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Newsletter del 28 giugno 2007
Newsletter del 28 giugno 2007
sommario
- Introduzione
- La mostra: "Sargent and Venice", a Venezia
- 52. Esposizione Internazionale d'Arte
della Biennale di Venezia - L'istituzione: la Biennale di Venezia
- Sito web: il sito della Biennale
- La mostra: "Enzo Cucchi", a Venezia
- Musei e centri espositivi a Venezia
- Pianta di Venezia
- La mostra: "Matthew Barney and Joseph Beuys", a Venezia
- La mostra: "Sequence 1", a Venezia
- Prenotare un hotel a Venezia
- Notizie in breve
Per il pubblico degli "addetti ai lavori" è un appuntamento cui non si deve mancare.
Per il più vasto pubblico dei semplici appassionati d'arte è un avvenimento di cui si parla. Poi, se si ha tempo e voglia, si può "anche" andarlo a vedere.
L'Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia (o "Biennale", come tutti la chiamano) viene vista un po' così. In realtà, è qualcosa di veramente unico. Molti la criticano, la denigrano. Ma è complessa, ricca, piena di stimoli.
Per carità! Non tutto piace, non tutto sembra avere senso. Ma cerca che ti cerca, tra tante cose meno belle, o inutili, se ne scoprono molte veramente interessanti, o quantomeno curiose. E alla fine, tornando a casa, ci si scopre un po' diversi, cambiati.
La forza del pensare in grande! Cioè, la possibilità per l'artista di lavorare su una scala diversa da quella abituale, commisurata alla galleria o all'abitazione privata. Qui sta l'unicità di un evento come questo.
Venezia è una città famosa per l'antico. Il fatto paradossale è che sta crescendo nel campo delle arti visive contemporanee. Di anno in anno, infatti, accoglie i visitatori con qualche nuova attrazione.
Chi decidesse di andarci per la Biennale, dovrà tenerne conto e prevedere almeno un giorno di più. E per aiutarla/o, a Venezia abbiamo dedicato tutta questa newsletter.
Per il più vasto pubblico dei semplici appassionati d'arte è un avvenimento di cui si parla. Poi, se si ha tempo e voglia, si può "anche" andarlo a vedere.
L'Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia (o "Biennale", come tutti la chiamano) viene vista un po' così. In realtà, è qualcosa di veramente unico. Molti la criticano, la denigrano. Ma è complessa, ricca, piena di stimoli.
Per carità! Non tutto piace, non tutto sembra avere senso. Ma cerca che ti cerca, tra tante cose meno belle, o inutili, se ne scoprono molte veramente interessanti, o quantomeno curiose. E alla fine, tornando a casa, ci si scopre un po' diversi, cambiati.
La forza del pensare in grande! Cioè, la possibilità per l'artista di lavorare su una scala diversa da quella abituale, commisurata alla galleria o all'abitazione privata. Qui sta l'unicità di un evento come questo.
Venezia è una città famosa per l'antico. Il fatto paradossale è che sta crescendo nel campo delle arti visive contemporanee. Di anno in anno, infatti, accoglie i visitatori con qualche nuova attrazione.
Chi decidesse di andarci per la Biennale, dovrà tenerne conto e prevedere almeno un giorno di più. E per aiutarla/o, a Venezia abbiamo dedicato tutta questa newsletter.
Per gli artisti non è insolito trascorrere parte della vita lontano dal Paese di origine. La storia dell'arte dalla fine '800 a oggi conta molti esempi. Artisti espatriati per ragioni di studio, o per la voglia di fare esperienza. Artisti attirati dal miraggio delle capitali dell'arte. Artisti costretti all'esilio per ragioni politiche o razziali.
Una delle vicende più singolari è quella di John Singer Sargent.
Nato a Firenze da due facoltosi americani che scorazzavano per l'Europa, studia a Roma, poi a Firenze. Ad un certo punto decide di fare il pittore. Per fare le cose in grande, si trasferisce a Parigi. Continua, però, a viaggiare: Francia, Italia, Corfù, Stati Uniti...
