arts di New York, prosegue nel completamento del grande progetto di Donald Judd, ristrutturando progressivamente tutti gli edifici, dove dovranno venire collocate opere di altri artisti.
Una parte dello spazio serve ad altre funzioni:
- ospitare mostre temporanee
- portare avanti un programma di "artists-in-residence", ossia alloggio per artisti che vivono e lavorano sul luogo.
La localizzazione remota del complesso è, naturalmente, di ostacolo al suo sviluppo. In un mondo in cui si tende ad investire dove in cambio se ne ricava un immediato ritorno economico o di immagine, continuare a destinare risorse nella grande utopia di Judd può sembrare quantomeno avventuroso. Di fatto la Chinati Foundation ha individuato nello sviluppo di rapporti con grandi istituzioni artistiche internazionali una possibile via di uscita.
La visita della Chinati Foundation avviene per gruppi, senza prenotazione, da giovedì a sabato. La natura del luogo non richiede prestazioni sportive, ma un abbigliamento adatto a tutte le eventualità: scarpe comode (alla "Judd", per intendersi), indumenti protettivi nei confronti del sole in estate, e del freddo in inverno. Ed al rientro, è garantito, non si sarà più gli stessi.
La forza dell'utopia è la più grande risorsa per vincere l'indifferenza. E Marfa trasuda utopia da tutti i pori...