Giacomo Balla

Attività artistica di Giacomo Balla

Divisionista per formazione, Giacomo Balla esordisce sulla scena artistica dipingendo scene di vita cittadina, interni borghesi e temi legati al mondo del lavoro (La giornata dell'operaio, 1904), che risentono del clima del verismo sociale.
Dal viaggio a Parigi nel 1900 scaturisce l'interesse di Balla per la fotografia. Un primo risultato evidente è il taglio particolare di alcuni dipinti, come Il lavoro (1902) e Salutando (1909 circa). Ma è dallo studio di autori come Muybridge e Marey, e degli esperimenti fotodinamici di Bragaglia, che Balla trae lo spunto per importanti esperimenti pittorici nel campo della rappresentazione del movimento. In opere come Ritmi del violinista, Bambina che corre sul balcone e Dinamismo di un cane al guinzaglio (1912), il movimento della mano del violinista, o delle gambe della bambina che corre, o di zampe, coda e guinzaglio del cane, viene reso visivamente attraverso la rappresentazione simultanea di sequenze temporali successive.

L'attenzione per il movimento è una delle molle che spinge Balla ad aderire al futurismo. Sin dall'inizio il suo apporto si traduce in idee e spunti personali di grande rilevanza, soprattutto dopo il 1912.
Dopo aver analizzato il rapporto tra spazio e tempo, concentra la sua attenzione sul colore e la luce, realizzando la serie di Compenetrazione iridescente (1912-1914), che può essere considerata tra le prime prove astratte della storia dell'arte.
Arriva a soluzioni astratte anche scomponendo le forme e il movimento per creare dinamismo (Rondini in volo del 1913, Automobile in corsa del 1913, Mercurio che passa davanti al sole visto da un cannocciale del 1914).
Risalgono a questi anni, tra i più produttivi della sua carriera, altre opere di grande interesse, come le sculture filiformi (Vortice, 1914) e i complessi plastici. Ma soprattutto quella visione globale dell'arte come mezzo di ricreazione del mondo, che lo spinge a cimentarsi nel design, nella moda e nella scenografia, anticipando, con le sue invenzioni e l'approccio sperimentale ai materiali, soluzioni che saranno riprese dai dadaisti. Esemplari in questo campo le scene teatrali per i Fuochi di artificio di Strawinsky (1917).

Dimenticato per anni (come del resto tutti i futuristi), surclassato dalla personalità di Boccioni, viene oggi riscoperto come uno dei personaggi più eclettici e innovativi del secolo scorso.

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