Dapprima dipinge vedute e scene di strada, ad es. le calli di Venezia. Poi, però, qualcuno comincia a chiedergli il ritratto. Lui li accontenta e le commesse cominciano a piovergli da ogni parte, anche dall'America. Di tanto in tanto è a New York, per soddisfare i borghesoni locali.
Ma Sargent è pur sempre un ramingo. Molla Parigi e se ne va a Londra, dove continua a far ritratti. Tra il 1887 e il 1895 gli giungono dall'America le commesse per grandi dipinti murali. Attorno al 1906, di colpo, si stufa dei ritratti.
Torna ai paesaggi e alle vedute. Si reca spesso nei luoghi che lo stimolano. È il caso di Venezia, dove dopo il 1910 dipinge nitidi scorci e dettagli architettonici. In essi l'artista si sgancia dal ricordo dei grandi del passato e si abbandona alla luminosità di Manet e degli impressionisti. È su queste opere veneziane e quelle dipinte negli anni '80 che è imperniata una bella mostra al Museo Correr di Venezia.
Su Artdreamguide puoi trovare la presentazione della mostra.
Una delle vicende più singolari è quella di John Singer Sargent.
Nato a Firenze da due facoltosi americani che scorazzavano per l'Europa, studia a Roma, poi a Firenze. Ad un certo punto decide di fare il pittore. Per fare le cose in grande, si trasferisce a Parigi. Continua, però, a viaggiare: Francia, Italia, Corfù, Stati Uniti...
Dapprima dipinge vedute e scene di strada, ad es. le calli di Venezia. Poi, però, qualcuno comincia a chiedergli il ritratto. Lui li accontenta e le commesse cominciano a piovergli da ogni parte, anche dall'America. Di tanto in tanto è a New York, per soddisfare i borghesoni locali.
Ma Sargent è pur sempre un ramingo. Molla Parigi e se ne va a Londra, dove continua a far ritratti. Tra il 1887 e il 1895 gli giungono dall'America le commesse per grandi dipinti murali. Attorno al 1906, di colpo, si stufa dei ritratti.
Torna ai paesaggi e alle vedute. Si reca spesso nei luoghi che lo stimolano. È il caso di Venezia, dove dopo il 1910 dipinge nitidi scorci e dettagli architettonici. In essi l'artista si sgancia dal ricordo dei grandi del passato e si abbandona alla luminosità di Manet e degli impressionisti. È su queste opere veneziane e quelle dipinte negli anni '80 che è imperniata una bella mostra al Museo Correr di Venezia.
Su Artdreamguide puoi trovare la presentazione della mostra.
Chi è abituato a visitare la Biennale di Venezia, sa che è una manifestazione vasta e molto articolata.
Consiste in grandi mostre tematiche e progetti artistici, curati da un comitato scientifico. A queste si aggiungono le numerose mostre allestite nei vari padiglioni nazionali.
Quest'anno, il numero dei paesi partecipanti è arrivato a 77. Un vero record! Circa la metà espongono negli storici padiglioni ai Giardini. Gli altri hanno a disposizione varie sedi sparse per la città.
Come in tutte le altre edizioni, l'attenzione si concentra sulle grandi mostre tematiche. I luoghi espositivi sono i soliti: i Giardini di Castello e il suggestivo complesso dell'Arsenale, con le Corderie, le Artiglierie e le Tese delle Vergini.
"Pensa coi sensi - Senti con la mente. L'arte al presente". È il titolo della mostra principale. Risuona come l'incoraggiamento di un "personal trainer": "Quando guardi l'arte, non assumere il distacco dell'intellettuale. Non abbandonarti neppure alla visceralità dell'istinto." Ed è logico! Per cogliere la sostanza, e quindi la bellezza, di un'opera d'arte bisogna trovare il giusto compromesso. Compromesso tra razionalità ed emozione, tra confronto con la realtà quotidiana e capacità di astrarsi da essa.
Altro sipario stuzzicante di questa Biennale è "Check List". Ovvero, l'arte africana vista attraverso le opere raccolte da un collezionista africano.
Per saperne di più, visita la pagina di Artdreamguide dedicata all'avvenimento.
Consiste in grandi mostre tematiche e progetti artistici, curati da un comitato scientifico. A queste si aggiungono le numerose mostre allestite nei vari padiglioni nazionali.
