Mostre di arte moderna e contemporanea
Ethnopassion. La collezione di arte etnica
di Peggy Guggenheim
8 novembre 2008 - 22 febbraio 2009
Fondazione Antonio Mazzotta
Foro Bonaparte 50, Milano
Tel. 02-878197
Orari: 10-19:30, mar e gio 10-22:30, lunedì chiuso
Le opere d'arte etnica, che, da qualche tempo, stanno attirando l'attenzione dei collezionisti, in origine erano considerate soltanto come documenti di valore antropologico, che testimoniavano gli usi e i costumi di altri popoli e altre culture. Poi è arrivato il '900, il secolo del progresso, delle scoperte scientifiche, dell'urbanizzazione e si è diffuso, per contrapposizione, il desiderio di una vita più semplice e naturale.
A Parigi esisteva il Musée d'Ethnographie du Trocadéro, dove si potevano ammirare i manufatti "esotici" prodotti dai popoli extraeuropei.
Tra i visitatori più assidui di questa istituzione ci furono sicuramente gli artisti, che si lasciarono sedurre dalla "bellezza primitiva" e selvaggia di questi lavori, dalla loro forza espressiva, e ne trassero ispirazione per le loro opere arrivando a stravolgere i tradizionali canoni artistici. Non si può infatti dimenticare che Picasso ha preso spunto dalle sculture africane per dar vita a quello che è considerato uno dei suoi capolavori, Les demoiselles d'Avignon (1907), punto di partenza per il Cubismo.
Alcuni artisti non si sono limitati a osservare queste opere, ma sono diventati pure collezionisti, come Max Ernst, che possedeva la più grande collezione di "Kachinas", le bambole che gli indiani d'America costruivano per educare i loro bambini e farli familiarizzare con la tradizione.
Peggy Guggenheim, che ha vissuto con lui una turbolenta relazione e un breve matrimonio, si è fatta contagiare da questa passione e ha acquistato diversi pezzi d'arte etnica, in gran parte provenienti dall'Africa e dall'Oceania, che, quando è ritornata a Venezia e si è trasferita a Palazzo Venier dei Leoni, ha esposto accanto alle opere della sua straordinaria collezione d'arte.
Come tutti coloro che hanno comprato arte etnica in quegli anni, non li considerava però alla stregua di vere e proprie opere d'arte ma soltanto dei begli oggetti d'arredamento. È stata, infatti, soltanto la scomparsa di queste civiltà, dettata dalla loro apertura al resto del mondo, a trasformare questi lavori, fino ad allora considerati "artigianali", in oggetti artistici in senso stretto. La loro rarefazione li ha resi, infatti, estremamente preziosi.
La mostra allestita alla Fondazione Mazzotta, curata da Francesco Paolo Campione e Carolina Orsini, consente di valutare la straordinaria bellezza delle opere raccolte da Peggy Guggenheim e da altri appassionati collezionisti. Accanto alle sculture che provengono dalla Collezione Guggenheim, sono esposte, infatti, anche le opere che Ezio Bassani, Enrico Pezzoli, Federico Balzarotti e Aldo Lo Curto hanno raccolto in giro per il mondo e ora fanno parte del patrimonio della città di Milano. Arrivano, infatti, dalle Raccolte Extraeuropee del Castello Sforzesco che, presto, troveranno posto all'interno della Città delle Culture, che David Chipperfield sta realizzando in Via Tortona, dove un tempo si trovava la fabbrica dell'Ansaldo.