Quest'anno, il numero dei paesi partecipanti è arrivato a 77. Un vero record! Circa la metà espongono negli storici padiglioni ai Giardini. Gli altri hanno a disposizione varie sedi sparse per la città.
Come in tutte le altre edizioni, l'attenzione si concentra sulle grandi mostre tematiche. I luoghi espositivi sono i soliti: i Giardini di Castello e il suggestivo complesso dell'Arsenale, con le Corderie, le Artiglierie e le Tese delle Vergini.
"Pensa coi sensi - Senti con la mente. L'arte al presente". È il titolo della mostra principale. Risuona come l'incoraggiamento di un "personal trainer": "Quando guardi l'arte, non assumere il distacco dell'intellettuale. Non abbandonarti neppure alla visceralità dell'istinto." Ed è logico! Per cogliere la sostanza, e quindi la bellezza, di un'opera d'arte bisogna trovare il giusto compromesso. Compromesso tra razionalità ed emozione, tra confronto con la realtà quotidiana e capacità di astrarsi da essa.
Altro sipario stuzzicante di questa Biennale è "Check List". Ovvero, l'arte africana vista attraverso le opere raccolte da un collezionista africano.
Per saperne di più, visita la pagina di Artdreamguide dedicata all'avvenimento.
Mostre tematiche, padiglioni nazionali, curatori, sedi sparse per la città, Gran Premi...
Ma in cosa consiste veramente la Biennale di Venezia? Da chi è retta? Come funziona? E soprattutto, come fa a resistere da quel lontano 1895?
Polemiche, ristrettezze di bilancio e difficoltà organizzative fanno sì che simili domande se le pongano in tanti.
Si dà il fatto che, con alcune eccezioni, l'Esposizione Internazionale d'Arte ritorna imperterrita ogni due anni. Resta anche il fatto che attraverso i suoi spazi sono passati tutti i grandi dell'arte dalla fine dell'800 a oggi. Per non parlare di quanti tra loro sono stati premiati con i cosiddetti "Gran Premi". E che dire dei curatori e dei progetti espositivi accavallatisi un'edizione dopo l'altra.
L'Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia è una macchina complessa, che a volte lascia perplessi. A volte ha fatto arrabbiare qualche ministro, e non solo. Ma è un avvenimento al quale nessuno, probabilmente, metterà mai la parola fine.
Per conoscere più a fondo la Biennale di Venezia, visita la pagina di presentazione su Artdreamguide.
Ma in cosa consiste veramente la Biennale di Venezia? Da chi è retta? Come funziona? E soprattutto, come fa a resistere da quel lontano 1895?
Polemiche, ristrettezze di bilancio e difficoltà organizzative fanno sì che simili domande se le pongano in tanti.
Si dà il fatto che, con alcune eccezioni, l'Esposizione Internazionale d'Arte ritorna imperterrita ogni due anni. Resta anche il fatto che attraverso i suoi spazi sono passati tutti i grandi dell'arte dalla fine dell'800 a oggi. Per non parlare di quanti tra loro sono stati premiati con i cosiddetti "Gran Premi". E che dire dei curatori e dei progetti espositivi accavallatisi un'edizione dopo l'altra.
L'Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia è una macchina complessa, che a volte lascia perplessi. A volte ha fatto arrabbiare qualche ministro, e non solo. Ma è un avvenimento al quale nessuno, probabilmente, metterà mai la parola fine.
Per conoscere più a fondo la Biennale di Venezia, visita la pagina di presentazione su Artdreamguide.
L'Esposizione Internazionale d'Arte è solo uno degli avvenimenti che fanno capo all'Ente autonomo della Biennale di Venezia. Basta citare la famosa "Mostra Internazionale di Arte Cinematografica", che aprirà alla fine di Agosto.
I campi in cui si articola l'attività della Biennale di Venezia sono: arti visive, architettura, cinema, danza, musica e teatro. A questi va aggiunto l'ASAC, l'Archivio Storico delle Arti Contemporanee, che conserva il materiale documentario relativo a tutte le edizioni dell'Esposizione d'Arte, dal 1895 ad oggi.
Come destreggiarsi tra tutte queste iniziative? Dove trovare notizie su quanto succede attorno alla Biennale di Venezia?
Per offrire un'informazione aggiornata e completa sulla sua attività, la Biennale ha da tempo creato un proprio sito web.
Al suo interno, diviso ordinatamente per sezioni, si possono trovare tutto quanto la riguarda.
Per tutte le iniziative visita il sito web della Biennale.
I campi in cui si articola l'attività della Biennale di Venezia sono: arti visive, architettura, cinema, danza, musica e teatro. A questi va aggiunto l'ASAC, l'Archivio Storico delle Arti Contemporanee, che conserva il materiale documentario relativo a tutte le edizioni dell'Esposizione d'Arte, dal 1895 ad oggi.
Come destreggiarsi tra tutte queste iniziative? Dove trovare notizie su quanto succede attorno alla Biennale di Venezia?
Per offrire un'informazione aggiornata e completa sulla sua attività, la Biennale ha da tempo creato un proprio sito web.
Al suo interno, diviso ordinatamente per sezioni, si possono trovare tutto quanto la riguarda.
Per tutte le iniziative visita il sito web della Biennale.
Chi è Enzo Cucchi.
È un artista che ha dipinto grandi quadri colorati, ha realizzato piccoli disegni stipati di figure, ha scritto tanto sull'arte e sul difficile ruolo dell'artista.
Viene spesso definito come un pittore della Transavanguardia. Ma è molto di più. È poeta, naturalista, storico, pensatore, archeologo, studioso, antropologo. Dipinge quello che sa. E da quando è artista è schiavo di un destino che gli ha dato un cognome corto, ma pieno di "C" e "U", segni aperti che contengono.
A Cucchi non piacciono gli impressionisti. Non sopporta proprio l'idea di un'arte in cui la rappresentazione della natura si basa sull'osservazione diretta della realtà stessa. La sua ammirazione va, invece, a quegli artisti che hanno dipinto senza aver visto. A Giotto, per esempio, che dipinse l'elefante, o San Francesco che parla agli uccelli, senza averli veduti.
Per Cucchi l'arte esiste prima dell'artista. È fatta di fiamme e segni che l'artista deve dominare, a rischio di esserne polverizzato... Dannazione dell'artista, costretto a dominare! Anzi, a "dirigere l'arte".
Una volta scrisse: "... La pittura non può partire da altro luogo se non dalla pittura. I codici sono quelli, non li puoi cambiare..." Con la mente e con lo spirito, si è recato in pellegrinaggio in alcuni dei luoghi santi dell'immaginazione. Il Monte Ararat, là dove Noè interpretò il mistero della riscossa della vita. Vitesbsk, dove Kasimir Malevich coltivò l'idea di esplorare i territori supremi della "pura visibilità". Harar, la città delle 99 moschee dove giunse Arthur Rimbaud, dopo aver lasciato l'Europa, la poesia e tutte le sue cose. Roma, una città incredibile, che ha la fortuna di sorgere su un'altra città ancora più incredibile.
Fino al 7 ottobre, i simboli, i segni, le suggestioni, i colori e i materiali delle opere Enzo Cucchi sono in mostra al Museo Correr di Venezia.
Su Artdreamguide puoi trovare i dettagli sulla mostra.
È un artista che ha dipinto grandi quadri colorati, ha realizzato piccoli disegni stipati di figure, ha scritto tanto sull'arte e sul difficile ruolo dell'artista.
Viene spesso definito come un pittore della Transavanguardia. Ma è molto di più. È poeta, naturalista, storico, pensatore, archeologo, studioso, antropologo. Dipinge quello che sa. E da quando è artista è schiavo di un destino che gli ha dato un cognome corto, ma pieno di "C" e "U", segni aperti che contengono.
A Cucchi non piacciono gli impressionisti. Non sopporta proprio l'idea di un'arte in cui la rappresentazione della natura si basa sull'osservazione diretta della realtà stessa. La sua ammirazione va, invece, a quegli artisti che hanno dipinto senza aver visto. A Giotto, per esempio, che dipinse l'elefante, o San Francesco che parla agli uccelli, senza averli veduti.
Per Cucchi l'arte esiste prima dell'artista. È fatta di fiamme e segni che l'artista deve dominare, a rischio di esserne polverizzato... Dannazione dell'artista, costretto a dominare! Anzi, a "dirigere l'arte".
Una volta scrisse: "... La pittura non può partire da altro luogo se non dalla pittura. I codici sono quelli, non li puoi cambiare..." Con la mente e con lo spirito, si è recato in pellegrinaggio in alcuni dei luoghi santi dell'immaginazione. Il Monte Ararat, là dove Noè interpretò il mistero della riscossa della vita. Vitesbsk, dove Kasimir Malevich coltivò l'idea di esplorare i territori supremi della "pura visibilità". Harar, la città delle 99 moschee dove giunse Arthur Rimbaud, dopo aver lasciato l'Europa, la poesia e tutte le sue cose. Roma, una città incredibile, che ha la fortuna di sorgere su un'altra città ancora più incredibile.
Fino al 7 ottobre, i simboli, i segni, le suggestioni, i colori e i materiali delle opere Enzo Cucchi sono in mostra al Museo Correr di Venezia.
Su Artdreamguide puoi trovare i dettagli sulla mostra.
È difficile parlare di musei di arte contemporanea, quando la città che li ospita è ricca di bellezze del passato. Ma diventa una vera sofferenza quando la città in questione è Venezia.
L'incanto dei canali e dei palazzi che si specchiano sull'acqua è tale da costituire un forte deterrente al pensiero di rinchiudersi in un museo. E se proprio occorre farlo, ci sono l'Accademia, Palazzo Ducale, il Museo Correr e le infinite chiese, colme di Bellini, Tiziano, Tintoretto e Veronese a far cadere il discorso.
Ma è un peccato!
Venezia è una delle poche città italiane che può vantare cose importanti nel campo dell'arte recente. Se si fatica a crederlo, è sufficiente domandarsi in quanli altri luoghi in Italia si riescano a vedere Picasso, Kandinsky, Klimt, Ernst, Miró, Mondrian, Brancusi, Pollock, o de Chirico metafisico.
Tra i musei c'è Ca' Pesaro, nella nuova veste completamente ristrutturata. Spicca poi la Collezione Peggy Guggenheim, una raccolta di arte moderna da far invidia persino agli americani. Tra le sedi espositive troviamo il Museo Correr. E ancora, Palazzo Grassi, con le sue mostre pirotecniche.
Quindi, se le finanze lo consentono, in occasione della Biennale val proprio la pena programmare un giorno in più. Un giorno per i musei, e per gli itinerari che consentono di raggiungerli.
Artdreamguide ti indica i principali musei e centri espositivi di Venezia.
L'incanto dei canali e dei palazzi che si specchiano sull'acqua è tale da costituire un forte deterrente al pensiero di rinchiudersi in un museo. E se proprio occorre farlo, ci sono l'Accademia, Palazzo Ducale, il Museo Correr e le infinite chiese, colme di Bellini, Tiziano, Tintoretto e Veronese a far cadere il discorso.
Ma è un peccato!
Venezia è una delle poche città italiane che può vantare cose importanti nel campo dell'arte recente. Se si fatica a crederlo, è sufficiente domandarsi in quanli altri luoghi in Italia si riescano a vedere Picasso, Kandinsky, Klimt, Ernst, Miró, Mondrian, Brancusi, Pollock, o de Chirico metafisico.
Tra i musei c'è Ca' Pesaro, nella nuova veste completamente ristrutturata. Spicca poi la Collezione Peggy Guggenheim, una raccolta di arte moderna da far invidia persino agli americani. Tra le sedi espositive troviamo il Museo Correr. E ancora, Palazzo Grassi, con le sue mostre pirotecniche.
Quindi, se le finanze lo consentono, in occasione della Biennale val proprio la pena programmare un giorno in più. Un giorno per i musei, e per gli itinerari che consentono di raggiungerli.
Artdreamguide ti indica i principali musei e centri espositivi di Venezia.
Venezia è piccola e la sua struttura piuttosto semplice. In fin dei conti tutto si riduce a tre isolotti pieni di case e solcati da canaletti. Così, quando si arriva alla stazione di Santa Lucia o ai parcheggi di Piazzale Roma, si pensa di muoversi con facilità. Ma non è così.
Venezia, in realtà, è un reticolo inestricabile di calli e canali. Per esigenze pratiche si finisce per fissare nella mente una o due mete e si prende il vaporetto che le raggiunge più rapidamente.
Tutto bene quando le mete sono Piazza San Marco, Rialto o l'Accademia. Meno bene quando le mete sono i luoghi della Biennale, o qualche museo secondario. E d'altra parte, il visitatore della Biennale deve fare i conti anche con i percorsi da seguire per raggiungere le diverse sedi in cui si svolge la mostra.
Ecco quindi l'utilità di una pianta che consenta di individuare la posizione di questi luoghi.
Per trovare i luoghi della Biennale, consulta le piante di Venezia su Artdreamguide.
Venezia, in realtà, è un reticolo inestricabile di calli e canali. Per esigenze pratiche si finisce per fissare nella mente una o due mete e si prende il vaporetto che le raggiunge più rapidamente.
Tutto bene quando le mete sono Piazza San Marco, Rialto o l'Accademia. Meno bene quando le mete sono i luoghi della Biennale, o qualche museo secondario. E d'altra parte, il visitatore della Biennale deve fare i conti anche con i percorsi da seguire per raggiungere le diverse sedi in cui si svolge la mostra.
Ecco quindi l'utilità di una pianta che consenta di individuare la posizione di questi luoghi.
Per trovare i luoghi della Biennale, consulta le piante di Venezia su Artdreamguide.
Joseph Beuys e Matthew Barney. Due nomi che tutti, o quasi, dicono di conoscere.
Logico! Beuys è stato il santone dell'arte europea degli anni '60 e '70. Barney è il satiretto dell'arte di oggi.
La cosa si fa ardua quando si tratta di descrivere il loro lavoro.
Beuys ha fatto cose, veduto gente, parlato tanto. Ciò che rimane sono disegni, lavagne con scritte, video, vetrine contenenti oggetti strampalati. Barney non ha fatto molto, di gente ne ha vista poca, parlato quasi niente. In compenso, ha girato filmati bizzarri e ha messo, pure lui, oggetti in cornice o in vetrina.
Quindi, ciò che hanno in comune sembra essere il fatto di non dipingere e di mettere oggetti in vetrina. Ma è proprio vero?
Beuys è l'artista che ha fondato la sua immagine sul mostrare, spiegare e discutere. "Mostrare", nel senso di far riflettere la gente attraverso installazioni e "azioni". "Spiegare", nel senso di illustrare concetti come "creatività", "energia", "libertà" attraverso vere e proprie lezioni alla lavagna. "Discutere", per essere tutti "uomini critici" e "uomini creativi".
Barney ha imperniato il suo lavoro su un ciclo di 5 film, intitolato Cremaster. L'opera è una sorta di epopea simbolico surreale sul mistero della determinazione del sesso. La trama si dipana attorno alla lotta tra indifferenziato e differenziato, coinvolgendo la sfera del desiderio, della sessualità e dell'inconscio. Una lotta rappresentata in forma simbolica attraverso allegorie della metamorfosi, riferibili al singolo individuo, ma che si possono estendere al mondo nel suo complesso, esso pure in perenne trasformazione.
Il rapporto uomo-società, da una parte. Il rapporto metamorfosi individuale e metamorfosi globale, dall'altra.
Le differenze tra i due artisti appaiono grandi. Salvo il fatto che sullo sfondo di entrambi i lavori si erge il grande tema della libertà.
È secondario, quindi, notare come entrambi utilizzino gli oggetti e i materiali come simboli di qualcosa di importante. E altrettanto lo è rilevare come entrambi siano ottimi disegnatori.
Al confronto tra questi due personaggi è dedicata una mostra intrigante alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.
Su Artdreamguide puoi trovare una presentazione della mostra.
Logico! Beuys è stato il santone dell'arte europea degli anni '60 e '70. Barney è il satiretto dell'arte di oggi.
La cosa si fa ardua quando si tratta di descrivere il loro lavoro.
Beuys ha fatto cose, veduto gente, parlato tanto. Ciò che rimane sono disegni, lavagne con scritte, video, vetrine contenenti oggetti strampalati. Barney non ha fatto molto, di gente ne ha vista poca, parlato quasi niente. In compenso, ha girato filmati bizzarri e ha messo, pure lui, oggetti in cornice o in vetrina.
Quindi, ciò che hanno in comune sembra essere il fatto di non dipingere e di mettere oggetti in vetrina. Ma è proprio vero?
Beuys è l'artista che ha fondato la sua immagine sul mostrare, spiegare e discutere. "Mostrare", nel senso di far riflettere la gente attraverso installazioni e "azioni". "Spiegare", nel senso di illustrare concetti come "creatività", "energia", "libertà" attraverso vere e proprie lezioni alla lavagna. "Discutere", per essere tutti "uomini critici" e "uomini creativi".
Barney ha imperniato il suo lavoro su un ciclo di 5 film, intitolato Cremaster. L'opera è una sorta di epopea simbolico surreale sul mistero della determinazione del sesso. La trama si dipana attorno alla lotta tra indifferenziato e differenziato, coinvolgendo la sfera del desiderio, della sessualità e dell'inconscio. Una lotta rappresentata in forma simbolica attraverso allegorie della metamorfosi, riferibili al singolo individuo, ma che si possono estendere al mondo nel suo complesso, esso pure in perenne trasformazione.
Il rapporto uomo-società, da una parte. Il rapporto metamorfosi individuale e metamorfosi globale, dall'altra.
Le differenze tra i due artisti appaiono grandi. Salvo il fatto che sullo sfondo di entrambi i lavori si erge il grande tema della libertà.
È secondario, quindi, notare come entrambi utilizzino gli oggetti e i materiali come simboli di qualcosa di importante. E altrettanto lo è rilevare come entrambi siano ottimi disegnatori.
Al confronto tra questi due personaggi è dedicata una mostra intrigante alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.
Su Artdreamguide puoi trovare una presentazione della mostra.
"Where are we going?" È il titolo della mostra con cui nel 2006 si è inaugurato il nuovo corso di Palazzo Grassi a Venezia. Un nuovo corso cominciato nel 2005, con l'acquisto del palazzo da parte del finanziere francese Francois Pinault.
Nel frattempo, Pinault si è lanciato in una nuova avventura. Pochi giorni fa è stato siglato un protocollo d'intesa tra Comune di Venezia e Palazzo Grassi Spa. L'accordo prevede la concessione del complesso di Punta della Dogana a Palazzo Grassi Spa, ossia Pinault. In cambio, Palazzo Grassi Spa dovrà provvedere al restauro della struttura e alla sua gestione. Obiettivo: farne un grande polo espositivo per l'arte contemporanea.
Francois Pinault e Venezia. Un binomio che significa tante energie e grandi progetti per l'arte contemporanea.
A conferma della continuità di tale impegno, arriva la seconda mostra negli spazi di Palazzo Grassi. Questi gli artisti presenti: Urs Fisher, Kristin Baker, Marlene Dumas, Robert Gober, Mike Kelley, Laura Owens, Anselm Reyle, Tamuna Sirbiladze, Rudolf Stingel, Franz West e Takashi Murakami. Grandi lavori. Grandi effettoni. E un titolo che, se non la dice lunga, qualcosa lascia intendere: "Sequence 1". Ovvero, dopo questa ce ne sarà almeno un'altra.
Su Artdreamguide puoi trovare una descrizione della mostra.
Nel frattempo, Pinault si è lanciato in una nuova avventura. Pochi giorni fa è stato siglato un protocollo d'intesa tra Comune di Venezia e Palazzo Grassi Spa. L'accordo prevede la concessione del complesso di Punta della Dogana a Palazzo Grassi Spa, ossia Pinault. In cambio, Palazzo Grassi Spa dovrà provvedere al restauro della struttura e alla sua gestione. Obiettivo: farne un grande polo espositivo per l'arte contemporanea.
Francois Pinault e Venezia. Un binomio che significa tante energie e grandi progetti per l'arte contemporanea.
A conferma della continuità di tale impegno, arriva la seconda mostra negli spazi di Palazzo Grassi. Questi gli artisti presenti: Urs Fisher, Kristin Baker, Marlene Dumas, Robert Gober, Mike Kelley, Laura Owens, Anselm Reyle, Tamuna Sirbiladze, Rudolf Stingel, Franz West e Takashi Murakami. Grandi lavori. Grandi effettoni. E un titolo che, se non la dice lunga, qualcosa lascia intendere: "Sequence 1". Ovvero, dopo questa ce ne sarà almeno un'altra.
Su Artdreamguide puoi trovare una descrizione della mostra.
Venezia è una delle maggiori mete del turismo mondiale. La sua intera economia è in larga misura basata sul turismo.
Come è logico, tutto questo ha determinato un'offerta alberghiera quanto mai vasta e variegata.
Oltre ai Grand Hotel e agli alberghi tradizionali, prosperano pensioni, pensioncine, camere in affitto. E in proposito, molti senz'altro ricorderanno il film Pane e tulipani...
La vastità dell'offerta viene messa a dura prova in occasione di eventi particolari. Ad esempio, la Mostra del Cinema, a settembre, e la Biennale, appunto.
Quindi, è bene premunirsi per tempo, ben sapendo che i prezzi sono all'altezza dell'aura magica della città.
Per prenotare un hotel a Venezia, visita la pagina Hotel a Venezia su Artdreamguide.
Come è logico, tutto questo ha determinato un'offerta alberghiera quanto mai vasta e variegata.
Oltre ai Grand Hotel e agli alberghi tradizionali, prosperano pensioni, pensioncine, camere in affitto. E in proposito, molti senz'altro ricorderanno il film Pane e tulipani...
La vastità dell'offerta viene messa a dura prova in occasione di eventi particolari. Ad esempio, la Mostra del Cinema, a settembre, e la Biennale, appunto.
Quindi, è bene premunirsi per tempo, ben sapendo che i prezzi sono all'altezza dell'aura magica della città.
Per prenotare un hotel a Venezia, visita la pagina Hotel a Venezia su Artdreamguide.
- Il Leone d'Oro alla Carriera della Biennale di Venezia è stato assegnato al fotografo africano Malick Sidibé, 72 anni, nativo del Mali. Le sue opere rappresentano un'importante documentazione delle trasformazioni che il Mali ha dovuto affrontare dalla seconda metà del '900 a oggi. Con il suo lavoro ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo e alla diffusione del mezzo fotografico nel continente africano.
- Olafur Eliasson ha vinto la prima edizione del Premio Joan Miró. A deciderlo è stata una giuria composta da Ida Gianelli, Vicente Todolí, Alfred Pacquement, Rosa Maria Malet e Arcadi Calzada. Il quarantenne artista danese, noto per le sue installazioni su tematiche ambientali, si porta a casa ben 70.000 Euro. Il premio, istituito dalla Fundación Miró di Barcellona in collaborazione con la Fundación Caixa Girona, viene assegnato ogni due anni.
- Da fine maggio il Grand Palais di Parigi propone "Monumenta". Si tratta di un ciclo di monumentali installazioni realizzate da artisti di fama internazionale, collocate nella grande galleria centrale. A inaugurarla è Anselm Kiefer con la sua opera Sternenfall, dedicata ai poeti Paul Celan e Ingeborg Bachmann. Lo seguiranno Richard Serra e Christian Boltanski.
- Olafur Eliasson ha vinto la prima edizione del Premio Joan Miró. A deciderlo è stata una giuria composta da Ida Gianelli, Vicente Todolí, Alfred Pacquement, Rosa Maria Malet e Arcadi Calzada. Il quarantenne artista danese, noto per le sue installazioni su tematiche ambientali, si porta a casa ben 70.000 Euro. Il premio, istituito dalla Fundación Miró di Barcellona in collaborazione con la Fundación Caixa Girona, viene assegnato ogni due anni.
- Da fine maggio il Grand Palais di Parigi propone "Monumenta". Si tratta di un ciclo di monumentali installazioni realizzate da artisti di fama internazionale, collocate nella grande galleria centrale. A inaugurarla è Anselm Kiefer con la sua opera Sternenfall, dedicata ai poeti Paul Celan e Ingeborg Bachmann. Lo seguiranno Richard Serra e Christian Boltanski.
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